Non mi meriti come figlio...

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Notte tra il 30/06/2017 e l' 01/07/2017

Caro Dario,
con la maturità non ho avuto proprio molto tempo per scriverti.
Oggi ho avuto un altro litigio con quella sottospecie di essere che dovrei chiamare padre, che quando aziona quella sottospecie di cervello che ha- o che dovrebbe avere, quel pezzo di merda che da molta più importanza ad una bottiglia di birra che a me- naturalmente, magari non esplicitamente, dice sempre una frase che- a mio avviso- nessun genitore dovrebbe anche solo pensare:
DOVEVI MORIRE PRIMA DI NASCERE.

Ormai mi sto sempre più convincendo che non solo lo pensa, visto che me lo dice sempre, ma addirittura- e il che è grave- che lo crede davvero.

Io non riesco a sopportare questo. Posso tollerare di tutto, ma su questo non posso non esplodere. Per lui io sono un peso di cui sbarazzarsi il prima possibile. E anche per me sta diventando lo stesso per lui, la cosa è reciproca. Non posso più vederlo (e il primo che mi parlerà bene di lui, gli dirò tutto quello che mi ha fatto, perché sappiano con chi hanno a che fare).
Perché- devi sapere- che il signorino sa farsi benvolere (ah queste maschere ...), si rende disponibile... Per gli altri- ovviamente. Stasera mi è venuto a prendere per darmi un passaggio, ma potevo benissimo salirmene a piedi a casa, sono solo 2,2 Km a piedi, ho le gambe lunghe e non è mica la prima volta che salgo di notte in campagna. Ma... lui mi crede un bambino. Io per lui non conto nulla. Non gliene frega un cazzo di me. E a me non importa più nulla di lui. Vuole rovinarsi il fegato? Lo faccia pure, tanto la cosa non mi riguarda.

"È pur sempre tuo padre" mi si potrebbe obiettare. Ahahahahahahahahahah che ridere. Questa si che è bella, ahahahahahahahahahah.
Sulla carta sicuro, ma dal punto di vista umano vale meno infinito (purtroppo non esiste valore più basso, altrimenti avrei dato quello). "Verba volant, scripta manent" dicono i latini, ma in questo caso verba sono i fatti, e quelli non vengono scritti.

Il tipo però cerca di farmi cambiare idea, ma tutte quelle volte che mi ha "trattato bene" sono così poche che si potrebbero contare sulle dita di una mano. Al mio diciottesimo mi stava mettendo in ridicolo davanti agli invitati (idem al matrimonio di mio cugino Vincenzo in Germania- lì gli stavo per gridare: "Ti vo zittir, testa i cazz?"), naturalmente perché dovevo eseguire un ballo che è un mio "cavallo di battaglia"- ma dettagli.
Apparte il babbio, u facc i cazz cchi è, aviss a parrar quann piscia a jaddrina. (= Mai)
Apparte il carattere comico che sta prendendo lo sfogo, torniamo a oggi pomeriggio.

Mi ha tante volte mancato totalmente di rispetto, ed ogni volta si supera. Infatti oggi, mentre ripassavo latino (che già è leggermente complesso di suo), irrompe con un suo amico nella mia stanza (e menomale che avevo i pantaloncini) perché doveva montare le persiane. Io, naturalmente, non essendo stato avvertito, appena lo sento arrivare scatto a sistemare per evitare che inciampasse (macar Dij aviss carut e si fuss spaccat i corna), ma comincia a prendere alcuni oggetti e lanciarli dove più gli piace e si mette a stulliare e scassar i cazz. Non parliamo poi delle bestemmie, io che (dovevo morire prima di nascere- sottinteso) sono un minchione, un figlio inutile, demente, stupido ( e va beh, facciamoci l'abitudine), c'è lo schifo in camera mia, che dopo gli orali chiuderà la casa (ma sottovaluta che ho le chiavi il pezzo di merda). Insomma, che non mi sopporti lo avevo già capito, ma che mi stessi cacciando di casa mi è nuovo, eppure non mi stupisce affatto. Poi il suo amico mi chiama (gridando come se fosse mio padre) e mi dice:" Filì m'arraccumann, sutta u tavulin nno salon, lassaj i tavul virniciat. M'arraccumann mettic I pied 'ncap, cca pua tti fazz virniciar ij cca lingua".
" Ma io lì ci devo mangiare, ora devo mangiare con la puzza della vernice?" rispondo piuttosto scocciato, ma lui continua a guardarmi tra il seccato, l'irritato, l'incazzato e l'incredulo, ma non mi risponde e se ne va con l'altro intelligente. "Arrivederci" gli grido, cercando di essere il più educato possibile, ma appena se ne vanno urlo " E vaffanculo!"
Cioè, sto qua viene a casa mia e si mette a dettare leggi perché è amico con quel minchione? Lo facevo più intelligente il tipo, evidentemente mi sono sbagliato. Ma se a lui non importa un cazzo di me, non importa più di tanto. Non è mio "padre", ma che voglia esserlo, onestamente, no.
Preferirei essere adottato da due padri, piuttosto che essere suo figlio, e questo viene esteso da quello che penso di quella sottospecie di essere.

In poche parole io devo semplicemente stare zitto e sottomettermi come fossi la loro puttana. Ma vadano a farsi fottere.

Ad ogni modo tutto questo mi fa incazzare ed io non posso restarne indifferente, quindi comincio a buttare voci sfogandomi.

Da un po' penso che quella sottospecie di essere sia un fallito come padre e questa è una conseguenza che deriva dalla frase di cui sopra.

E il nervoso è difficile da digerire. Io dovrei fregarmene di questo, ma non posso restarne completamente indifferente, e se qualcuno mi dicesse " Vabbè, hai un rapporto edipico con tuo padre", gli risponderei che non è semplicemente un rapporto edipico, ma tutt'altro. Il mio comportamento nei suoi confronti è la conseguenza del suo nei miei. Lo dico, perché mi si potrebbe dire che il mio è un volere scaricare la colpa su lui, ma non è così.

Ovviamente poi ho mandato a fanculo il latino e sono salito sopra a vedere quelle "tavole". ERANO PURE IN CUCINA, BAGNO E CAMERA DA LETTO!! Non posso più neppure cucinare.

Mi fanno schifo entrambi. Che poi a che cazzo servono queste cose, boh!
Loro stanno particolarmente attenti a ciò che dicono le persone (cosa di cui io me ne strafotto altamente), ma anche venisse una persona autorevole e dicesse "Hai le persiane rovinate" io gli direi "E tu picchì un ti fa i cazzicieddr tua?".

Comunque non è finita qui. Ho un conto corrente (che il signorino ha provveduto in tutta fretta a farmi aprire e che immagina come prolungamento del suo- ovviamente) che viene controllato (altra prova che non si fida di me). Ogni volta che lo controlla (chiede al direttore della banca di dargli delucidazioni su quel che faccio con il mio conto) arriva a casa e mi chiede quanti soldi ho sul conto e di stare attento a non andare sotto.

Allora, apparte che sotto non ci posso andare, ma se chiedi al direttore ciò che faccio con il mio conto, da me che vuoi? La conferma dei dati- come se poi il direttore gli mentisse? E apparte la violazione della mia privacy (dico bene no?), credo che una bella punizione sia che ogni volta che lui controlla il mio conto, vengono presi 50 euro dal suo conto e trasferiti nel mio e messaggio che mi informa dell'avvenuto versamento (accussì almeno gli finisce la voglia di chiedere), perché se io facessi lo stesso con lui la risposta è:" Fatti i cazzi tuoi. Non ti interessa come spendo i MIEI soldi. E basta." . Ecco come mi risponderebbe. Chissà cosa vuole nascondere a me, mia madre e mia sorella, ma se preferisce spendere soldi in sigarette (non di rado compra la stecca) e alcolici (vino e birra suoi grandi amori) faccia pure. Ma se dovesse succedergli qualcosa, io non ci sarò per lui.
Ed ho concluso.

Filippo

Caro diario ti scrivo ... pagine di sfogoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora