Capitolo 7 - Qualche problemino tecnico

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"Non posso credere che quella puttana sia viva!" Disse Galvano.
"Galvano cerca almeno di trattenerti!" Lo ammonì Gaius.
"E come faccio a trattenermi sapendo che una strega dai capelli neri e gli occhi azzurri si aggira per le strade di... ehm... di..." Galvano fece una pausa per poi girarsi da Merlino con una smorfia. "Come si chiama più ora Camelot?"
"Londra." Disse Merlino continuando a fissare il pavimento.
"Londra. Che si aggira per le strade di Londra!" Da quando Merlino aveva dato la notizia che Nimue e Morgana erano vive, nel gruppo si era formato un'inquietante silenzio che era durato per tutto il pomeriggio. Il sole era ormai calato e il cielo di Londra aveva assunto un color arancione che sfumava sul rosso. Ginevra era seduta sul davanzale della finestra della cucina e osservava il sole sparire dietro l'orizzonte mentre pensava a Morgana: quanto dolore aveva riempito quella donna da addirittura strapparsi dalla morte? Questo si stava chiedendo Ginevra.
Artù era seduto di fronte alla sua amata e le teneva una mano sul ginocchio, muovendola dolcemente per placarle l'angoscia.
Parsifal, Elian e Sir Leon non avevano detto una parola e ora stavano seduti sul divano, schiacciati l'un l'altro per le piccole dimensioni si quest'ultimo.
Gaius dava una strana sensazione di calma, non dava segni di rabbia o dolore o ansia, era semplicemente Gaius con il suo solito sguardo serio e due occhi di ghiaccio.
Lancillotto invece sembrava avesse rubato tutta l'energia a Gaius, perché da quando avevano ripreso il cammino sulla strada di casa, continuava a riempirsi la testa di idee su come sconfiggere le due streghe. Ora si stava muovendo avanti e indietro nella soffitta, lontano dalle parole dei suoi compagni, strizzando ogni suo neurone e appena gli veniva in mente qualcosa, scattava con una piccola corsa verso il suo sacco a pelo e tirava fuori un piccolo taccuino datogli da Merlino, dove annottava tutto nei minimi dettagli per evitare di dimenticarsi i piani anti Nimue e Morgana.
Se Lancillotto non stava fermo con la mente, allora Galvano non stava fermo con la lingua, e quando gli partiva la parlantina... beh eran cazzi. Non aveva chiuso la bocca da quando era entrato in casa: "Morgana è tornata!" "Nimue è viva!" "Morgana è tornata!" "Chi cazzo è Nimue?" "Morgana è tornata!" "Morgana e Nimue ora sono alleate!" "Qualcuno mi può dire chi diavolo è Nimue?"
Merlino invece, sembrava in uno strato di trans: ancora sconvolto da ciò che aveva visto, non sapeva come reagire. Da una parte voleva andare a cercare le due streghe, dall'altra avrebbe voluto aspettare una loro prossima mossa e attaccarle sul momento.
Tutti assolti nei rispettivi pensieri, i cavalieri sentirono per la tredicesima volta la corsa di Lancillotto verso il suo taccuino.
"È almeno la ventesima volta che quello là cammina, poi corre, poi cammina di nuovo, poi di nuovo corre. Ma che sta facendo?" Disse Galvano esasperato.
"Probabilmente starà pensando a qualche tecnica di contrattacco." Disse Parsifal.
"Cosa che dovremmo fare in effetti." Disse Artù sollevando lo sguardo da terra. Guardò Ginevra: gli occhi ancora puntati sull'orizzonte. "Merlino secondo te cosa dovremmo fare?"
"Non lo so Artù!" Rispose Merlino sospirando e alzando le spalle. "L'unica cosa che mi viene in mente è andarle a cercare e attaccare, ma..."
"Sono d'accordo!" Esclamò Sir Leon alzandosi di scatto, facendo sussultare Elian che finalmente riceveva più spazio e smetteva di essere schiacciato in mezzo ai suoi compagni. Subito ne approfittò spostandosi verso il lato di Sir Leon con Parsifal che lo guardava confuso. "Andiamo a cercarle e rispediamole nel mondo dei morti!"
"Si, sarebbe facile!" Disse Merlino interrompendolo alzando la voce. "Ma ho come l'impressione che posseggano qualcosa in grado di controllarci, altrimenti come avrebbe fatto Morgana a soccorrere Nimue se non avesse saputo dove si trovasse?"
"E cosa pensi che stiano usando?" Chiese Sir Leon.
"Non lo so, qualcosa in grado di trovarci in mezzo a una città enorme!"
"Beh io non ci definirei proprio "in mezzo a una città enorme"!" Disse Galvano con un'altra smorfia, Merlino lo guardò confuso. "Questa casa è totalmente isolata non credi?"
"Stai davvero contradicendo Merlino solo perché vive appena fuori città?" Disse Artù confuso.
"Si e allora?" Disse Galvano. Sir Leon, avendo capito che entro pochi secondi sarebbe scoppiata una discussione, fece un lungo e rumoroso sospiro, fece per sedersi ma si appoggiò alle ginocchia di Elian. Quest'ultimo, vedendosi arrivare le sue natiche in faccia, gli diede una sberla sulla coscia, facendo sobbalzare l'amico. Sir Leon, voltandosi, fece cenno ad Elian di rimettersi al centro del divano.
"Non puoi giudicare Merlino solo perché vive in una piccola casa fuori da quei... così enormi fatti di vetro... di questa città chiamata Londra!" Stava dicendo intanto Artù.
"Ma io non lo sto giudicando!" Si difese Galvano.
Elian guardò Sir Leon con occhi sgranati e fece dei "no" con l'indice. Poi lo puntò sul compagno per poi puntare il centro del divano.
"Lo sto semplicemente correggendo!" Concluse Galvano.
Sir Leon ricambiò il linguaggio muto facendo esattamente gli stessi movimenti ad Elian.
"Ma lui intendeva che ci ha trovato quando eravamo al lavoro, ovvero in mezzo alla città!" Ribatté di nuovo Artù.
"No tu ti siedi lì in mezzo! Io non ci tengo ad essere schiacciato ancora!" Disse Elian sotto voce temendo di interrompere la discussione tra Artù e Galvano.
"Quello è il mio posto! Torna al centro!" Disse Sir Leon sempre sottovoce.
"Ragazzi smettetela sembrate dei bambini!" Disse improvvisamente Gwen distogliendo lo sguardo dal sole, ormai scomparso, e guardando con sguardo cupo la squadra.
Sir Leon ed Elian la guardarono per un secondo, poi si puntarono il dito contro e dissero in coro: "Ha cominciato prima lui!".
Gwen li guardò confusa.
"Non mi stavo riferendo a voi..." Disse.
"Ah okay okay!" Disse Sir Leon. "Allora Elian, torni in mezzo si o no?"
"Okay basta!" Disse Gwen portando le mani rivolte verso i due. "Questa, oltre ad aver suonato molto male come frase, è un comportamento da bambini, quindi smettetela anche voi!"
"Scusa mamma!" Disse Elian alzando le mani in segno di difesa.
"Cristo Santo, ma riuscite a rendervi conto della situazione?" Sbottò Gaius quasi urlando. Si era appoggiato al tavolo e ora era scattato in piedi aprendo le braccia per poi farle ricadere rumorosamente contro i fianchi.
"Gaius che ti prende?" Chiese Parsifal preoccupato alzandosi. Subito Sir Leon ne approfittò e con uno scatto occupò il posto libero, facendo il terzo dito ad Elian, il quale ricambiò con uno sguardo confuso e alzando le spalle.
"Vorrei che voi vi guardaste un attimo allo specchio ecco cosa mi succede!" Disse secco Gaius, facendo indietreggiare Parsifal con le mani alzate in segno di difesa, temendo che gli lanciasse qualche macumba. "Ma guardatevi! Voi siete i cavalieri della tavola rotonda! E ora siete bloccati perché due nemiche, già precedentemente sconfitte, sono riapparse! Ma insomma cosa siete diventati? Delle gelatina alla fragola?
"Artù! Tu sei il legittimo re di Camelot e l'unica cosa che riesci a fare sono i grattini sul ginocchio di tua moglie. E Gwen, te sei la regina, hai preferito ucciderti piuttosto che sposare un uomo malvagio, ti sei occupata di Morgana quando ancora non era malvagia, sei riuscita a governare un regno nonostante il dolore di un lutto!" Si voltò verso il trio che stava di nuovo discutendo su chi dovesse essere schiacciato nel posto in mezzo del divano.
"E voi tre!" Ruggì facendoli sobbalzare tutti. Parsifal fece un salto, poi si voltò e velocemente si infilò in mezzo ai due amici, accavallò le gambe e ci posò le mani sopra, facendo una faccia innocente come se fosse pronto per l'ora del tè. "Galvano. Tu sarai pur arrivato dopo Nimue, ma hai avuto un coraggio da vero cavaliere quando ti sei rifiutato di tradirci con Morgana e poi ti ha ucciso brutalmente!" Galvano rabbrividì a quel ricordo. "Sir Leon, durante la tua ultima battaglia hai difeso Ginevra fino al tuo ultimo respiro e assieme a Parsifal vi siete rifiutato di abbandonare le vostre postazioni, non c'è onore più grande di difendere la propria regina fino alla morte! E Lancillotto." Si voltò trovando il suono di un'ultima corsa, ma continuò lo stesso. "È stato controllato da Morgana, ma è riuscito comunque a ricordare chi fossero gli amici. E anche se ora sta facendo avanti e indietro in quella soffitta e se non la smetterà di muoversi entro un minuto salirò la sopra e si pentirà di essere tornato, ha comunque portato con se un grosso onore per essere tornato dalla parte di Artù nonostante tutto." Si voltò verso Merlino. "E Merlino. Devo aggiungere altro?" Fece dei cenni con la testa verso Artù, ma Merlino non capì. Aggrottò le sopracciglia e Gaius continuò a muovere la testa.
"Che stai facendo Gaius?" Chiese Artù notando di essere improvvisamente entrato nella loro conversazione. Merlino sgranò gli occhi appena capì le intenzioni di Gaius e quest'ultimo gli fece un piccolo ghigno divertito.
"Stava solo intendo il fatto che... che..." iniziò Merlino. In effetti, non sapeva se mentire ad Artù o dire la verità, ma decise la prima, c'erano già abbastanza problemi. "Che sono stato al vostro fianco... come servo!" Si girò a guardarlo negli occhi. "E che non vi avrei mai lasciato, anche se fossi morto!" Artù gli rivolse un piccolo sorriso e abbassò il capo in segno di ringraziamento. Merlino si sentì arrossire e distolse lo sguardo.
"Avete tutti una cosa in comune che quelle due streghe non hanno!" Disse infine Gaius attirando l'attenzione su di se. "L'onore! Non c'è onore più grande del fatto di essere leale verso l'un l'altro, di rimanere dal lato della luce, di combattere assieme e di proteggersi. Non c'è onore più grande di poter chiamare i propri compagni fratelli. E io sono onorato di potervi chiamare così, ma ora ho bisogno che quei fratelli ricomincino a pensare come un tempo, quando erano effettivamente, i cavalieri della tavola rotonda!"
Calò il silenzio, tra i cavalieri iniziò ad esserci uno scambio di sguardi d'approvazione, di sorrisi, di ricordi che riaffiorarono nelle loro menti. Di serate passate alla taverna tutti insieme a bere un boccale di birra dopo una missione, dopo gli allenamenti severi di Artù, dopo le battaglie, che siano state vinte o perse, a bere alla loro amicizia che li aveva uniti fino a lì."
"Stiamo dimenticando una persona importante però!" Disse Lancillotto apparendo dalla scala, nessuno l'aveva sentito arrivare. Diede due pacche a Gaius sulla schiena. "Hai visto che c'ho messo meno di un minuto?" Gaius sorrise. "Stiamo dimenticando il nostro secondo maestro, colui che dopo Merlino ci ha aiutati a rimanere uniti e che ci ha aiutati dal nostro arrivo a Camelot, al nostro ultimo respiro. Gaius, che nonostante tutto, è sempre stato in grado di dare i consigli migliori del reame!"
"Si! Tranne quando mi continuava a consigliare di andare a cercare Merlino alla taverna!" Disse Artù, facendo scoppiare tutti in una risata.
"Bene, ora basta con i ricordi!" Disse Lancillotto prendendo il taccuino sfogliandolo. "Ho pensato ad alcuni attacchi per rispedire quelle due nel regno dei morti, quando non ho potuto fare a meno di sentire il consiglio di Merlino: ci stanno osservando!" Lancillotto iniziò a sfogliare il taccuino.
"Hai in mente qualcosa?" Chiese Artù alzandosi con Ginevra e avvicinandosi al tavolo. Il trio del divano li imitò alzandosi all'unisono.
"No!" Rispose Lancillotto. "Ho in mente la cosa!" Sbatté sul tavolo il taccuino, rivelando l'immagine disegnata di un calderone che ribolliva. Un fumo disegnato con una penna nera si alzava fino ai margini della pagina e un piccolo fuoco avvolgeva la base del calderone.
"Un calderone?!" Disse Elian.
"Si!" Disse Lancillotto. "È l'oggetto più comune tra le streghe e stregoni. Basta un incantesimo e si possono osservare tutte le persone che si vogliono..."
"Anche nell'aldilà!" Disse Merlino. Lancillotto fece una faccia soddisfatta indicando con gioia il giovane mago con la mano aperta.
"Secondo me, Morgana, una volta tornata, ci osservava nel regno dei morti e in qualche modo è riuscita a riportarci indietro, compresa Nimue. Così come ci ha fatto tornare, ora ci sta osservando."
"È geniale!" Disse Galvano con due dita appoggiate al mento. "Quindi facciamo un breve riassunto!" Mise la mano aperta in aria, come per fermare il tempo. "Abbiamo scoperto che Lancillotto ha un'innata passione per il disegno, complimenti sei bravissimo mi daresti delle lezioni?"
"Galvano!" Lo ammonì Artù.
"Se mi lasciasse finire!" Disse Galvano esasperato. "La seconda cosa che abbiamo scoperto è che questa pazza psicopatica ci ha osservato da morti, ci ha fatto tornare in vita e ora continua a spiarci. Bel casino!"
"Sembra grande fratello!" Commentò Merlino. Nessuno lo capì e appena vide le bocche aprirsi per fare domande li precedette. "Credo di sapere come fare a mettere un freno a Morgana e Nimue."
"E cioè?" Chiese Galvano.
"Beh vi osservava nel regno dei morti giusto?"
"Si." Rispose Lancillotto confuso. "E allora?"
"Artù!" Continuò Merlino. "Ti ricordi cosa è successo prima di riemergere dal lago?" Artù ci pensò un attimo, poi rispose.
"Ricordo una grossa ombra nera. Una voce femminile che parlava della mia missione quaggiù e di come tu mi avresti potuto aiutare."
"Una voce femminile? E di chi?" Chiese Gwen.
"Gwen non mi sembra il momento di fare la gelosa!" L'ammonì Galvano.
"Cosa? Io non sono gelosa!"
"Le guance ti si sono infuocate e i tuoi occhi lo stavano incenerendo, quel povero re!"
"Non è vero! Io..."
"Basta smettetela!" Urlò Merlino. "Quella voce femminile, è lei la chiave!" Continuò con tono calmo.
"Si ma chi è?"
"La Morte!" Tutti sgranarono gli occhi. "La Morte vi ha riportato in vita? Allora di sicuro saprà qualcosa. Dobbiamo parlare con lei!"
"E come?" Chiese Gaius, anche se sapeva già la risposta.
"Morendo."

Merlin: una guida nel mondo moderno || MerthurWhere stories live. Discover now