Capitolo 3 - Una strega alquanto portata

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Il calderone ribolliva vivacemente, come un adolescente pieno di adrenalina ad una festa al college. Il vapore bianco risaliva verso il piccolo soffitto di paglia e l'acqua aveva uno strano colore verde e si sfumava verso l'interno, dove erano proiettate immagini, ben distinte, chiare. Tre persone: due uomini, una donna. La donna veniva tirata fuori dal lago, aiutata dall'uomo dai capelli color castano chiaro, mentre il secondo dagli occhi di ghiaccio e i capelli neri li aspettava sulla riva, pronto ad aiutarli ad uscire dall'acqua fredda del lago.
Mai Morgana Pendragon si sarebbe immaginata di rivedere la sua serva Gwen, più specificamente di rivederla attraverso un calderone, ma ancora più specificamente, di rivederla in una seconda vita.
Ricordava alla perfezione quel momento. Quel momento in cui ti accorgi di vivere di nuovo, ma allo stesso tempo credi di morire perché non riesci a trovar ossigeno. Ma poi attraversi la superficie piatta e nera di quel lago - quel lago che odiava, ma che allo stesso tempo era fondamentale per lei - e avevi la certezza di essere tornata nel regno dei vivi.
Quel lago, che era il suo portale, l'unico mezzo sull'intero pianeta per permetterle una parte della realizzazione del suo piano. Un piano che aveva pensato per quasi due secoli, un misto tra pensieri oscuri e pazienza, quella non mancava mai in lei, e neanche in quel momento. Vedeva Gwen risalire sulla terra ferma e un dolore le venne al petto, come se qualcuno l'avesse pugnalata improvvisamente. Una pugnalata di ricordi, dei tempi trascorsi con Gwen, quando era Morgana a governare e Gwen doveva stare ai suoi ordini. Quando erano amiche.
Ma Morgana non poteva permettersi di addolcirsi con quei ricordi, no non poteva proprio permetterselo! Gwen era solo una piccola, minuscola parte del suo malefico piano. Ed era soltanto l'inizio.
Aveva stretto un patto con la Morte stessa per arrivare fin lì. Per quanto la Morte fosse astuta era anche molto ingenua, e non era stato particolarmente difficile sedurla e farle accettare una richiesta che sembrava alquanto conveniente per colei che governava la città dei morti.
Il patto era semplice: un'anima, un anno della vita della giovane strega.
La parte in cui la morte si era rivelata ingenua? Morgana era immortale, la sua vita non era stata scritta con dei numeri, come quella di Gwen o Artù. No, la sua era l'infinto, non aveva numeri, perciò non se ne preoccupava di quando sarebbe morta, poiché la Morte stessa non lo sapeva.
La Morte conosceva ogni singola data in cui un'anima entrava nei suoi territori, li annotava nella sue mente nera e fredda e poi aspettava, aspettava fin quando una nuova vittima entrava nell'oscurità della morte, ed era lei stessa a decidere se far vedere all'anima la luce bianca del paradiso, o il fuoco rosso dell'inferno.
Quello che tutti chiamavano purgatorio non esisteva, la Morte aveva cercato di far capire agli uomini che erano solo bugie, ma dopo secoli e secoli, aveva rinunciato continuando a far credere ai vivi quel terzo mondo dopo la vita che poteva dare l'opportunità di vedere il paradiso.
La Morte si ricordava alla perfezione l'arrivo di Morgana Pendragon nel suo regno, aveva già deciso dove mandarla, il dialogo tra loro fu breve ed entrambe si ricordavano esattamente ciò che si dissero.
"Morgana Pendragon, finalmente..." le aveva detto la Morte. "Ti stavo aspettando da anni, mi ero annotata la tua data all'incirca tre mesi fa, cosa ti ha trattenuta all'esterno?" La Morte possedeva una voce femminile, anche se Morgana l'aveva sempre immaginata maschile, non diede segni di sorpresa o paura davanti all'ombra nera incappucciata davanti a lei.
"Mi ha trattenuto colui che mi ha uccisa, Emris, di sicuro avrai una data anche per lui, dimmi, sono curiosa di sapere quando rincontrerò il mio nemico nel tuo mondo?!" Aveva risposto Morgana, con tono sicuro, convinta che la Morte le avrebbe risposto. Ma invece, la Morte rise, una risata acuta, perfida, penetrante.
"Non ti dirò mai quando incontrerai Emris di nuovo, non è un mio dovere. Il mio unico dovere è di aspettare le anime in pena che hanno paura della decisione che prenderò per loro. Si chiedono se li spedirò all'inferno, oppure nel paradiso. Ma non sono mai scelte complicate, poiché io so esattamente chi arriva al mio confine, conosco la sua vita, i suoi peccati, i suoi errori, i suoi atti di eroismo, quanto è stato gentile con il prossimo. E in base a tutto ciò, decido se merita la luce o il fuoco. Dimmi, Morgana, non sei curiosa di sapere cosa ti spetta? Anche se ho come l'impressione che tu lo sappia già..."
"Non lo so mia cara amica Morte, dimmelo tu! Merito il paradiso?"
"No!" Aveva urlato la Morte, ma subito aveva ripreso con un tono calmo e piatto. "Andrai nelle più profonde oscurità dell'inferno, andrai tra i traditori e gli assassini, soffrirai così tanto che ti pentirai di essere morta!"
E così fu. Morgana soffrì, ma allo stesso tempo pensava alla sua vendetta, di come sarebbe tornata a vedere la luce e ad uccidere, finalmente, Emris.
E quando vide quella piccola luce provenire dall'alto capì che era il suo momento! Risalì più veloce che mai il cratere del fuoco e tornò dalla Morte, dove vide il suo caro fratellastro parlare con essa e poi andare via, tornare nel mondo dei vivi. Fu allora che lei uscì allo scoperto e parlò di nuovo alla Morte, si fece raccontare di quanto fu facile spedire tutti coloro che fecero parte della tavola rotonda in paradiso, e di quanto fosse stato divertente spedire lei e Uther giù nel fuoco. La fece distrarre e parlare, parlare parlare e parlare.
E il giorno dopo, Morgana Pendragon osservava i suoi nemici emergere dal lago nero, ignari di quanto la sua ira era potente, vendicativa, fredda, ma soprattutto spietata.
Gli occhi azzurri della strega passavano da un personaggio all'altro: guardò Gwen ma solo per pochi secondi, perché un'altra pugnalata le attraversò il petto.
Passò ad Artù, per il quale ebbe solo un unico pensiero: ma perché sta indossando una coperta per pic-nic?
Ma quel pensiero svanì subito, quando vide Emris. Ormai conosceva la sua vera identità come le sue tasche e non poteva credere che finalmente era un passo avanti a lui.
Il passato si era capovolto, ora era Morgana Pendragon a controllarlo, e non Emris a controllare lei. Sentiva nel suo cuore oscuro che questa volta avrebbe vinto.
Mancavano solo poche persone all'appello, più precisamente cinque, ma se ce ne sarebbe stato bisogno avrebbe fatto tornare anche qualcun altro, per lei non era un problema.
E aveva anche già deciso chi sarebbe stato il prossimo, avrebbe iniziato da quello che secondo lei era più importante, a quello che riteneva più inutile.
Aveva iniziato da Gwen, la persona più vicina al cuore di Artù, ma ora toccava ad Emris, avrebbe fatto tornare la persona a Emris più cara, poi sarebbe passata al resto della compagnia, ma questo più tardi, avrebbe lasciato passare giorni, forse una settimana prima di dare il via al suo piano, ma prima le serviva la compagnia al completo.
Decise di mettere un giorno tra un'anima e l'altra e così fece,
Preparati Emris!, disse nella sua mente, fissando il mago dritto negli occhi mentre quest'ultimo portava Gwen a casa sua come aveva fatto con Artù; preparati perché stavolta avrai molti più ostacoli da affrontare. E mi raccomando, prepara un bel letto caldo per il tuo prossimo ospite, ne avrà bisogno...
Poi l'immagine nel calderone cambiò, rivelando un volto ben distinto tra le luci del paradiso.
E Morgana rivolse all'anima un ultimo, piccolo pensiero che fu:
Preparati Gaius, tu sei il prossimo!

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