Capitolo 20

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Capitolo 20 - Mrs Styles 4

Ero sdraiato sul mio letto guardando il soffitto. Non riuscivo a chiudere occhio e riposare perché sapevo che lei nell'altra stanza con nostro figlio e a dividerci c'era solo una parete. Mi vergognavo molto per il mio comportamento, soprattutto per quello che le avevo detto e per i pensieri brutti su Travis. Era un piccolo bambino innocente, non un mostro! Mi sentivo talmente in colpa che piansi. Ero un fiume in piena e cercai di soffocare i miei singhiozzi con il cuscino. Ero stato uno stupido idiota, non meritavo neppure il suo perdono. Ma la vita mi aveva dato un'altra occasione e stavolta non l'avrei sprecata, anzi avrei fatto di tutto per farmi perdonare completamente. Non volevo più essere uno stronzo, un coglione e un irresponsabile. Io dovevo essere un ottimo padre, un ottimo marito e un ottimo amante. Lo dovevo a loro e a me, al destino. All'improvviso trattenni il fiato e le lacrime, avevo sentito dei passi nel corridoio e non erano di Elsie, ma di Lucia. Non volevo assolutamente che lei mi vedesse in quello stato, perché l'ultima volta mi aveva abbracciato e poi mi aveva sgridato per essere stato uno stupido per aver lasciato Elsie. Al ché l'avevo guardata negli occhi e lei mi aveva sferrato uno schiaffo talmente forte da farmi girare il volto. Poi si era scusata e mi aveva detto di andarmi a riprendere la mia famiglia, perché Elsie era una brava ragazza ed era talmente innamorata da potermi perdonare. Ed ora lei era lì, con nostro figlio, pronta a ricominciare.
Mi alzai ed andai verso la porta, asciugandomi gli occhi con la mano.
Quando sentii la voce di Elsie, impastata dal sonno richiamare Lucia, restai immobile e aspettai che si dicessero qualcosa, qualsiasi cosa che mi sarebbe stata utile per farmi perdonare.
- "Mrs Styles, finalmente si è svegliata.»" - disse Lucia con tono allegro.
-"Oh, la prego, Lucia, non mi chiami in quel modo." - rispose Elsie, evidentemente infastidita.
-"Sai, Elsie, lui mi ha parlato tanto di te in questi mesi. Ha passato notti insonni, e a volte veniva da me ed io ascoltavo ciò che aveva da dire. Lo cullavo, e poi si addormentava come un bambino sulle mie gambe. Ha avuto anche degli incubi. Nel cuore della notte gridava il tuo nome, e poi andava a bere in qualche bar."- Perché? Perché dirle tutte quella merda? Elsie non doveva sapere quanto male io fossi stato, quante cavolate avevo commesso per lei. Non mi avrebbe perdonato se le avessi confessato tutto.
-" Sfogati piccola, fallo. Hai trattenuto dentro troppe cose anche tu. Essere forti non sempre aiuta."- Quando sentii dei singhiozzi, non riuscii più a trattenermi. Sapevo che non era Lucia a piangere, conoscevo bene Elsie, sapevo distinguere un pianto felice da un pianto triste e quello era proprio un pianto triste e doloroso. Allora abbassai la maniglia e feci irruzione nella camera di Elsie. Trovai lei con le mani sul grembo a piangere ma quando mi vide, le sue lacrime si arrestarono.
-"Lucia." - le dissi, facendole segno di lasciarci da soli. Lei andò da lei sfiorandole la guancia con un dito e poi con passo svelto mi superò, lasciando la camera.
-"Che sei venuto a fare qui?"- mi chiese Elsie, ferita.
- "Elsie, perché!?" - quasi urlai, esasperato.
- "Smettila Harry! Smettila! Perché sei tornato, perché?!" - Parlava a singhiozzi e si teneva la testa tra le mani. Quelle parole mi ferirono a tal punto da non riuscire neppure a risponderle.
-"Io..." - cominciai a dire qualcosa, ma nulla. Riuscivo solo a sentire le lacrime uscirmi dagli occhi e mentre la vista divenne sempre più offuscata, guardai Elsie e il suo dolore. Mi girava la testa e mi sentii male per tutto quello che le avevo fatto passare. Non riuscivo a capire come farmi perdonare, perché forse era presto, così feci l'unica cosa che mi veniva meglio fare: stare in silenzio ed abbracciarla. La tenni stretta a me mentre piangevo sul suo collo e sentivo il suo dolce profumo invadermi il corpo. Lei non mi respinse, anzi mi abbracciò ancora più forte, come quando facevamo l'amore. Lei aveva bisogno di me come io di lei.
-"Mi dispiace." - sussurrai tra i suoi capelli. - "Scusami tanto..Elsie. Perdonami se puoi."- lei si staccò dal mio corpo ed io persi subito un battito. Non volevo lasciarla mai più, non volevo esserle distante. Volevo tenerla stretta a me per sempre.
Elsie mi costrinse a guardarla negli occhi, erano rossi e ancora pieni di lacrime ma non distolsi lo sguardo. Amavo guardarla e l'avrei fatto all'infinito. Poi notai che lei stava fissando le mie labbra ed era incerta, il suo corpo era diventato rigido e mi guardava come se stesse combattendo dentro una battaglia più grande di lei. Ma quando si avvicinò pericolosamente al mio viso e fece incontrare le nostre labbra, mi persi. Non capivo più cosa stavo facendo, dov'ero e cosa era successo. Ero in palla e continuavo a baciarla cercando un modo per avere di più, per andare più in profondità. La strinsi a me, petto a petto, mentre passavo dolcemente una mano nella sua schiena, su e giù per farla rilassare. Con l'altra mano stavo tenendola stretta a me, prendendola per i fianchi. Non sarei riuscito più a staccarmi e soprattutto non volevo farlo. La baciai con più passione per farle capire quanto mi era mancata in tutto questo tempo e le promisi con quell'unione che sarebbe stata l'unica d'ora in poi. Ci sarebbe stata solo lei, anche se avessimo litigato, io sarei ritornato sempre da lei.
All'improvviso la sentii irrigidirsi di nuovo e si staccò bruscamente da me. La sentii dire qualcosa e poi scappò via, verso il bagno. La chiamai, ma fu inutile. Si chiuse dentro a chiave.
Allora mi lasciai andare a terra, il pavimento del corridoio era freddo ma non mi importò. Prima o poi sarebbe dovuta uscire da lì e avremmo parlato, perché volevo chiarire sul serio.
I miei pensieri vennero interrotti da un messaggio di Louis che mi arrivò sul cellulare, lui e i miei amici erano pronti a venire per vedere Travis. In questi ultimi mesi senza Elsie, avevo ripreso in mano la mia vita ed avevo socializzato con bravi ragazzi. Liam Zayn e Niall erano diventati in poco tempo indispensabili per me. Una notte mentre ero ubriaco, avevo raccontato tutta la storia con Elsie e loro il mattino dopo non avevano aperto bocca. Avevano imparato a conoscermi e sapevano come trattarmi. Ero fortunato ad aver trovato loro.
Elsie non ci stese molto lì dentro, uscì dopo pochi minuti e senza accennare ad uno sguardo mi superò. Al ché mi arrabbiai e le presi il polso, forse mettendoci più forza del dovuto perché quando si voltò, vidi una smorfia di dolore sul suo viso.
- "Che significa?" - le chiesi pacatamente. Non volevo litigare, non dopo averla baciata in quel modo.
sussurra con voce roca.
-"Nulla, Harry." - mi stava facendo impazzire.
- "Vuoi dirmi che quel bacio non ha proprio significato nulla per te?" - domandai deluso. Elsie non mi rispose, continuò a fissarmi mentre io iniziavo ad arrabbiarmi di nuovo.
- "Non ci credo!" - sbottai esasperato.
-"Tu..i-io.."- non riuscii a finire la frase, mi limitai a lasciarle il polso. - "I ragazzi saranno qui a momenti. Ti aspetto giù." - le annunciai freddamente. Poi la superai e scesi al piano di sotto senza rivolgerle uno sguardo. Lei non disse nulla e non mi fermò, così aprii la porta di casa e uscii fuori sedendomi sulle scale e aspettando che i miei amici venissero in aiuto.

Tutto quello che non vi ho mai detto 4 | MRS STYLES SERIES Where stories live. Discover now