Capitolo 20 - Gay vibe

1.2K 82 24
                                    

Artù era alquanto confuso, triste e in cuor suo sapeva che era anche innamorato. Il fatto che Merlino l'aveva definito "fling" quel momento intimo, aveva lasciato una piccola ferita che Artù sentiva sanguinare nel suo petto.
Quando Sir Leon aveva acceso la tv, facendo vedere la notizia del censimento, lui aveva ascoltato solo la metà delle parole e il suo cervello aveva solo capito "possiamo evitare di andarci?" e "so dove si nasconde Morgana".
Quando tutti si erano congedati nelle proprie stanze, mentre il sole tramontava, Artù era uscito accendendo il fuoco nel cortile.
Merlino aveva tolto ogni erba presente in una forma circolare, appiattendola e coprendola con un lieve strafo di cemento, poi aveva messo delle pietre al centro del cerchio, in cui si poteva accendere il fuoco, e alcuni tronchi poco più lontano.
Artù fissava le fiamme, cercando di capire se quell'avvenimento avrebbe portato a qualcosa di più tra lui e Merlino, o se sarebbe finito di punto in bianco così come era iniziato. Si sfregava le mani una sull'altra e pensava anche a come rivolgere la parola al non più tanto giovane mago, sentiva che l'aura intorno a loro era tesa e vedeva in lui un leggero disagio. Quanto avrebbe voluto parlargli, anche solamente per sentirgli dire che voleva rimanergli amico. Avrebbe preferito quello, piuttosto che perderlo per sempre.
"Posso?" Una voce lo chiamò, facendogli alzare di scatto la testa. Sperava fosse Merlino, ma invece era Elian che lo guardava dall'alto, accanto al fuoco. Artù annuí e il cavaliere si accomodò sul tronco accanto al suo.
"Quindi ora come funziona?" Chiese Elian. Artù lo guardò confuso e il suo amico alzò le sopracciglia. "Intendo, se ora dovrò cambiare stanza? Per me non c'è problema nel dormire nella stessa stanza di mia sorella, i letti li avete già separati tanto no?"
"Oh no no no!" Disse velocemente Artù, colto alla sprovvista. "Non so che cosa fosse, sinceramente, quello che hai visto. Merlino non mi parla neanche più da quando è sceso da quelle scale e non voglio privarti del tuo letto, insomma..."
"Sentire parlare di letti mi fa pensare ai dei doppi sensi della madonna!" Entrambi si girarono e videro Galvano che si avvicinava con una bottiglia di birra, lasciandosi cadere su un tronco poco distante dal loro.
"Di cosa parlate?" Chiese il cavaliere, chiaramente brillo; entrambi lo guardarono confusi. "Oh, penso meglio quando sono ubriaco e dimentico anche avvenimenti imbarazzanti. Ogni riferimento al fatto che mi è venuto duro mentre limonavo con una ragazza, è puramente casuale." L'ultima frase l'aveva quasi sussurrata, abbassando la testa e girandola mentre prendeva un'altra sorsata di birra.
"Beh, sinceramente non mi stupisce." Commentò Elian, si girò poi verso il suo re. "Ho visto cose più sorprendenti!" Artù lo guardò con occhi di fuoco: se neanche lui sapeva dove sarebbe finita quella storia, tanto meno avrebbero dovuto saperlo i cavalieri. Tuttavia Elian non ricevette il messaggio e accennò una risata.
"Hmm." Disse Galvano, ignorando completamente i due. "Sembra che Gaius abbia finito di cucinare la cena!" La finestra della cucina era aperta e un profumo di arrosto di maiale usciva assieme a un fumo biancastro, incantando tutti e tre i cavalieri.
"Voi venite a mangiare?" Ora Galvano si era girato verso di loro.
"Volentieri, sto morendo di fame!" Disse Elian alzandosi. Galvano lo imitò ed entrambi guardarono Artù.
"Oh andate pure senza di me, non ho fame."
"Ehi la cena è pronta, se volete..." una voce allegra comparve alla loro spalle. Artù non lo vide subito, ma poi Merlino spuntò da dietro a Galvano e rimase a fissarlo per qualche minuto prima di completare la frase.
"Se volete venire a mangiare." Indicò la casetta con il pollice e Artù abbassò il capo, triste e imbarazzato allo stesso tempo.
Galvano corrugò le sopracciglia e fissò prima Merlino, poi Artù, poi di nuovo Merlino e poi di nuovo Artù.
"Sono io che ho bevuto troppo o qui c'è un gay vibe assurdo?" Disse con entusiasmo indicando Merlino e Artù con i due indici. Elian chiuse gli occhi e sospirò, portandosi poi due dita sugli occhi, sfregandoli.
"Cosa? Ma che dici? Gay vibe? Ma Galvano!" Disse Merlino impacciato e con voce acuta. Tornò a guardare il suo "fling" e lo vide ancora più triste, un luccichio sembrò brillargli negli occhi e Merlino si sentì un piccolo taglio formarsi nel petto.
"Continuo a sentire il gay vibe!" Commentò Galvano tornando a guardare prima uno e poi l'altro.
"Non c'è nessun gay vibe!" Disse Artù secco e alzandosi in piedi. "Non dovevamo andare a cena? Improvvisamente mi mangerei un bue intero!" Si avviò verso la casa, a sguardo basso evitando specialmente Merlino e i suoi occhi azzurri.
Al tavolo si era seduto tra Lancillotto e Parsifal, mentre Gaius stava tagliando una fetta di arrosto per Gwen.
"Ho fatto il vostro piatto preferito!" Disse Gaius. "Sarò pur stato solo il medico di corte, ma tutti andavate matti per il mio arrosto al miele e visto che abbiamo scoperto il nascondiglio di Morgana, mi è sembrato giusto festeggiare."
Ginevra si era portata le labbra all'interno, nascondendole. Un brivido le scese lungo la schiena mentre pensava al fatto che presto avrebbe potuto rivedere la sua amata.
"Parsifal?" Il cavaliere allungò il piatto alla chiamata di Gaius con entusiasmo e un sorriso da orecchio a orecchio. Il cuoco gli mise una grande fetta di carne e la ricoprì della salsa densa.
Elian, Galvano e Merlino entrarono in silenzio e si sedettero ognuno al proprio posto. Merlino era all'angolo opposto di Artù e i due si guardarono per un secondo, gli occhi di entrambi pieni di tristezza.
"E voi tre? Dove siete stati?" Chiese Gaius mentre serviva Lancillotto.
"Oh stavamo parlando fuori." Disse Elian.
"Threesome?" Chiese con curiosità Lancillotto mentre addentava una fetta di pane. Tutti lo guardarono confusi e con gli occhi spalancati. "Che c'è?"
Galvano tirò un rutto potentissimo mentre posava con rumore la birra vuota sul tavolo e allungava poi il piatto a Gaius. Quest'ultimo, spaventatosi dal rumore gli servì velocemente la sua fetta, terrorizzato all'idea che potesse tirare un altro rutto.
"No, solo uno di noi ha effettivamente bombato!" Rispose secco Elian con un sorriso. Artù aveva passato il piatto a Gaius e aveva già sollevato la forchetta, pronto a infilzarla con furia nella carne, ma a quelle parole la forchetta gli cadde sul tavolo e se non ci fosse stato Gaius a reggerlo, anche il piatto avrebbe fatto un piccolo volo. Tutti spalancarono gli occhi e fissarono il re, confusi.
Gaius continuava passare lo sguardo da Elian ad Artù e cercava di capire. Il cavaliere mosse, cercando di non farsi beccare dagli altri, un indice verso Merlino e Gaius capì.
"Oh mio Dio!" Esclamò Gaius.
"Oh oh oh!" Disse Gwen, vedendo il gesto del fratello.
"Elian taci!" Lo richiamò Artù, ma nessuno lo ascoltò.
"Per la miseria." Commentò Lancillotto.
"Tutto ciò è meraviglioso!" Disse Sir Leon portandosi le mani dietro alla nuca e godendosi il momento. Merlino era l'unico a stare zitto.
"HALLELUJIAH!" Urlò Parsifal alzando le braccia al cielo e lì si che tutti lo guardarono. "Che c'è? Non ditemi che non avete mai sentito il gay vibe che emanavano entrambi dal primo giorno che li abbiamo incontrati?" Ginevra rise, approvando la sua osservazione annuendo. Artù si portò le mani nei capelli, finendo con il naso nel piatto e i cavalieri risero ancora di più.
"Questa dovevo dirla, caro mio re, mi spiace." Esclamò Elian mentre Artù lo guardava torvo e si puliva il naso.
"Two brooos, chilling in the hot tub. Not five feet apart 'cause they are gay!" Cantò Galvano.
"Ehi è il vine!" Esclamò Lancillotto indicandolo con l'indice.
"Certo, dovevo modificarlo per rimanere coerente al momento, ma è quello!"
"Two bros chilling in the hot tub. Five feet apart 'cause they're not gay!" Cantarono i due cavalieri assieme.
"Visto che abbiamo questo vibe attorno, ti direi che sei molto sexy mentre canti!" Disse Lancillotto mordendosi il labbro inferiore, imitando un orrendo flirt. Tutti la presero in ridere, tranne i due protagonisti.
"Oh, sei molto sexy anche te! Amore!" Galvano aveva detto l'ultima parola con un acuto tale da sembrare una donna.
"Abbiamo finito?" Disse serio Merlino, interrompendo bruscamente tutte le risate quando tirò una manata sul tavolo. La tavolata lo guardò serio e lui si alzò, andando in camera sua e tutti sentirono la porta sbattere con un tonfo.
Tutti rimasero in silenzio, alcuni guardavano Artù, altri tornarono a mangiare ma nessuno aggiunse più un commento.

Merlin: una guida nel mondo moderno || MerthurWhere stories live. Discover now