Capitolo 21

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Capitolo 21

Elsie scese dal piano di sopra qualche minuto dopo, aveva in volto un sorriso molto tirato e sembrava arrabbiata, con me. Salutò tutti con grande affetto, li conosceva molto bene perché in questi mesi i ragazzi avevano frequentato casa di Louis mentre lei era lì e si era instaurata un'amicizia molto forte. I ragazzi non mi parlavano mai di lei, non mi invitavano quando erano a casa di Louis per evitare che potessi combinare un casino con lei. Ma gli ero molto grato, perché avevo messo la testa nella retta via grazie a loro.
Elsie abbracciò tutti, quando fu il turno di Louis però restò ad abbracciarlo più del dovuto e i miei muscoli si irrigidirono. Ero geloso del suo, mio, migliore amico, perché quell'abbraccio volevo fosse per me. Volevo Elsie per me. Lo so, non potevo di certo avere dei diritti di appartenenza su di lei, Elsie era una donna libera e tutte quelle merdate lì, ma era mia, nel profondo, lei mi apparteneva.
Restai a fissare Elsie fino a quando non si staccò da Louis, era soddisfatta della reazione che io avevo avuto perché lei mi conosceva più di me stesso e sapeva quanto mi portasse fastidio che lei rivolgesse attenzioni ad altri. Il mio corpo parlava per me, anche se la mia bocca era chiusa e il mio sguardo teso.
Ci accordammo alla fine per giocare alla XBOX tutti insieme per passare un po' di tempo. Il divano era grande, ma eravamo in sei e una persona doveva per forza restare fuori. Invece Elsie ebbe l'idea geniale di sedersi sulle gambe di Louis, facendomi infuriare più di quanta già lo fossi. Ero distratto da loro, perché la mano di Louis si era posizionata sulla pancia di Elsie e il suo braccio le cingeva la vita in maniera protettiva. Giocai male e persi contro di lei. Onestamente non mi importava perdere ad una stupida partita, piuttosto volevo dare un pugno a Louis e togliere Elsie da sopra le sue gambe.
-"Complimenti alla mia Elsie!"- esultò contento Louis. L'abbracciò e poi le diede un bacio sulla guancia. A quel punto, non ero solo furioso, ma anche infastidito. Louis, togli quelle brutte mani da lei!
Credo che se ne accorse, dei miei sguardi minacciosi nei suoi confronti, perché Louis chiese di Travis e gli altri si accodarono. Allora chiamai Lucia, perché ero sicuro che Elsie si sarebbe alzata dalle gambe di Louis solo quando avrebbe visto nostro figlio.
Lucia arrivò subito dopo e finalmente Elsie andò incontro a loro. Sospirai e liberai la rabbia in un respiro profondo. Tutti guardarono Travis meravigliati, sì, perché mio figlio era bellissimo. La creatura più dolce e meraviglioso del mondo. Ero cosi fiero di essere diventato padre!
-"Ha i tuoi occhi, amico."- commentò Niall, dandomi una leggera pacca sulla spalla. Io quasi mi commossi, ero emozionato.
-"I suoi bellissimi occhi."- disse Elsie, guardandomi. Ero confuso dal suo commento, ma mi fece piacere perché tra noi c'era ancora tanto amore e prima o poi l'avrei riportato a galla.
Proprio quando ero sul punto di essere contento per quello che mi aveva detto Elsie, direi un complimento assai gradito, suonò il campanello. Io non aspettavo nessuno perché mia madre e mia sorella erano in Inghilterra e mio padre con la sua famiglia non aveva diritto ad avvicinarsi a me.
Andai ad aprire, curioso.
Mentre aprii la porta, una furia bionda mi sbatté con tutta la forza che aveva contro il muro.
-"Jess."- ringhiai infastidito. La bionda guardò tutti con aria confusa, ma quando il suo sguardo di posò su Travis ed Elsie divenne pazza.
-"Che ci fa lei qui!"- non era una domanda, perché lei era talmente furiosa da non riuscire a vedere oltre la ragione.
-"Jess, calmati."- le disse Louis, mettendosi tra lei ed Elsie, mentre il mio bambino veniva coperto per protezione.
-"La voglio fuori di qui, subito!"- Jess continuò ad urlare pazzamente, senza riuscire a calmarsi. Travis iniziò a piangere, sicuramente spaventato da quelle urla, così Louis ed Elsie iniziarono a camminare per raggiungere il piano di sopra.
A quel punto entrai in gioco io. Ero talmente sconvolto da quella sfuriata che non ero riuscito neppure a muovermi. Eppure ero arrabbiato con lei, con Louis e tutto il resto. Ma mi costrinsi a farlo, cosi andai verso Jess e l'abbracciai per calmarla. Poi la condussi fuori da casa mia.
-"Perché è qui?"- disse sull'orlo di una crisi isterica.
-"Jess, Travis è mio figlio. Devo prendermi cura della mia famiglia."- risposi calmo, anche se volevo spedirla il più lontano possibile da lì.
-"Lui è tuo figlio, ma lei no! La voglio fuori da casa tua."- Jess mi diede un pugno sul petto ma io non reagii, Travis ed Elsie erano la mia unica famiglia ed io dovevo adesso proteggerla da tutta la merda che ancora mi portavo dietro.
-"Non osare dire una cosa del genere."- la minacciai furioso. Io non volevo che Elsie e Travis lasciavano casa mia solo per una stupida ragazza che mi scopavo quando avevo bisogno.
-"Harry, ti prego! Non voglio che tu stia un minuto di più con lei!"- Jess stava piangendo, mi fece tenerezza perché nonostante tutto lei c'era stata quando avevo bisogno, ed era stata lei a spingermi ad andare da Elsie e vedere mio figlio. Non potevo abbandonarla in quello stato, doveva capire però che tra  me e lei non poteva esserci nulla.
-"Jess, Elsie non starà qui a lungo. È solo per il momento. Devo darle una mano con Travis e voglio fare il padre. Sei stata tu a dirmi di prendermi le mie responsabilità."- le dissi mezza bugia, solo perché la conoscevo e la sua parte psicopatica mi aveva sempre fatto un po' paura. Era capace di tutto.
-"Lo so, H-Harry. Ma ho pa-paura che tu sia ancora innamorato di lei."- singhiozzava ed io la strinsi. Non volevo darle una risposta perché io amavo Elsie, io l'amavo tanto, ma era tutto cosi confuso.
-"Non rendere le cose più difficili, ti prego."- le sussurrai. Lei sembrò rasserenarsi.
-"Ti aspetto stanotte. Vieni, ho bisogno di te."- poi avvicinò le sue labbra alle mie e mi diede un bacio, un bacio che io non ricambiai. Non provai assolutamente nulla, io non ero innamorato di Jess. Per me era stata solo una ragazza da portare a letto, ma mi resi conto di aver esagerato. Le avevo dato false speranze e questo adesso era il risultato. Mi sedetti sulle scale d'ingresso con le mani in testa. La mia mente ricordò il bacio con Elsie di qualche ora prima e sentii qualcosa che mi mancava da tempo. Farfalle che volavano nello stomaco. Il sapore dolce delle sue labbra mi era proprio mancato in tutti questi mesi senza di lei. Mi asciugai velocemente una lacrima che cadde sul mio volto e mi alzai. Dovevo andare da Elsie e farmi perdonare.
Quando entrai in camera sua, Travis dormiva nella sua culla e lei era abbracciata a Louis. Sentivo i suoi singhiozzi soffocare sul suo petto. Volevo esserci io al posto di Louis. Lui la capiva, la faceva sentire al sicuro e protetta, lei si fidava di lui, e la cosa più importante era che Louis non l'aveva mai tradita. Mentre io avevo fatto tutto il contrario. Non c'ero mai stato per lei, non l'avevo mai fatta sentire a casa, al sicuro e protetta, avevo tradito la sua fiducia e avevo tradito anche lei. Mi sentivo un verme che meritava solo di essere schiacciato al suolo. Ma le cose dovevano cambiare. Da ora. Io, un disastro, dovevo essere degno di lei e del suo amore. Dovevo essere all'altezza di essere un padre perfetto per Travis e un marito meraviglioso per lei.
-"Elsie."- la chiamai esitando. Louis mi vide e mi fece segno di stare calmo.
-"Io e i ragazzi andiamo. Ci vediamo domani."- ma Elsie non volle lasciarlo andare. Lo prese per la maglietta e si strinse di nuovo a lui, ma Louis si liberò in un attimo, correndo verso la porta.
-"Louis non farlo!"- urlò al mio migliore amico. Louis sembrò pensare a qualcosa perché ad un certo punto tornò indietro e si avvicinò alla culla.
-"Voi due avete molto di cui parlare."- Louis prese Travis e poi andò verso l'uscita. Acchiappò la chiave prima che potessi farlo io e ci chiuse dentro. -"No!"- gridò esasperata Elsie raggiungendo la porta e prendendola a calci.
-"La chiave la porto con me. Vi libererò solo quando avrete chiarito. E per il momento Travis sta con Lucia. Non merita di sentire tutte le vostre discussioni."- istruì autoritario e piuttosto arrabbiato dietro la porta. Elsie gli diede qualche altro calcio e poi si arrese.
-"Non voglio restare qui con questo mostro..."- sussurrò piano, con la testa appoggiata alla porta e le lacrime che bagnavano il pavimento. Mostro. Mi ha proprio chiamato così.
Mi lasciai andare a terra, senza forze. Quella rivelazione mi aveva fatto male al petto. Era stata come una freccia che mi aveva attraversato tutto il corpo. Ma pensare che lei mi definisse così, mi fece ancora più male. Presi coscienza di tutto quello che avevo fatto a lei, per la seconda volta. Tutti i brutti momenti e le parole cattive mi ritornarono indietro, ferendomi. Non potevo più vivwre in quel modo, non volevo più farle del male.
All'improvviso sentii due braccia familiari avvolgermi e il profumo di Elsie riempirmi i polmoni.
-"Mi dispiace, forse sono stata troppo dura con te, non dovevo chiamarti in quel modo."- sussurrò. Oh, Elsie. Piccola ingenua e dolce Elsie. Come fai a dispiacerti per uno come me? Merito quelle parole e molto altro ancora.
-"No, E-elsie. I-io..merito quelle parole."-
-"Nessuno merita quelle parole Harry. Neppure tu dopo quello che mi hai fatto."-
-"Invece sì, e non merito neppure la tua compassione e il tuo..."- mi bloccai per paura di sbagliare a dire quella magica parola ma poi uscì senza preavviso -"amore."-
Elsie si bloccò a quelle parole. Mi stava cullando tra le sue braccia e mi accarezzava i capelli, ma poi cercò il mio sguardo. Con un dito sotto il mento portò i miei occhi a pari con i suoi. Allora mi alzai da terra, la mia figura imponente e alta si scagliò contro la sua. Era sempre stata molto più bassa ed esile di me. Questo era uno di quei punti che mi piacevano di più, così potevo portarla in braccio ogni volta che volevo. Elsie era ancora seduta a terra così le diedi una mano per alzarsi, ma non volevo guardarla dall'alto. Lei meritava di essere alla mia altezza e anche più in alto. La presi in braccio così i miei occhi erano all'altezza dei suoi.
-"Io ti amo, Harry. Ti ho sempre amato e lo sai, non smetterò mai. Ma non posso fare finta di nulla. Quello che è successo..oh cavolo. Harry io non posso."- scivolò via da me toccando con i piedi per terra e mettendo un po' di distanza tra noi.
-"Cosa posso fare per farmi amare come una volta?"-
-"Nulla. Non puoi fare nulla. Quei momenti non potranno più tornare."- le sue iridi grigie erano ancora dentro le mie verdi. Una lama invisibile mi attraversò il petto ma non lo diedi a vedere.
-"Potranno esserci momenti migliori Elsie. Solo se tu lo vorrai."-
-"Non lo so..."- mormorò confusa. Si sedette sul bordo del letto e mi guardò con uno sguardo nuovo. Mi inginocchiai davanti a lei per la seconda volta quel giorno e le presi una mano, accarezzandole con l'altra il suo viso bagnato dalle lacrime.
-"Dammi una possibilità, solo una. Prometto che cambierò. Sarò tutto ciò che vorrai."- Elsie mi fissò per un po' e rimasi in attesa di una sua risposta. Sospirò leggermente e passò una mano tra i miei riccioli.
-"Solo una, Harry. È l'ultima volta, ricordatelo."- Un sorriso comparve sul mio volto e mi avvicinai per baciarla sulle labbra. Si scansò e le mie labbra finirono sulla sua guancia salata dalle lacrime. Forse era ancora presto,
-"Te l'ho detto che adoro le tue fossette quando ridi?"- cambiò discorso con un sorriso sulle labbra. Il momento più brutto della nostra litigata era passato.
-"Sempre. Me lo dicevi sempre."- le ricordai, dandole un bacio sulla guancia.
-"Ti dicevo sempre molte cose dolci.."- mi ricordò. Le sorrisi per un momento e le presi la collana con gli anelli che gli era appena saltata fuori dalla camicetta.
-"Perché li hai tenuti?"- domandai confuso, soffermandomi sugli anelli che le avevo regalato tempo fa. Chiunque li avrebbe gettati via.
-"Li volevo regalare a Travis quando si sarebbe sposato."- mentì, lo sapevo bene.
-"E li avresti tenuti per tutto questo tempo?"- lei annuì. -"Speravi in un mio ritorno, Elsie. E' questa la verità."- aggiunsi abbracciandola.
-"Sì. Io ho sempre creduto in te."- si lasciò sfuggire. Era davvero una persona eccezionale. Nessuno, e sottolineo nessuno si sarebbe comportato come lei.
-"Ti amo.»"- le confessai. Non avevo mai detto a nessun'altra Ti amo, se non a lei. Avvicinò le sue labbra alle mie lasciandomi un dolce bacio che assaporai lentamente.
-"Harry."- gemette sulla mia bocca mentre io portai le mie mani dietro il suo collo sganciando la collanina contenente gli anelli.
-"Che fai?"- domandò staccandosi.
-"Fidati."- Sfilai l'anello di fidanzamento dalla collana e lo misi proprio dove deve stare. Nella sua mano sinistra. Elsie si lasciò sfuggire una risata di gioia. Così feci anche con l'anello del matrimonio, adesso era a casa, sul suo dito.
-"Ecco."- dissi soddisfatto. -"Così tutti sapranno che sei Mrs Styles, e sei mia, mia, e solo mia." - aggiunsi tra le nostre labbra.
-"Tua."- ripetè mentre ci baciavamo. Lei si lasciò andare a me, mentre io la trascinavo sul letto e il suo corpo aderì perfettamente al mio.
-"Mi sei mancato Harry. Davvero. Mi sono mancati i tuoi baci, le tue risate, le tue fossette, gli abbracci, quel senso di protezione che mi davi, che sentivo tra le tue braccia, i tuoi gemiti di piacere. Mi sono sentita smarrita senza di te. Avevo perso la mia casa."- disse sul mio petto. Io chiusi gli occhi e mi godetti l'attimo. Era così bello essere ritornati ad amarci.
Oh Elsie. Mi sei mancata tanto, anche tu.

Tutto quello che non vi ho mai detto 4 | MRS STYLES SERIES Where stories live. Discover now