Capitolo 4 - Un tour nella città

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Ginevra tremava ormai da quasi quindici minuti e Merlino aveva terminato tutte le coperte disponibili.
"Merlino non hai proprio nient'altro?" disse Artù mentre abbracciava la sua amata, provando anche lui a riscaldarla. Merlino decise di accendere il camino e così fece, il calore riempì la stanza e Gwen smise di tremare.
Merlino cominciò a vagare per la stanza e la sua mente si riempì già di domande. Certo, non gli dispiaceva affatto che Gwen fosse tornata, ma non capiva per quale motivo. Il drago gli aveva narrato che l'unica persona che sarebbe dovuta tornare era Artù, ma non capiva per quale ragione Ginevra era spuntata improvvisamente dal lago. Cominciò a chiedersi se Ginevra non era stata e non sarà l'unica a tornare dai morti.
Gwen rimase davanti al camino e quando fu in grado di alzarsi e camminare, erano ormai le quattro del pomeriggio passate. Ma Merlino continuava a pensare che fosse arrivato il momento di visitare la città in cui si trovavano. Giusto, non l'aveva neanche detto ad Artù che ora Camelot si era trasformata in Londra durante gli anni.
Quando Gwen e Artù acconsentirono del fatto che Merlino era disposto a fargli fare un giro turistico di Londra, subito balenò nella sua mente una lista di posti da visitare: li avrebbe portati a Buckingham Palace, e se avessero fatto in tempo sarebbero riusciti a vedere il cambio della guardia, poi sarebbero passati agli Harry Potter Studios. Merlino era un grande fan del giovane mago Potter e ricordò che quando andò a vedere "Harry Potter e la pietra filosofale" per la prima volta al cinema, rise per l'ingenuità di tutte quelle persone che continuavano a credere che la magia non esistesse; quel ricordo lo fece ridere.
Era stato anche alla ultima premier del film e aveva stretto la mano a Emma Watson e Tom Felton, Rupert gli aveva concesso un autografo, Jk Rowling una foto e Daniel anche una piccola chiacchierata. Se la ricordava alla perfezione. Merlino aveva detto: "Mi raccomando Daniel, continua a credere nella magia!" e l'attore gli aveva risposto: "Sempre!"
Tornò al presente e finì la sua lista: dopo gli Harry Potter Studios sarebbero passati sotto al Big Ben e per il Tower Bridge, poi si sarebbero fermati a riposare, magari con qualcosa sotto ai denti o qualche bibita, al Greenwich Park e poi li riavrebbe riportati a casa per cena, dove li avrebbe cucinato una buonissima cena italiana: pasta e una bella coscia di pollo, come piaceva a Gwen.
Uscirono dalla piccola casa e iniziarono il loro giro turistico. Risalirono la riva del lago, Artù e Gwen si tenevano per mano e Merlino camminava pochi passi davanti a loro. Entrarono a Londra e la folla li circondò. Come previsto da Merlino, arrivarono in tempo per il cambio della guardia e Artù ne fu affascinato.
"Dovevo inserirlo anch'io questo strano modo di darsi il cambio alle guardie!" il capo delle guardie urlò l'ordine del cambio e Merlino vide che Artù aveva assunto una faccia accigliata. "Beh di certo, non li avrei fatti urlare così, altrimenti Sir Leon non avrebbe avuto più voce dopo solamente una giornata!" aggiunse. Gwen rise e continuarono per gli Harry Potter Studios.
"Tutta questa gente che crede che la magia non esiste, se sapessero veramente cosa c'è dietro!" disse Gwen mentre osservava con curiosità le felpe della casata dei Tassorosso. "Almeno la scrittrice è una maga?" chiese rivolta a Merlino.
"Per me non lo è!" rispose Merlino mentre guardava le sciarpe dei Serpeverde. "Nel libro vengo nominato alcune volte, sai, alcuni fanno delle esclamazioni del tipo: 'PER LA BARBA DI MERLINO!' e mi ha pure messo nei serpeverde, i miei preferiti. Sai, penso che tu sia una perfetto Tassorosso, mentre Artù penso che stia benissimo con i Grifondoro!" disse mentre vide Artù avvicinarsi alla sagoma di Dobby. Gwen rise, anche se Merlino sapeva che non aveva capito una sola parola di quello che aveva detto.
Una volta usciti dagli Studios, Merlino insistette nell'offrire una tazza di tè inglese ad Artù e Ginevra. La coppia lo assaporò prima lentamente, poi tutto d'un sorso, evidentemente era più che piaciuto.
Così piacque anche la cena che Merlino aveva preparato e rimasero svegli fino a tardi a parlare e a ridere. Merlino raccontò sul cambiamento che avvenne durante i secoli e, poco dopo la mezzanotte, Ginevra disse che fosse il caso di andare a dormire e Merlino rimase da solo. Poco dopo Artù lo raggiunse di nuovo.
"Gwen si è addormentata!" disse sedendosi di fronte al giovane mago. Artù osservò il volto di Merlino, stava pensando a qualcosa, ormai conosceva quell'espressione troppo bene. "Cosa ti turba?"
"E' che mi sembra troppo strano che Ginevra sia riemersa dal lago dopo neanche un giorno in cui siete riemerso voi!" disse Merlino, continuando a formulare ipotesi nella sua mente, come primo pensiero pensò che centrasse qualcosa Morgana, ma subito cancellò quell'opzione poiché l'aveva uccisa lui stesso.
"Per quale motivo? Non sei contento di riavere Ginevra con noi?"
"No, avete frainteso! Sono veramente contento che Ginevra sia di nuovo viva, ma il drago mi aveva detto che l'unica persona che sarebbe dovuta tornare dai morti sareste dovuto essere voi, Ginevra non era nei piani prescritti e mi sto solo formulando due o tre ipotesi sul motivo per cui è tornata, tutto qui..." Artù annuì lentamente. Il re appoggiò i gomiti sulle ginocchia e mise il mento sui pollici.
"Cosa pensi che sia successo?" disse Artù interrompendo il silenzio. "Hai qualche ipotesi?"
"L'unica ipotesi possibile è che, dietro a tutto ciò, ci può essere..."

"...Morgana Pendragon!" no! Non poteva accadere davvero! Morgana non sapeva in base a quale ragionamento Emris fosse riuscito ad arrivare a lei. Certo, non ne era ancora del tutto certo, però intanto era il suo unico sospetto, giusto?
Li osservò dal calderone. Non poteva aspettare ancora un minuto di più, doveva trovare un modo di confonderli, di non farli pensare a lei, almeno non da subito. Il piano, il suo piano, prevedeva che i sospetti su di lei dovessero iniziare a svilupparsi solo quando l'intera compagnia fosse stata al completo. Quindi, l'unico modo per far tornare il piano sulle righe, era far tornare tutti al più presto.
Passò un dito sul calderone e il volto di Gaius riempì la superficie. Lo osservò per pochi secondi, poi passò di nuovo il dito sul calderone e questa volta l'acqua proiettò il volto di Galvano, un altro movimento del dito, altro volto, e comparve Lancillotto, poi Elian, poi comparve Parsifal, poi Sir Leon. Passò il dito sul calderone e il volto di Uther comparve; si chiese se fosse il caso di far tornare quel vecchio balordo di suo padre. In fondo qualche suo consiglio le avrebbe fatto comodo, ma se voleva avere dei consigli giusti avrebbe fatto tornare suo zio, non suo padre. Scelse una terza opzione: passò il dito sul volto di suo padre e Morgose si parò davanti a lei. Sua sorella le mancava, e stava per farla tornare, ma qualcosa in lei la bloccò. Quasi non si rese conto di aver passato il dito sul calderone un'ultima volta e di aver fatto tornare un'altra strega: Nimue. Gli occhi azzurri di Nimue fissavano qualcosa, che a Morgana non importava, il volto della strega era coperto di sporcizia e Morgana riconobbe l'inferno dietro di lei.
Si, aveva fatto la sua scelta, aveva fatto tornare la compagnia della tavola rotonda, ma aveva comunque bisogno di un alleato, di un assistente e nella sua mente si ripeté che Nimue era la scelta migliore.

Merlin: una guida nel mondo moderno || MerthurWhere stories live. Discover now