Capitolo 19 - Cindy

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"Arrivederci Galvano!" Disse un uomo che si era fermato al bar a mangiare un panino prima di tornare in ufficio. A Galvano faceva sempre piacere stare a chiacchierare con quel simpaticone, chiedeva sempre la stessa cosa: panino con sottilette, tonno e pomodori, assieme a una Coca Cola light, e poi dritto di nuovo in ufficio. Galvano non sapeva esattamente che lavoro facesse, ma non se ne impegnava a scoprirlo.
"Grazie a te Daniel, spero di vederti anche domani!" Disse Galvano interrompendosi a lucidare il bicchiere, alzando il braccio e scrollando la mano in segno di saluto.
"Contaci!" Disse l'uomo ridendo. "Non rinuncerei mai al panino più buono del quartiere!" E uscì dal bar, lasciando il cavaliere da solo.
Quel giorno era stato particolarmente spento: alla mattina non aveva visto che qualche bambino con il proprio genitore a mangiare della finta focaccia genovese troppo spessa prima di andare a scuola, ogni tanto compariva qualche guardia senza cappello che si prendeva un caffè prima di andare a fare la statua in servizio.
Ora era da solo, mentre metteva a posto le ultime tazzine e lucidava l'ultimo bicchiere. Parsifal era tornato a casa dopo cinque minuti vedendo che nessuno si prendeva il tempo di stare seduto qualche minuto in più. Artù non ci provò neanche a venire al bar, rimase a casa con Merlino.
Galvano si girò verso la macchinetta del caffè, prendendo uno straccetto e iniziò a pulire a fondo ogni angolo. Poi la campanellina della porta d'entrata suonò nel silenzio: Galvano aveva già deciso che per quella mattina aveva servito abbastanza. Avrebbe poi riaperto verso le cinque per iniziare a servire gli aperitivi e poi la cena, aspettando poi con ansia l'ora della chiusura per tornarsene nel letto caldo. I compari lo avrebbero raggiunto per il secondo turno.
"Mi dispiace, siamo chiusi! Riapriremo alle cinque." Disse Galvano senza girarsi.
"Mi perdoni, ma il cartello dice tutt'altro." Una voce femminile fece sobbalzare Galvano dallo spavento, facendogli fare un salto e voltarsi assieme per trovarsi davanti la fece ridente di Cindy, ma Galvano non sorrideva, non era mai stato così serio.
Senza dire niente lanciò lo straccio nel lavandino e andò verso la porta, girando il cartello da "APERTO" a "CHIUSO", tornando poi a guardare la ragazza ormai confusa davanti al bancone.
"Ora continua a dire il contrario?" Disse Galvano. "Si davanti a noi dice aperto, ma da fuori dice chiuso. E dovresti guardarlo da fuori, sinceramente." Cindy era quasi arrabbiata con lui, ma lo capiva. Fece comunque un ultimo tentativo.
"Credevo che per me il bar fosse sempre aperto per un drink..."
"Si prima che scoprissi che sei sulla via del matrimonio!" La interruppe Galvano. Cindy comprese, annuí leggermente e abbassò il capo.
"Non fare la vittima! Avresti potuto dirlo sin da subito le tue intenzioni."
"Non mi sposo più!" Disse di botto Cindy, facendo scendere a Galvano un brivido sulla schiena.
"Come?" Fu l'unica cosa che riuscì a tirare fuori.
"Sono arrivata tardi quella sera..." disse Cindy sedendosi su una di quelle sedie rotonde davanti al bancone senza schienale. "L'ho trovato con un'altra."
Galvano non seppe esattamente cosa dire, le dispiaceva, ma il pensiero che l'avesse preso in giro per avere un drink gratis sovrastava tutto.
"Capisco che sei arrabbiato. Quindi è meglio se..." Cindy fece per prendere il giaccone e alzarsi, ma Galvano la fermò.
"No aspetta!" Disse portando le mani davanti a lei per bloccarla con una forza invisibile.
"Resta!" Il cavaliere si rilassò e la ragazza tornò ad accomodarsi sulla sedia, sorridendo.
"Raccontami cosa ti è successo."

"Siamo ufficialmente soli soletti!" Disse Artù con tono malizioso a Merlino mentre leggeva una rivista sul divano. Il mago lo guardò torvo, come due minuti prima quando aveva detto al stessa affermazione, è così cinque minuti prima, e anche dieci minuti prima. Possiamo affermare che Artù era decisamente annoiato.
"Vuoi fare qualcosa? Insieme?" Azzardò il mago.
Sapessi cosa vorrei farti, pensò il re. E quei pensieri? Assolutamente no! Un reale non può farsi queste fantasie, specialmente sul proprio migliore amico. No no no! Via via, in un angolo della mente.
"Proponi qualcosa dai!" Disse Artù cercando di usare il tono più normale possibile.
Proporrei di abbassarci i pantaloni, tanto per cominciare. Merlino! Il mago quasi si alzò di scatto sentendo la sua voce nella sua testa.
Giusto, cerchiamo di essere più formali. Partiamo dal togliere le cinture! Dannatissima voce nella testa di quel mago confuso, stai zitta!
Era veramente dura placare quelle voci, e se in più aggiungiamo che i due continuavano a guardarsi in maniera maliziosa... beh che dire follettini e follettine.
Merlino lanciò via la rivista mentre Artù si appoggiò al tavolo, cercando di comparire... sexy? All'amico.
"Cosa sta succedendo?" Chiese Merlino balzando in piedi e osservando curioso l'amico.
Ti prego non metterti in quella posizione! Dannatissima voce nella testa di un mago confuso parte due, stai zitta!
Ma nonostante il rimprovero a se stesso, Merlino avanzava lentamente verso Artù, sempre più vicino.
"Non lo so, dimmelo te!" Disse il re.
Avvicinati ancora e poi vedi cosa ti faccio! UN REALE NON HA QUESTI PENSIERI. Artù poteva chiaramente sentire il grillo parlante che urlava contro la sua stessa voce, ma cerco di rimanere tranquillo. Entrambi fallivano miseramente.
"C'è una strana aura intorno a noi, vero?" Continuò il mago.
Intorno? Ma che intorno? Sopra sotto a destra sinistra. Te devi stare sopra sotto a destra o a sinistra! Merlino aprì la bocca facendo uscire dei versi striduli, che portarono il re a corrugare le sopracciglia. In realtà il mago stava solo cercando di soffocare quel pensiero.
"Dio quanto vorrei che facessi quei versi in un'altra posizione!" Merlino alzò lo sguardo accigliato verso l'amico.
"L'ho detto ad alta voce, vero?" Chiese rassegnato Artù. Merlino non rispose a parole, fece solo dei segni con la faccia in senso d'approvazione.
Artù non resistette più. "Al diavolo!" Si lanciò verso il mago, afferrandogli il volto tra le mani e premendo le labbra sulle sue. All'inizio il mago provò a resistere, pensando che era sbagliato, ma poi Al diavolo! Grazie voce del mago confuso, stavolta l'hai detta giusta.
Si ritrovarono senza rendersene conto sdraiati uno sopra l'altro sul letto di Artù, quest'ultimo...
Eh no! Immaginate pure voi chi è l'attivo e chi è il passivo.

Merlin: una guida nel mondo moderno || MerthurOnde histórias criam vida. Descubra agora