Capitolo 13 - Morgana Pendragon

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"E queste tue regole quali sarebbero?" La Morte riprese uno strano senso di calma, facendo quasi incuriosire la giovane strega.
Morgana Pendragon era giovane, bella e furba, non poteva farsi ingannare da nessuno, nemmeno dalla Morte in persona.
Aveva perso la sua alleata, che ora era chissà dove a fare chissà cosa. Ma per Nimue non se ne preoccupava più di tanto: avrebbe aspettato una sua mossa o che sarebbe successo qualcosa che la collegasse a lei, poi sarebbe andata a cercarla e solo allora l'avrebbe affrontata.
"Pensi davvero che te le dirò?!" Disse Morgana guardando la Morte dritta nelle due fessure del teschio dove dovrebbero esserci stati gli occhi.
"La Morte te lo comanda!" Disse quest'ultima con un boato che fece cadere alcune piccole pietre dalle pareti. Morgana rimase impassibile sui rumori delle pietre cadenti e continuò a fissarla, facendo preoccupare la Sovrana del regno dei morti.
"Non ti dirò le mie regole, perché seguono un piano preciso!" Iniziò a dire la strega. Si era stufata del tempo sprecato a parlare: ogni secondo era prezioso per lei. Doveva stringere, far capire le sue intenzioni e non sarebbe andata via di lì senza avere la Morte ai suoi piedi. "Non sono stupida! So che stanno per scadere le ventiquattro ore di qualcuno lassù e voglio che tu lavori per me!"
"Non collaborerò con te, mai!" Disse tremante la Morte.
"Beh non saranno di certo due pietrine che cadono a farmi spaventare!" Rise Morgana. "Tu collaborerai, altrimenti le pietrine so trasformeranno in massi, che cadranno sulla tua testa e tutto il regno che comandi con tanto orgoglio e affetto entrerà nel caos più totale e tutti i morti, saranno di nuovo vivi!"
"Minacciarmi non ti renderà le cose più facili Morgana." A quel punto la strega perse la pazienza: fece un passo di scatto verso la Morte, facendola indietreggiare. I suoi occhi diventarono gialli, fissi sul volto morto delle regina e iniziò a sussurrare l'incantesimo. Quello di controllo, lo stesso che Nimue usava sulla regina, ma questo lei non poteva saperlo.
"Tu farai tutto quello che ti dico!" Disse infine Morgana con una voce modificata, quasi metallica. Iniziò a mettere in testa delle parole alla Morte, parole che avrebbe dovuto pronunciare in un momento preciso.
I suoi occhi si spensero quando sentì il rumore simile a una porta sbattuta. Allora si guardò indietro e, sentendo dei passi, andò dietro a una roccia senza guardare la Morte.
Uther entrò e Morgana fissò di nuovo la Morte con gli occhi gialli. Il piano andò alla perfezione, come sempre. Uther le sarebbe servito in futuro per Mordred, ma ora, purtroppo, doveva occuparsi di Nimue, e poi... il caos.
Una volta che Uther fu tornato nel suo mondo, Morgana uscì dal nascondiglio e si diresse verso l'uscita.
"Ci saranno gravi conseguenze!" Disse la Morte. Morgana non si disturbò neanche di fermarsi per risponderle.
"Staremo a vedere!" Disse la strega con un tono vincente.
Uscì dalla caverna e si avviò verso la città. Tutti la osservavano curiosi però a lei non importava. Voleva solo tornarsene a casa, a finire le sue pozioni per trovare un nuovo modo per uccidere Merlino.
Passò davanti a un negozio di televisori. La vetrina era piena e tutti erano sintonizzati sul canale delle news. Una giornalista stava dando la parola al meteo. Morgana si fermò ad osservare la meteorologa indicare le nuvole sulla mappa dell'Inghilterra.
"Hmm... che strana scatola parlante..." commentò la strega. "E come fai ad essere così piccola da starci?" Picchiò due nocche sul vetro e tutte le tv persero il segnale contemporaneamente. "Ouuuu, chiedo perdono!" Disse la strega facendo un passo indietro.
"Interrompiamo il programma per darvi l'ultima notizia." La giornalista era quella di prima. "La regina Elisabetta seconda, ha appena emanato due nuovi leggi. La prima: il parlamento non avrà più alcun collegamento nel creare leggi, e lei sarà l'unica e sola a crearle, correggerle e pubblicarle. La seconda legge, invece, riguarda il popolo: le visite guidate dentro alcune stanze del palazzo reale sono ufficialmente vietate. Nessuno può entrare a parte guardie e famiglia reale. Il popolo dovrà stare dietro i cancelli fino al tramonto, dopo di che dovrà camminare a una distanza di cento metri dai cancelli. Chiunque sarà trovato nelle circostanze da non rispettare queste indicazioni verrà arrestato e incarcerato senza processo... a vita..." la giornalista fece una pausa. "E ora torniamo alle altre notizie..."
Morgana non diede retta più di tanto a quelle notizie... anche se avrebbe dovuto.
Continuò a camminare, le persone iniziavano già a lamentarsi di quelle nuove leggi. Passò davanti al palazzo, dove alcuni stavano letteralmente scappando dalle guardie che li inseguivano per allontanarli.
Ormai il tramonto stava finendo, perciò la strega decise di cambiare strada, fino ad arrivare in una strada nuova. Dove sentì delle voci familiari.
"No no no no! No. No. No. No... nooooo!" Troppo familiari. "Parsifal! È rotonda, non rrotonda... CON UNA R!!!"
"Scusa Galvano, ma non ho imparato tanto nel tempo!" I due erano fuori da un locale. Morgana non perse tempo e si nascose in un vicoletto lì vicino. Parsifal era su una scala e stava scrivendo "Bar- La Tavola Rotonda" in nero su un pezzo di legno. Galvano lo stava osservando davanti alla porta, sotto la scala.
"Beh c'è sempre tempo per imparare!" Artù Pendragon uscì dal locale e diede una pacca sulla spalla a Galvano, osservando poi il lavoro di Parsifal. "Beh hai una scrittura di sicuro migliore di Galvano! Siete fantastici ragazzi, stasera riusciremo a fare una bella inaugurazione. E da domani... iniziamooooo!" Parsifal scese dalla scala e iniziarono a darsi i cinque ridendo.
Un bar...pensò la strega, perfetto!
Scivolò nel vicolo e continuò a camminare verso casa. Una volta arrivata, afferrò una piccola fiala di colore viola.
"Questa mi darà le sembianze che mi servono!"

Merlin: una guida nel mondo moderno || MerthurWo Geschichten leben. Entdecke jetzt