Capitolo 17

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Capitolo 17 - Mrs Styles 4

[ Premessa: il capitolo sarà breve, è di transizione. Non giudicate Harry per i suoi pensieri, non sa quello che dice. È accecato dalla rabbia. Tutti noi commettiamo degli errori. Harry in questo capitolo è davvero molto confuso. Sembra quasi bipolare.]

Sono incinta.
Mi disse Elsie un giorno, non molto lontano dal matrimonio. Lei era felice, radiosa. Non avevo mai visto un sorriso più splendente di quello prima d'ora e mi fece rabbia perché non ero io ad averlo provato, ma un piccolo esserino che stava crescendo dentro di lei. No, non potevo sopportare l'idea che qualcuno l'avesse resa così felice, quel qualcuno che non ero io.
Diventerai padre, Harry! Saremo genitori. È così bello, amore.
Io l'abbracciai, onestamente non avevo la forza di fare altro. Anche toccarla mi fece ribrezzo, non era la mia Elsie. Lei stava cambiando, il suo corpo stava cambiando, e tutto per colpa di quel mostro che era dentro di lei. Sì, un mostro che stava minacciando di distruggere la nostra vita. Ma non era l'unico ad esserlo, anche ero un mostro. Dovevo usare le precauzioni giuste, noi due dovevamo stare più attenti. Un bambino non era quello che avevo immaginato nel nostro futuro. Eravamo troppo giovani per esserlo, non eravamo pronti per questo.
Harry, ma non sei contento?
Io avevo annuito, nulla di più. La mia testa si era nascosta tra i suoi capelli per non farle vedere l'espressione schifata che avevo. Non volevo ferirla, io Elsie l'amavo più della mia stessa vita. Ma l'idea di quell'essere che la toccava nel profondo e che la rendeva più felice di quanto io potessi mai fare in milioni di vite mi dava il tormento. Ero furioso, con lei e con il mostro. Allora una sera andai al Roxy Bar, uno di quelli che frequentavo, prima di conoscere Elsie, con Fast. Volevo dimenticare ogni cosa. Volevo che Elsie non fosse mai esistita, che quel giorno con Holder mi fossi fatto i cavoli miei e non gli avessi promesso di prendermi cura di sua sorella. Volevo non averli mai incontrati. Volevo non essermi mai innamorato di lei. Volevo rifugiarmi nell'alcol e perdere completamente la testa per qualche bionda. Volevo ritornare alla mia vecchia e schifosa vita, volevo ritornare a correre per Fast ed essere di nuovo quello stronzo di ragazzo che si portava a letto chiunque e poi non aveva i sensi di colpa. Volevo non essermi mai innamorato. L'amore fa schifo, l'amore ti rende debole e stupido. L'amore è dolore. Non volevo più sentirmi così. Mai più. Presi a volo l'opportunità, una bionda dal volto molto familiare si avvicinò al mio tavolo. Io ero solo, mi facevano compagnia i bicchieri di alcol vuoti che avevo bevuto fino all'ultima goccia. Non ricordavo il suo nome, possibilmente l'avevo portata a letto come la maggior parte delle ragazze, ma qualcosa bella mia mente annebbiata mi diceva che io la conoscevo, anche molto bene. Lei si avvicinò molto con la sua birra in mano. Parlammo per un po', fino a quando non mi baciò. La sua bocca era un mix di fumo e alcol. Non assomigliava minimamente a quella di Elsie.
Elsie, la mia Elsie.
Quando il suo nome mi balenò in mente, resi quel bacio ancora più profondo. La bionda emise un verso gutturale di piacere, ed io ne approfittai per far scorrere la mia mano lungo le sue cosce. Erano lisce e nude, portava una mini gonna che mi consentì l'accesso facile alle sue mutandine. Lei mi chiamò con il mio nome, mi disse che non poteva più aspettare e che voleva essere scopata per bene. Allora lasciai dei soldi sul banco e presi le chiavi dell'auto trascinandola a casa con me. Non mi importava se Elsie fosse lì, era casa mia, l'avevo pagata con i miei soldi ed era giusto che portassi chiunque volessi. Trascinai la bionda nella nostra camera da letto. C'era il suo profumo e i suoi vestiti nella sedia, Elsie era lì nonostante fosse da qualche parte. Non ci badai, anzi, la presi come un pretesto per baciare con più foga la bionda e sbatterla nel letto. Le strappai letteralmente i vestiti, lasciandola nuda sotto di me. Poi presi un preservativo e lo inserii lungo tutta la mia lunghezza. Ero pronto ed eccitato. Affondai dentro di lei con forza e velocità. Lei urlò ma io non ci badai. Fui violento e senza scrupoli, la stavo scopando sul letto in cui avevo fatto l'amore tantissime volte con Elsie. La rabbia iniziò di nuovo a crescere, così aumentai la velocità e i miei affondi. A lei piacque molto, si aggrappò alla mia schiena ed iniziò a graffiarmi. Ero un animale che era appena stato liberato dalla sua gabbia. La bionda continuò ad urlare ed io con lei emettevo gemiti di piacere. Come avevo potuto abbandonare la mia vecchia vita per una ragazza di cui ero pazzo? Avevo mille donne, soldi, alcol, feste. Sapevo divertirmi ed ora con Elsie, ero tipo entrato in un carcere a vita. Il matrimonio, i figli, la vita di coppia. Io ero uno spirito libero e non volevo rovinarmi la vita in questo modo. Sì, avrei potuto dirle di abortire ma anche i mostri devono venire alla vita, anche il frutto di un errore. Perché quel mostro era il frutto di un errore, l'errore più grande della mia vita.
Improvvisamente sentii dei singhiozzi, ma non era la bionda ad emetterli. C'era Elsie davanti la porta che guardava straziata tutta la scena. Cavolo, no! Che avevo combinato? Perché avevo fatto del male all'unica donna che avevo mai amato nella mia vita? Lei scappò via ed io la seguii. La bionda urlò di rimanere ma io la ignorai. Ero dietro Elsie per cercare di spiegarle. La chiamai e lei fermò la sua corsa quando fu sul vialetto di casa. Aveva il viso rigato dalle lacrime e un dolore immenso a distruggerle il cuore. Provai pena, perché era sempre una di quelle cose che non volevo mi accadessero: essere tradito dalla persona che amavo. Capivo il suo stato, capivo la sua paura. Rimasi immobile davanti a lei perché non riuscivo a dire nulla, non prendevo atto di ciò che era appena accaduto. Fu lei a parlare per prima, disse che poteva perdonarmi, che il suo amore era forte, che io ero tutto per lei e che avremmo sistemato ogni cosa. Poi si toccò la pancia ed io ritornai ad essere arrabbiato con lei.
Dimmi che non mi ami ed io sparirò dalla tua vita.
Ed io glielo dissi, dritto in faccia, senza scrupoli.
Io non ti amo.
Avevo perso la mia anima, tutto il buono che c'era in me.

Tutto quello che non vi ho mai detto 4 | MRS STYLES SERIES Where stories live. Discover now