Capitolo 6 - Una strega in più che vuoi che sia?

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CRASHHHHH!!! Di nuovo, Merlino voleva uccidersi in quel momento.
"MERLINOOOO!" E la voce del suo capo gli riempì le orecchie. Merlino alzò gli occhi al cielo prima di voltarsi e vedere l'ennesimo disastro causato dai suoi amici, sul serio, ma cosa gli era venuto in mente?
Merlino si voltò e vide il posa cenere di cristallo che di solito stava su un mobile accanto a un enorme scrivania grigia, in mille pezzi a terra, e intorno Artù con in mano uno spolverino e Galvano con in mano il manico dell'aspirapolvere. Merlino li accigliò con uno sguardo e subito l'uno indicò l'altro, come due bambini.
"Merlino!" Lo richiamò il suo capo. Un uomo alto con una folta barba nera e due occhi marroni di nome Bob. L'agenzia si occupava di computer ed era anche di un certo livello, quindi non poteva permettersi nessun personale incapace. Merlino aveva iniziato come fattorino per i caffè e poi si era ritrovato fianco a fianco a Bob come una sorta di consigliere per far aumentare i profitti dell'azienda.
Prima che Merlino potesse dire qualcosa, Gwen entrò dal corridoio con un altro aspirapolvere, pronta ad aiutare Artù per la terza volta.
La ditta era un palazzo di quattro piani e aveva assegnato i lavori di pulizia a stanze e corridoi, dividendoli a coppie o singoli: al piano terra c'erano Parsifal e Sir Leon, al secondo Lancillotto ed Elian, al terzo Gaius e al quarto Artù e Galvano, mentre Gwen stava nel corridoio, ma a volte scendeva ad aiutare Gaius.
Gwen attaccò l'aspirapolvere e iniziò ad aspirare pezzi di vetro con l'aiuto di Galvano, Artù invece ricominciò a spolverare i soprammobili con la massima attenzione. Bob uscì dalla stanza con Merlino alle calcagna.
"E pensare che una volta avevo dei servi che pulivano per me..." commentò Artù. Si voltò per cambiare soprammobile e si bloccò dallo sguardo severo e cagnesco di Gwen.

"Non riesco proprio a capire come abbia fatto a darti retta!" Diceva Bob mentre si avviava deciso agli ascensori, pronto a salire in macchina e tornare a casa da sua moglie dopo una mattinata straziante: aveva firmato altri due contratti, ma aveva dovuto distruggerne uno che aiutava molto l'azienda in fatto economico. "Sono degli incapaci! È già la terza volta in due giorni che sono qua: prima il vaso, poi l'attaccapanni e ora il posa cenere, e tu più di tutti sai di quanto ho bisogno di fumare. Se non si danno una regolata sarò costretto a mandarli via!"
"Lo so, Bob, mi dispiace, ma vedi loro sono nuovi qui..." provò a spiegarsi Merlino. "Vedi è la prima volta che lavorano e sono un po' agitati..."
"Però una scopa nella loro vita l'avranno mai usata, ti pare?"
"Ehm... credo di si..." Bob lo guardò confuso e Merlino allargò le labbra in un sorriso su una faccia preoccupata e agitata, con sopracciglia alzate e naso arricciato.
"Non hanno mai usato un aspirapolvere?"
"Hanno un metodo piuttosto antico per pulire..." spiegò Merlino rilassando la faccia. Bob premette il tasto -1 e le porte si chiusero, ora erano del tutto soli.
"Non dirmi che sono rimasti nel medioevo con i servi che pulivano al posto loro?"
Bob non ricevette risposta e si voltò a guardare Merlino: di nuovo quel sorriso sulla faccia preoccupata.
"Una specie..." si sforzò di dire Merlino. Boh sbuffò e stava per mettersi a urlare dalla rabbia. "Per favore Bob dagli la possibilità fino a sabato, poi deciderai pure se mandarli via, tenerli, tenere solo qualcuno, ma per favore dagli un'ultima possibilità. Gli spiegherò tutto nei minimi dettagli, li farò diventare dei perfetti fattorini come ero io, te lo giuro!"
"Dubito che siano in grado di andare al bar e ordinare un decaffeinato macchiato freddo in tazza media da portare via con due bustine di dolcificante a parte." Fece una pausa mentre l'ascensore si apriva in un parcheggio pieno di macchine abbastanza costose.
"Si, ma dato che tu mi hai nominato ben cinque volte fattorino delle settimana, posso dire che sarei perfettamente in grado di insegnargli tutto quello che c'è da sapere! E poi, sono solo due che ti fanno problemi, per favore Bob pensaci!"
Arrivarono alla macchina e Bob l'aprì a distanza. Una giulietta nera che faceva lucidare e lavare ogni giorno per farla apparire impeccabile, come la sua personalità del resto.
"Beh non posso di certo dire che Gwen o Lancillotto non sappiano pulire alla perfezione le scrivanie, mai viste così luccicanti... e va bene, gli darò la possibilità fino a sabato, ma per ora solo alcuni sono sicuro di prendere e non ti dirò chi!"
Bob salì in macchina.
"Grazie Bob sei un amico!" Commentò Merlino prima che la portiera si chiudesse. Bob mise in moto e salutò Merlino con un gesto della mano prima di sparire su per la rampa d'uscita.
Merlino seguì ma macchina con la vista finché poté e poi si diresse verso l'ascensore, ma appena si voltò una figura a lui molto familiare gli bloccava la strada.
"Ciao Merlino!" Lo salutò Nimue.
"Nimue..." disse Merlino con disgusto. "Pensavo che tu fossi morta!"
"Già lo pensavo anch'io!" Rispose Nimue. "La cosa strana è che sono tornata proprio quando stavo iniziando a stufarmi delle fiamme dell'inferno, ma la cosa ancora più strana è che non so come o chi mi abbia fatta tornare. Ma ora che ti vedo, ammetto di essere alquanto felice di essere di nuovo viva!"
"Ti ho già sconfitta una volta Nimue, non ho problemi a farlo di nuovo!"
"Vedremo!" Nimue fece apparire due palle di fuoco e Merlino ne fece apparire una di luce. "Vediamo se nonostante i tuoi anni sei riuscito a mantenerti giovane!" E con un gesto molto rapido fece partire il fuoco.
Merlino si portò il braccio al viso per proteggersi e uno scudo di luce riuscì a fermare il fuoco a pochi centimetri dalla sua faccia. Nimue aumentò la potenza e Merlino cominciava a stancarsi. Allora Merlino mise tutta la sua potenza sul braccio e riuscì a respingere tutto il fuoco in un fulmine bianco e Nimue venne lanciata di pochi metri per atterrare sulla schiena. Non riusciva a muoversi e il dolore era atroce.
Merlino iniziò ad avvicinarsi facendo comparire un'altra luce bianca e Nimue riuscì a mettersi a pancia in giù e a guardare Merlino negli occhi. Riuscì a reggersi su un braccio e nell'altro fece apparire l'ennesima sfera di fuoco, pronta ad attaccare di nuovo.
"Non impari mai la lezione eh?!" Disse Merlino fermandosi a pochi metri.
Merlino stava per attaccare e metterla totalmente ko, ma un turbine di polvere di un colore misto tra rosso scuro e viola apparì a pochi millimetri da Nimue. Una figura incappucciata con un mantello nero ne uscì e afferrò Nimue. Il vortice si stava creando attorno a esse, ma prima di sparire la figura alzò lo sguardo verso Merlino e due occhi di ghiaccio lo gelarono. Il viso era coperto da un velo che lasciava comparire solo gli occhi.
Fu un attimo, veloce e impreciso, il vortice avvolse Nimue e la figura, facendole sparire in un secondo. Merlino non era pienamente sicuro, ma era così chiaro, quante streghe o maghi conosceva con quei occhi? Solo una, ed era morta da tempo, ma ormai non ne era più tanto sicuro di niente.
Corse su per le scale e andò da Parsifal e Sir Leon, dicendogli di seguirlo, poi fu la volta di Elian e Lancillotto, poi Gaius, al quarto piano Artù, Galvano e Gwen lo videro arrivare e non fecero domande. Uscirono dal portone principale e si buttarono in strada. Non potevano rimanere lì, era troppo pericoloso.
"Cosa sta succedendo Merlino?" Chiese Galvano, ma Merlino non rispose.
"Merlino parla!" Gli ordinò Elian, ma lui non cedette.
Gaius allora decise di provare. Si bloccò sul marciapiede fino a quando qualcuno non se ne accorse.
"Gaius che fai?" Chiese Gwen. Tutti si girarono e Gaius parlò.
"Visto che Merlino non vuole dirci perché siamo dovuti andare via di corsa dal lavoro, io allora non voglio muovermi fino a quando non ottengo delle spiegazioni!" Disse. Furbo Gaius!
Merlino non rispose, ma poi cedette e fece due passi verso Gaius.
"È Nimue." Disse e tutti iniziarono a fare domande. "Ho visto Nimue!" Si voltò verso gli altri. "È tornata anche lei, non so come, ma è tornata! E non è sola!"
"E con chi è?" Chiese Lancillotto.
"Non ne sono sicuro, ma Nimue mi ha attaccato e quando stava per perdere qualcuno è venuto a salvarla. Era una figura incappucciata e non sono riuscita a vederla in faccia, ma ho visto solo gli occhi." Guardò Gwen, la quale capì e iniziò a fare dei no con la testa.
"No... lei no..." Disse Gwen.
"Due occhi di ghiaccio..." concluse Merlino. Gwen si portò una mano all bocca e tolse lo sguardo da Merlino. Artù le mise una mano sulla spalla e la strinse forte.
"Ne sei altamente sicuro, Merlino?" Chiese Artù.
"No, ma conosciamo tutti solo una strega con quegli occhi!"
"Morgana..." sussurrò Parsifal. "Quanto la odio! Ha ucciso Galvano, davanti a me!"
"Oh il Natair, che odio quel serpentello, era così viscido bleah!" Commentò Galvano. Ma nessuno rise alla battuta, ormai tutti avevano capito dei problemi che stavano arrivando e quanto dolore e sofferenza si sarebbe sparsa con Morgana.

"Avrei potuto benissimo cavarmela!" Disse Nimue arrabbiata entrando nella capanna abbandonata. "Merlino era proprio davanti a me, mi bastava una semplice mossa per farlo fuori e poi sei arrivato tu! Almeno rivelati!"
Morgana si tolse il mantello e lo gettò in un angolo.
"Non c'è di che!" Disse. Nimue non fu così sorpresa nel vederla, in un certo senso sapeva che Morgana aveva dei poteri e aveva del potenziale.
"Piantala, non avresti dovuto intrometterti!"
"Beh un grazie mi basterebbe considerando che ti ho salvato la vita due volte!"
"Come scusa?"
"Ti ho riportata in vita e ti ho salvata prima che quel mago ti facesse diventare polvere per la seconda volta."
Nimue non rispose. Morgana fece apparire del fuoco sotto il suo calderone e cominciò a versarci dentro delle pozioni.
"Tu sei Morgana non è così?" Chiese Nimue per continuare a parlare.
"Si, sono io. E tu sei Nimue, una delle sacerdotesse più potenti in grado di utilizzare la religione antica."
"Perché mi ha portata qui?" Chiese Nimue con un tono allegro, nessuno l'aveva mai presentata in modo così preciso e azzeccato.
"Perché tutte e due abbiamo lo stesso scopo: la vendetta. E ho pensato che due streghe siano meglio di una, quindi che ne diresti di darmi una mano e spazzare via quel gruppetto di cavalieri, ex servi col mago che si aggirano per le strade?"
Nimue sorrise e Morgana la invitò ad osservare il calderone. Nimue vide il gruppo di Merlino in cerchio su un marciapiede, nessuno parlava, si guardavano e basta.
"Considerami dei tuoi!" Disse Nimue.
"Merlino pagherà per la nostra morte!"

Merlin: una guida nel mondo moderno || MerthurWhere stories live. Discover now