Capitolo 28

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Capitolo 28 - Mrs Styles 4

-"Eccoci qui, un anno dopo."- sospirò stanca Elsie. Eravamo di nuovo su quella spiaggia e i ricordi mi sovrastarono la mente. La tenevo per mano, mentre piano piano ci avvicininavamo al mare.
-"L'importante è che siamo qui, insieme, nonostante tutto. Sono cambiate tante cose, e ti ho ferita moltissime volte. L'unica cosa che il tempo non è riuscito a distruggere è stato il tuo amore per me e il mio amore per te. Io ti amo come la prima volta, Elsie."- le dissi dolcemente dandole un bacio sulla guancia. Mentre parlavamo, lei mi strinse ancora di più la mano.
-"Lo so, Harry. Lo so."- ripeté sussurrando, forse più a sé stessa che a me.
-"Non sei convinta delle tue parole, Elsie."- Iniziò a togliersi le scarpe portando i jeans quasi alle ginocchia. Si avvicinò al mare ed iniziò a bagnarsi i piedi. Non mi rispose, sembrava persa da qualche parte oltre l'orizzonte.
-"Elsie, parlami."- la supplicai compassionevole. Elsie si girò verso la mia direzione: i suoi occhi grigi dentro il verde dei miei.
-"Sei come il mare, Harry. Sei bellissimo, affascinante, travolgente e attraente. Sei immenso, riesci a toccare l'orizzonte con un dito. Ti fai amare. Ma un attimo dopo sei traditore, le tue onde risucchiano le anime buone trascinandole fino in fondo insieme a te. Pretendi di essere al centro del mondo e sei fonte di vita. Io sono solo un piccolo pesce che ha bisogno del mare per sopravvivere. E non importa se affogherò dentro, se mi mangeranno. Rimarrò sempre lì dentro perché è il mio respiro, il mio battito di vita eterna."- fece una pausa dopo quelle parole così ricercate e poetiche. Poi riprese: -"Harry, tu sei l'aria che entra nei polmoni, sei il sangue che circola nelle vene, il cuore che mi tiene in vita. Potrai anche non amarmi come ti amo io, ma credimi. Il mio amore basta per entrambi."- Restai in silenzio, non avevo parole. Non riuscivo ad esprimere quello che sentivo per lei perché non trovavo un aggettivo adatto per descrivere quanto fosse meravigliosa la mia Elsie. La vidi spogliarsi completamente e tuffarsi in mare. Forse l'avevo ferita restando in silenzio, ma volevo che stavolta fosse diverso, che sentisse quello che avevo da dire. Allora mi spogliai e mi tuffai in mare anch'io. Nuotai fino a raggiungerla, lei non si accorse della mia presenza così ne approfittai per stringerla da dietro e abbracciarla tenendoci a galla entrambi.
-"Perdonami, Elsie. Lo so che sono un fottuto bastardo, che non sono perfetto. So benissimo che non sono adatto a te e che ti ho ferita tantissime volte. Ma tu mi rendi migliore di quel che sono. Tiri fuori le cose più belle di me, quelle che non pensavo di avere. Ti prego, non lasciarmi mai. Io sono tuo, per sempre amore mio."- tremai, non per il freddo ma perché per la seconda volta in vita mia avevo paura che la persona che più amavo al mondo mi lasciasse nonostante quel discorso mozzafiato. Poteva benissimo scegliere di lasciarmi e vivere felicemente con un'altra persona più facile di me, invece aveva scelto la via più tortuosa e difficile.
A quel punto Elsie si girò e ci ritrovammo faccia a faccia.
-"Quale parte del mio discorso non hai capito, Harry? Non potrei mai lasciarti, tu mi rendi felice, sei l'unico che ci riesce. Con te mi sento viva, mi sento completa. Rifarei mille volte quello che ho fatto. Ti perdonerei altri miliardi di volte, perché io ti amo. Ti amo davvero."- sussurrò appena al mio orecchio.
-"Sei perfetta, Elsie. Sei il mio angelo. Giuro, non farò più il coglione e non ti farò più soffrire. Da oggi in poi e per il resto dei nostri giorni sarò sincero con te e mi farò perdonare per tutto. Tutto. Voglio trascorrere la mia vita con te, Elsie. Voglio renderti la donna più felice del mondo, e voglio amarti come meriti."- lei rise spensierata.
-"Mi faresti una dimostrazione concreta di ciò che intendi dire con voglio amarti come meriti?"- mi stava decisamente provocando.
-"Io avrei un'idea..."- le dissi, caricandola in spalla e nuotando fino a riva. L'adagiai sulla sabbia umida e mi presi un attimo per guardarla per bene. Volevo scolpire nella mia mente quell'attimo.
-"Ricordi cosa successe qui il giorno del mio compleanno?"- mi sussurrò tra le nostre labbra. Annuii e la baciai con più passione facendo scendere la mia mano lungo la sua coscia.
-"Quello che sta per accadere anche adesso, piccola."- le mie parole erano piene di promesse perché l'avrei fatta sentire bene per il resto dei giorni. Non potevo più aspettare, entrambi volevamo la stessa cosa.
Stare lontani ci aveva fatto tanto male e adesso dovevamo rimediare nella maniera più dolce e bella possibile. Le strappai le mutandine e il reggiseno violentemente, mentre le mie labbra erano incollate alle sue. Volevo sul serio poter aspettare ancora, ma non riuscivo più a resistere. La toccai, proprio come piaceva a lei e la sentii gemere sotto di me pregandomi di non fermarmi.
-"Mi sei mancata così tanto..."- le sussurrai seducente all'orecchio. Iniziai a lasciarle dei baci umidi sul collo e lei si dimenò sotto di me.
Voleva di più.
-"Harry..."- gemette ad occhi chiusi.
-"Ti amo, Elsie."- e poi entrai lentamente e dolcemente dentro di lei. Mi presi un attimo per assorbire quella sensazione e far abituare Elsie ad avermi dentro.
-"Cazzo...è bellissimo."- mi mossi continuando il mio assalto con velocità, avevo così tanto bisogno di lei...
-"Piano..."- sussurrò Elsie tremante.
-"Elsie...non ce la faccio...ho...ho bisogno di te."- mi muovevo come un forsennato sopra di lei, dentro e fuori, fino in fondo. Le nostre dita erano intrecciate ed Elsie mi stringeva la mano con forza ogni volta che affondavo in lei sempre più profondamente. Stavamo tremando entrambi, forse per il leggero vento che arrivava o semplicemente perché ci amavamo talmente forte da perderci completamente.
-"Ti prego..."- mi supplicò aggrappandosi alle mie spalle e coordinandosi al mio ritmo.
-"Voglio sentirti, vieni per me Elsie."- sussurrai affannato. Ero al culmine.
-"Harry..."- gridò Elsie, non appena spinsi più forte e toccai il suo punto debole. 
-"Guardami, Elsie. Apri gli occhi."- lei sorrise.
-"Ti amo."- sussurrò con difficoltà. Affondai in lei con un colpo deciso e venne gridando il mio nome, poi venni anch'io, abbandonandomi appagato e felice sul suo corpo.
-"Ti amo, piccola mia. È stata la miglior scopata di tutti i tempi."- Elsie ridacchiò, non era abituata a delle parole volgari ma si divertiva se ero io a dirle.
-"Già, la migliore."- a quel punto mi sedetti e la portai con me, stringendola più che potevo.
-"Ce ne saranno tante altre da oggi in poi..."- le promisi, provocandola. -"Comunque questo è per te, Elsie. Certo, non è il mio vero regalo, quello l'ho dimenticato a casa, ma è meglio di niente no?"- Sganciai la collanina che portavo sempre al collo, quella con l'aeroplanino di carta.
-"Harry...io...non posso. È troppo importante per te."- lei si rifiutò.
-"Tu sei importante per me. E poi credo che ti starebbe bene al collo."- lasciò che le agganciassi la collana, aveva gli occhi lucidi per l'emozione.
-"È il più bel regalo di compleanno di sempre, grazie."-  mi ringraziò dandomi un bacio dolce.
-"Tu sei il più bel regalo che la vita mi abbia mai fatto, Elsie. Ti amo."- la strinsi in un abbraccio e ci scambiammo qualche coccola. Purtroppo il mio cellulare squillò, come al solito nel momento meno opportuno.
-"Louis, dimmi."- risposi infastidito.
-"Harry, vieni subito qui! È successa una cosa spaventosa!"- era impaurito, la sua voce tremava.
-"Cosa? Louis che cazzo stai dicendo! Dov'è Travis?"- il mio pensiero arrivò dritto a mio figlio.
-"L'ha preso Fast."-
Non poteva essere vero.
No. Non era vero.
Elsie capì che qualcosa non andava, aveva sentito le parole di Louis dal cellulare. Tremava, quasi quanto me. L'idea che potessero far del male a nostro figlio la divorava dentro. Cominciò a piangere mentre io mi rivestivo in fretta e furia, lei non si muoveva. Le lacrime scendevano come un fiume in piena e non sapeva cosa fare. Così la incitai andando accanto a lei e tenendola stretta.
-"Elsie...dobbiamo andare, vestiti."- le ordinai cercando di rimanere calmo. Ma lei non si mosse, era come in uno stato di incoscienza. Così presi l'iniziativa e iniziai a vestirla in fretta, speravo che fosse rinsavita il più velocemente possibile.
-"Elsie, cazzo. Svegliati!"- le urlai scuotendola. Continuava a fissare il vuoto, ma non potevo essere spaventato, non adesso. Mi ricordai della prima volta che c'eravamo incontrati, quando l'avevo riportata a me baciandola. Poteva funzionare, ma dovevo provarci. Così la baciai violentemente e appassionatamente sperando che fosse ritornata in sé.
-"Harry..."- mi rispose debolmente sbattendo le palpebre più di una volta. 
-"Brava, piccola. Ora dobbiamo andare a salvare nostro figlio."- le sfiorai la guancia e poi la presi in braccio. Lei si aggrappò con tutta la forza alle mie spalle e singhiozzò sul mio collo, cercando un modo per restare a galla.

Quando arrivammo a casa di Elsie, trovai Louis sul vialetto, seduto negli scalini con la testa tra le mani.
Scendemmo subito dalla macchina. Elsie si avvicinò a Louis, ma io la precedetti. Lo presi dal colletto della polo e lo alzai con tutta la forza che avevo in corpo. Gli diedi un pugno in pieno viso per aver bacio Elsie e per aver permesso di far rapire mio figlio.
-"Dov'è Travis?"- urlai furioso.
-"Mi dispiace!"- rispose Louis disperato.
-"Cazzo Louis! Dimmi dov'è mio figlio!"-
-"Fast, è da lui. È entrato dalla porta principale. Pensavo fosse Elsie, perché aveva una copia delle chiavi. Due dei suoi mi hanno tenuto fermo mentre prendeva Travis dalla culla e lo portava via con sé."-
-"Lo ammazzo! Lo ammazzo!"- scattai subito urlando con quanto fiato avessi in corpo. Con passi veloci raggiunsi la macchina, dovevo assolutamente andare a riprendere mio figlio e stavolta Fast non l'avrebbe passata liscia.
-"Harry fermati!"- mi raggiunse Louis prendendomi per il braccio.
-"Cazzo lasciami!"- gli urlai contro.
-"Ma non capisci? Ti staranno aspettando! Fast ti conosce molto bene! Sa che andrai da solo e ti ammazzeranno prima di arrivare a Travis! Devi pensare ad un piano prima di andare!"-  In effetti non aveva poi tutti i torti, pensandoci bene Fast si aspettava un comportamento del genere, soprattutto conoscendomi. Non ragionavo quando ero in preda alla rabbia. Louis aveva ragione, dovevo pensare lucidamente senza mettere in pericolo la vita di Travis.
-"Okay...Che pensi di fare?"- domandai piano a Louis.
-"Chiamiamo i ragazzi, Zayn, Niall e Liam. Sono sicuro che ci aiuteranno."- annuii sconfitto, andando verso Elsie e perdendomi in un suo abbraccio. Iniziai a piangere quando mi strinse. Ero stato calmo per tutto questo tempo e adesso i nervi stavano per cedere, crollai.
Louis chiamò i ragazzi borbottando qualcosa che non riuscii a comprendere. Stavolta non potevo fare tutto da solo, avevo bisogno di aiuto.
-"Elsie..."- sussurrai piano.
-"Harry, andrà tutto bene. Lo uccido io prima di te."- 
-"Cosa? Pensi che ti porti con noi?"- scattai subito. Lei non doveva assolutamente venire con noi, era troppo pericoloso per tutti.
-"Sì, Harry. Travis è anche mio figlio."- rispose decisa.
-"Non se ne parla!"- ribadii  asciugandomi le lacrime.
-"Harry non puoi farmi questo!"- urlò esasperata.
-"Devi stare al sicuro Elsie! Non voglio perdere anche te!"- la supplicai, ma Elsie era testarda. Se avesse deciso che sarebbe venuta, l'avrebbe fatto.
-"Ed io non voglio perdere te e Travis. Ti ricordo che ho perso Holder e la mia famiglia proprio oggi, due anni fa."- singhiozzò tra le lacrime
-"No, Elsie! Ti ho detto di no!"- diedi un pugno sul prato scaricando la frustrazione.
-"Harry non puoi farmi questo!"- urlò più forte di prima.
-"Smettila Elsie! Non discutere cazzo!"- A quelle parole mi lanciò uno schiaffo in pieno viso. Si ritrasse subito dopo spaventata mentre io mi portavo una mano sulla guancia dolorante. Cavolo, cos'era appena successo?
 -"M-mi dispiace."- balbettò spaventata.
-"No, Elsie. Lo meritavo."- risposi freddo, distante.
-"Scusa..."- mi ripetè abbracciandomi. Ma io ero troppo furioso per circondarla con le mie braccia. Volevo proteggerla, invece stava facendo di tutto per farsi ammazzare.
-"Harry..."- mormorò confusa.
-"Sta zitta." ringhiai a denti stretti fissandola senza emozione.
-"Harry! Elsie! Andiamo! Sono arrivati!"-  ci avvisò Louis. A quel punto strattonai Elsie e le diedi un bacio forte sulle labbra, molto violento. Ero sicuro di averle fatto male.
-"Facciamo i conti a casa, tesoro."- l'avvertii irritato sulle sue labbra, poi la presi per il polso e la condussi verso la macchina che stava guidando Liam. Non c'era posto per lei, eravamo già in troppi. Dovevo lasciarla a casa e chiudere a chiave la porta, dovevo proteggerla e non farla venire con noi. Non potevo minimamente immaginare se qualcosa fosse andato storto e se di mezzo ci fosse andata proprio lei. Dovevo ascoltare il mio istinto, invece la portai sulle mie gambe e la tenni stretta, forse più del dovuto. Quando i miei occhi si abbassarono verso il suo polso, vidi i segni delle mie dita. Ero stato davvero troppo scontroso e rude con lei.
-"Scusa..."- le sussurrai piano. Lei mi guardò confusa. -"...per il polso."-
Annuì semplicemente girandosi a guardare il paesaggio dal finestrino. Era così bella anche quando era triste, l'amavo tanto. Ma adesso c'era la vita di nostro figlio in pericolo, dovevo lasciar andare la rabbia e la frustrazione accumulata nei suoi confronti per usarla contro Fast e salvare nostro figlio.

Tutto quello che non vi ho mai detto 4 | MRS STYLES SERIES Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora