Capitolo 22

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Capitolo 22 - Mrs Styles 4

Era notte fonda, ed io e Elsie avevamo parlato per molte ore. Si era addormentata tra le mie braccia e mi teneva stretto a lei, come se fosse la prima volta. Avevo scoperto che durante la mia assenza aveva lavorato come cassiera in un mini-market in centro, fino a quando il proprietario non aveva scoperto della sua gravidanza e l'aveva licenziata. Si era poi guadagnata da vivere in una sartoria, ricamando tutte tovaglie e altre cose da donne. La signora per cui lavorava l'aveva capita e protetta per gli altri 5 mesi dalla nascita di Travis. Guadagnava una miseria ma riusciva a sopravvivere a stento a fine mese. Infatti, con qualche risparmio aveva comprato una catenina dove inserire gli anelli. Le avevo chiesto se aveva mai pensato di venderli per pagare le bollette. La sua risposta era stata a dir poco toccante. "Non potevo. Era come se avessi venduto me stessa. E poi ti volevo vicino, e l'unico modo era quello di sentirti nel mio cuore." Mi disse giocherellando con il tessuto nero della mia maglietta. Mi aveva davvero commosso. L'amore che ci univa era più forte di qualsiasi cosa. Ma ogni volta che lei mi raccontava della sua vita senza di me, una rabbia forte e furiosa risaliva in me perché mi sentivo in colpa. Era, forse, l'unica cosa che non mi avrei mai perdonato per tutta la vita. Lei viveva di me e del nostro bambino, senza un soldo e sola, ed io me la spassavo tra soldi, alcol e donne. Se avessi potuto ritornare indietro nel tempo, l'avrei fatto. Sul serio, sarei rimasto accanto ad Elsie in tutte le difficoltà.

Il suono del mio cellulare mi distolse dai mie pensieri mentre guardavo Elsie dormire beatamente accanto a me. Chi poteva essere alle 3 del mattino? Il mio display indicava il nome di Jess tra le chiamate in entrata. Mi allontanai per un attimo da Elsie in modo da poter rispondere senza disturbarla. Inoltre non volevo che lei sentisse la voce di Jess.
-"Pronto?"-
-"Dove sei?"- domandò Jess tra i singhiozzi.
-"A casa. Sai che ore sono?"- le dissi infuriato. Il mio tono di voce era basso ma autoritario e serio. Elsie si girò nel lato sinistro del letto e abbracciò il cuscino dove c'ero io poco prima. Rimasi immobile e in silenzio per paura di svegliarla.
-"Io ti aspettavo, Harry."- rispose Jess esitante. Sapeva che quando erk arrabbiato non rispondevo delle mie azioni. Era come se avessi una doppia personalità.
-"Be', non posso venire, vai a dormire."- ringhiai a denti stretti, ma più che un comando fu una supplica. Camminai nervosamente sù e giù per la stanza impaziente di una sua risposta, quella dannata chiamata stava durando più del previsto.
-"No, Harry. O vieni subito, o tra noi è finita."- disse, severa. Bene, almeno mi ha tolto il pensiero di lasciarla domani. -"È finita, Jess. Ma onestamente non era mai iniziata."- il suono della mia voce era calmo, pacato e assolutamente serio. Non volevo combinare altri danni.
Sentii solo un gran rumore e la chiamata si chiuse. Conoscendola, immaginai che avesse appena lanciato il telefono da qualche parte, magari contro il muro. Sospirai sereno e ripresi fiato. Jess non era più un problema, adesso dovevo solo dedicarmi ad Elsie, a Travis, la mia famiglia. Dovevo assolutamente farmi perdonare da entrambi.
Improvvisamente dovevo andare in bagno, forse avevo pianto troppo o forse avevo bevuto troppo. Andai verso la porta e l'aprì, così andai in bagno e poi tornai, chiudendomi alle spalle tutto.
Aspetta! Ma Louis non aveva chiuso a chiave?
Il mio caro e vecchio amico Louis aveva lasciato aperto, perché sapeva che nessuno dei due avrebbe avuto il coraggio di aprire quella porta. Sapeva che avremmo fatto pace e che Jess non era più un problema, dovevo ringraziarlo.
Dopo essermi tolto questo sassolino dalla scarpa, andai a dormire e mi accoccolai vicino al corpo esile di Elsie stringendola a me. Chiusi gli occhi e gli diedi un bacio dolce sui capelli, poi mi tuffai in un sonno profondo, uno di quelli che avevo scordato di poter fare.

Quando mi svegliai, ero riposato e rinvigorito. Non dormivo cosi bene da chissà quanti mesi, mi stupii anche del fatto che fossi in pace con me stesso. Il fagottino che era accanto a me, era ancora dolcemente addormentato. Elsie era bellissima, soprattutto con quell'aria serena e senza problemi. Aveva bisogno di riposare, il parto era stato davvero molto faticoso per lei.
Mi alzai riluttante, non volevo lasciarla ma Lucia era con Travis da ieri, e onestamente mi mancava mio figlio.
Scesi dal letto e andai giù per le scale facendo bene attenzione a non fare rumore. Lucia non era in salotto, sicuramente era in cucina: il suo posto preferito. Era seduta su una sedia mentre dava da mangiare al piccolo Travis. Sorrisi quando li vidi così sereni. Tutti erano sereni in questa casa.
-"Buongiorno, Lucia."- le dissi, annunciando il mio arrivo.
-"Harry, buongiorno. Sto dando da mangiare a questo piccolino che aveva una gran fame."-
-"Ti ringrazio per averlo tenuto con te per questa notte, io ed Elsie avevamo bisogno di parlare."-
-"Figurati, io sono così contenta che tutto si è risolto nel migliore dei modi. Avete chiarito, no?"-
-"Sì, è tutto okay adesso."-
-"Bene, e l'altra signorina?"- Lucia rise, non le era mai piaciuta Jess.
-"Non è più un problema."-
-"Bravo ragazzo, sei davvero un bravo ragazzo."-
-"Na, io sono un cattivo ragazzo."-
-"Forse lo eri, ma dentro tu non lo sei mai stato."- Rivolsi lo sguardo a Travis perché mi stava fissando con i suoi enormi occhioni verdi. Era incredibile quanto mi somigliasse. -"Comunque il tuo amico Louis mi ha consegnato le chiavi della camera ed io stanotte mentre facevo passeggiare un po' Travis sono venuta a vedere la situazione. È stato bello vedervi dormire abbracciati, una scena davvero commovente. Si vede quanto ti ama e si devi quanto la ami."-
-"Sì, io la amo."-
-"Bene, corri da lei, magari vuole fare colazione."-
-"Grazie di tutto."- le dissi mentre mi allontanavo in fretta.

Tutto quello che non vi ho mai detto 4 | MRS STYLES SERIES Where stories live. Discover now