Capitolo 1 - il ritorno del re

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Merlino non poteva crederci.
Dopo anni e anni a fissare quel lago con la speranza nel cuore, qualcosa stava cambiando.
Era iniziato tutto quella mattina: si era svegliato nelle sue vecchie, giovani sembianze. Certo, era vero che poteva cambiare aspetto a piacimento e che assumeva quello del vecchio per comodità, per cui non ci aveva dato peso più di tanto.
Ma lì, davanti al lago capì che era stato un segno.
Qualcosa stava accadendo.
Qualcosa di grosso.
Osservò il lago, qualcosa si stava muovendo. La superficie si riempì di bolle, stava riemergendo, il suo padrone stava tornando da lui. Merlino era felice più che mai, un sorriso si allargò sul suo volto, assieme a un piccolo grido di gioia.
Ma l'urlo vero avvenne quando quella testa di fagiolo emerse dall'acqua. Artù Pendragon emerse dall'acqua annaspando in cerca di aria. Cercò di capire dove si trovasse, ma l'unica cosa che il giovane re capiva era semplicemente che non si trovava sulla terra ferma.
Merlino, dalla gioia, iniziò a saltare in tondo, ma fece solo qualche giro poiché un dolore alla schiena lo bloccò. Dannazione, avrebbe dovuto tornare giovane per quel giorno!
Merlino tornò a guardare Artù, che nonostante la pesante armatura, aveva già iniziato a nuotare verso la riva, in direzione dell'unico uomo sulla riva.
Quell'uomo sembra familiare, chi mai potrebbe essere? pensò Artù Pendragon. Ma non fece in tempo a formulare ipotesi, che un gommone lo travolse in pieno.
Il guidatore del veicolo si guardò indietro, sperando di non aver ucciso nessuno, ma poi tirò dritto.
Ah già... Merlino si era dimenticato che il lago era diventato navigabile.
Come prima cosa si ripeté più volte "stupido!" nella sua testa, ma poi smise, vedendo il giovane re riemergere per la seconda volta.
Artù ricominciò a nuotare, ma stavolta con più attenzione.
Arrivato a riva, Merlino aiutò Artù ad uscire dall'acqua. Merlino allargò ancora di più il suo sorriso, ma Artù non ebbe la reazione che il mago si sarebbe aspettato.
"E tu chi saresti?" Il sorriso del giovane mago si spense; egli, infatti, si era immaginata una reazione gioiosa. Non avrebbe mai pretesto che Artù Pendragon, un reale, si fosse messo a saltare e a urlare come una femmina, saltargli al collo e urlandogli: "ODDIO SONO TROPPO CONTENTO DI RIVEDERTI!" ma almeno un: "Merlino! Accidenti, quando tempo... amico mio..." o qualcosa del genere, ma neanche riconoscerlo no, non se lo aspettava proprio.
"Artù!" Cominciò Merlino. Il re abbassò lo sguardo per un secondo e poi lo rialzò con le sopracciglia alzate.
"Sono io!" Disse con voce allegra.
"Artù sono Merlino!" Disse il mago.
"Merlino? Nooooo, non è possibile! Merlino è più giovane, ha i capelli neri, non ha rughe,..." e mentre il re continuava ad esporre la sua lista, Merlino tornò nelle sembianze del giovane mago che era un tempo, quando ancora serviva il re, quando ancora Morgana Pendragon minacciava il regno di Camelot, quando aiutava il medico Gaius, quando era amico di Gwen, quando... quando non poteva usare la magia... in qualche modo, gli mancavano quei tempi e ogni volta che ci pensava aveva un po' di malinconia. In fondo, quella era l'era in cui aveva conosciuto i suoi più cari amici e ora, nessuno - a parte Artù - era ancora vivo.
Una volta terminata la sua trasformazione Artù rimase scioccato nel vedere che era effettivamente il Merlino che conosceva. La sua voce si mozzò e non riusciva a trovare le parole giuste per quel momento.
"Merlino... io..." provò, ma Merlino aveva capito ciò che stava tentando di dirgli e lo precedette.
"Si anch'io sono felice di rivedervi!" Disse Merlino. "Testa di fagiolo!" Aggiunse, non seppe il perché, ma gli sembrò appropriato dirlo.
"Anch'io!" Disse Artù. "Cosa è successo?" Aggiunse dopo alcuni secondi di sguardi e silenzio.
"Beh ecco... come posso dirvelo in parole semplici e chiare... siete morto..."
"CHE COSA?"
"...ma poi siete magicamente resuscitato!" La faccia furiosa di Artù si trasformò in una faccia sorpresa, quasi da vincitore. Merlino non poteva dargli tutti i torti per aver assunto quella faccia, in fondo aveva sconfitto la morte.
"Oh! Quindi sono resuscitato?! Bello, davvero bello!" Disse Artù sempre con la solita faccia stampata sul volto.
"Credo che la parola perfetta sia 'figo'!" Lo corresse Merlino.
"Figo?" Chiese Artù, questa volta con una faccia interrogativa.
"È un termine molto usato di questi tempi, lo usano spesso i giovani." Artù annuí. Merlino assunse un piccolo sorriso.
"Fiiiigo!" Iniziò Artù. Merlino trasformò il sorriso in un'aria seria, ma che diavolo stava facendo.
"Fiiiiiiiigoooooouuuuu!" Continuò Artù, arricciando il naso, tirando su le sopracciglia e mostrando i denti a mo' di castoro.
"Fooooooigu!" Questa volta aprí la bocca un un enorme "O".
"Ffffffigo!" Portò io collo in avanti e rifece i denti a mo' di castoro. Okay, Merlino ne aveva avuto abbastanza.
"Cosa state facendo?" Chiese con un tantino di timore.
"Sto cercando di interpretare al meglio questa parola! Sono il re, devo avere una pronuncia perfetta!"
"Non per togliervi la soddisfazione di avere il potere o che altro, ma... voi non siete più il re!" Artù aveva allargato le narici, portato la testa all'indietro e la bocca spalancata, ma appena sentì quelle parole, la testa e il naso tornarono normali tranne la bocca, quella rimase spalancata.
"Come sarebbe a dire?" Disse con voce severa, lo stesso tono che usava per rimproverare Merlino. Quest'ultimo fece l'inizio di una risata assieme a un piccolo sorriso, non seppe perché ma quella situazione lo divertiva.
"Merlino!" Lo richiamò Artù con toni calmo, ma Merlino continuava a ridere.
"Merlino!" Questa volta usò un tono più secco e severo, ma il suo servo non smetteva di ridere.
"MERLINO!" Urlò e Merlino bloccò la risata e lo fissò. "Ti ho fatto una domanda!"
"Ah beh, ecco,come vi ho detto, voi non siete più il re..."
"QUESTO ME L'HAI GIÀ DETTO! MA CHI È CHE COMANDA CAMELOT ORA?" Il tono spaventò Merlino, ma non se ne stupì, era rimasto il solito Artù.
"La regina Elisabetta seconda..."
"Oh! Strano. Per quanto io conosca il mio albero genealogico, non ricordo nessuna Elisabetta seconda, quindi è un'impostora, e la ucciderò!" Artù estrasse la spada.
"Artù sono passati decenni prima che voi tornaste, i Pendragon non esistono più ormai!" Lo fermò Merlino, mettendogli le mani sulle spalle. Artù rimase in silenzio, dispiaciuto, e mise via la spada.
"Almeno spero che Camelot sia ancora in piedi."
"Non c'è più Camelot..." Artù lo fissò, con lo sguardo ancora più triste di prima.
"E Ginevra?" Merlino non sapeva come rispondere a quella domanda. O meglio, lo sapeva, ma non aveva abbastanza coraggio per dirgli come Ginevra avesse lasciato quel mondo per unirsi a quello dei morti, faceva troppo male per raccontarlo. Si limitò a fare dei no con la testa ed Artù afferrò il messaggio.
"E Gaius? Parsifal e tutti gli altri? Sono morti anche loro?" Anche qui, Merlino non ebbe il coraggio di raccontare come Camelot cadde e della sofferenza che ognuno di loro provò e si limitò ad annuire.
"Siamo rimasti solo noi!" Disse con tono basso. "Venite, ora dovete risposare! Presto vi spiegherò tutto!" Artù annuì e si diressero insieme verso la piccola casa di Merlino.
Ma la cosa che sia a Merlino che ad Artù sfuggì alla vista, fu che il lago si riempì nuovamente di bolle e un altro corpo risalì in superficie. Ma solamente due occhi uscirono dall'acqua, i quali scrutarono Merlino e Artù allontanarsi, appena i due furono fuori dalla sua vista, il corpo nuotò a riva ed uscì dall'acqua. I vestiti bagnati erano più pesanti di quanto avesse immaginato.
La seconda anima sfuggita alla morte rimase in mezzo alla strada, cercando di capire in che razza di luogo fosse finita. Un'enorme luce l'accecò, una macchina andava verso l'anima a tutta velocità. Continuava a suonare il clacson, ma l'anima non si spostò, anzi, rimase ancora più immobile. E quando la macchina stava per investirla, essa sbatté la mano sul cofano, il quale si deformò al contatto; la macchina si alzò da dietro per quasi due metri, ma poi ricadde all'indietro. L'autista scese dalla macchina e scappò via, ignaro a ciò che era appena successo. Ma non aveva visto il volto dell'anima perduta, era un volto pallido, scheletrico, pieno di odio. Aveva tenuto lo sguardo basso, ma appena l'autista scappò l'anima sollevò lo sguardo, felice di aver iniziato a seminare la paura appena tornata dal mondo dei morti. Si, credo che sia questa l'emozione che stesse provando in quel momento. Ma il suo piano era appena cominciato, l'unica cosa che doveva fare era guadagnarsi la fiducia di Merlino e di Artù, cosa non facile. Ma per lei non era un problema, perché ora anche lei sapeva dove stava Emris e non avrebbe avuto nessun problema ad ucciderlo. Già, nessun problema.
E ormai, i destini erano segnati, poiché Morgana Pendragon era riuscita a scappare dalla morte.

Merlin: una guida nel mondo moderno || MerthurWhere stories live. Discover now