Capitolo 18 - Che il caos abbia inizio

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"Ma ci credete che sti due hanno rinunciato ad essere dei reali?" disse Artù lanciando il giornale mattutino sul tavolo davanti a Galvano.
"Si, che stronzi! Sono dei disgraziati, non sanno proprio a cosa vanno incontro..." disse Galvano in tono ironico.
"È un discorso serio!" lo rimproverò il re. "Ai miei tempi se eri reale, eri un reale punto! Non potevi "divorziare"!" continuò mimando le virgolette per aria.
"Be' secondo me non hanno fatto tutta questa boiata!" intervenne Lancillotto, che stava sdraiato sul divano. Tutti lo guardarono confusi e lui li guardò come se fosse lo scemo del villaggio. "In fondo loro non saliranno mai al trono: dopo Elisabetta ci sarà Carlo, che avendo abdicato in favore di William non diventerà mai re, però dopo William ci sarà il suo primo genito, e dopo i figli del primo genito e così via. Quindi a meno che non smettano di sfornare figli o muoiano tutti improvvisamente, loro non hanno alcuna speranza." ora si sentiva un po' il sapientone del gruppo. In quel momento Merlino scese dalla sua stanza, pronto per andare al lavoro e la prima cosa che notò furono le facce stupite verso Lancillotto e dovette portarsi la tazza del caffè alla bocca per soffocare le risate.
"Che c'è? Mi sono informato! Ho scoperto di avere una passione per le riviste di gossip!" continuò Lancillotto tirando fuori una rivista con Harry e Meghan in copertina.
"Il cosa scusami?" chiese Galvano mentre andava a curiosare la rivista assiema a Lancillotto.
"Ehi..." disse Artù verso Merlino, separandosi dalle discussioni degli altri due, era un po' che non parlavano loro due, e Artù aveva tanto da dirgli.
"Come stai?" gli chiese il mago posando la tazza e aggiungendo un sorriso.
"Meglio... meglio..." erano passate due giorni dalla rottura del matrimonio di Ginevra e Artù, e tutte e due stavano alla grande. Ora dormivano in due camere separate, Artù si dedicava completamente al bar e aveva chiesto a Bob di non chiamarlo se avesse avuto bisogno all'agenzia; Gwen invece, si dedicava al massimo al suo lavoro e aveva ottenuto una promozione: ora lavorava alla segreteria al pian terreno e organizzava gli appuntamenti di tutti i dipendenti, si faceva un mazzo enorme e spesso lavorava più di dieci ore al giorno, ma era felice, finalmente la sua vita non era più monotona, faceva cose diverse durante la giornata e aveva anche una bella sensazione per il discorso Morgana.
"Come vanno le cose al bar?" chiese il mago felice, purtroppo questi loro impegni e questa loro felicità non permetteva al mago di passare del tempo col suo amore segreto.
"Molto bene. Dovresti venire qualche volta, quando Bob ti lascia il giorno libero!"
"Molto volentieri!" finirono per lanciarsi due occhiate particolari, abbinati a qualche sorrisi.
"Ma guardatevi!" una voce acuta proveniente dal divano li fece distrarre e i sorrisi si spensero. "Una bellissima coppia di omosessuali. Siete bellissimi!"
"Non siamo una coppia di... ma cosa vi viene in mente? No!" disse subito Merlino imbarazzato, anche se ferì Artù al cuore, ma il re cercò di non farlo vedere.
La porta si aprì ed Elian e Gwen rientrarono con tante borse della spesa.
"Ciboooo!" esclamò Galvano.
"Che non abbiamo il tempo di mangiare Gal!" disse Parsifal. "Dobbiamo andare ad aprire il bar! Artù?"
"Sono pronto! Possiamo andare!" rispose il re afferrando la giacca dal tavolo.
"Ma come non rimanete neanche per la colazione?" disse Elian rattristito. "Volevo preparare dei pancake!"
"Oh mi piacerebbe tantissimo credimi, ma sto facendo tutto contro la mia volontà!" disse Galvano mentre veniva trascinato fuori da Parsifal e si sentiva l'eco del suo urlo di finto dolore sfocare mentre si chiudeva la porta.
Sir Leon fece capolino nella porta e Lancillotto si alzò.
"Stai tranquillo Elian, abbiamo tutto il tempo che vogliamo prima di andare al lavoro quindi ce la gusteremo noi la loro porzione!" commentò Lancillotto. Elian cosse in poco tempo delle porzioni enormi di pancake che tutti si gustarono felici.
La porta del laboratorio di Gaius si aprì e il vecchio stregone uscì lentamente. Aveva una pessima cera: era più pallido del solito e gli occhi erano circondati da due occhiaie nere. Tutti si spensero alla sua vista, non lo vedevano da settimane, stava sempre nel suo laboratorio e fare le sue pozioni.
"Vi sento che dite che io non voglio uscire perché ho paura del mondo esterno!" disse Gaius sedendosi accanto a Merlino. "E avete ragione! Sono un vigliacco!"
"Gaius non è assolutamente vero!" disse Gwen. "E' normale avere paura, è un mondo nuovo e tutti dovevamo adattarci all'inizio. Facciamo una cosa: io oggi ho il giorno libero e così anche Elian, perché non vieni con noi a fare una passeggiata fino al Tower Bridge, che ne dici?"
"E' una splendida idea Gwen, Gaius devi andarci assolutamente! In più è anche una splendida giornata!" disse Merlino entusiasta. Gaius rimase in silenzio per alcuni secondi, poi guardò la ragazza sorridendo.
"Prima posso avere un po' di pancake?" tutti risero ed Elian gliene mise davanti una decina, che si pappò più veloce di un lupo.

"Sono sorpresa! Sei riuscita a prendere il posto della regina stessa, mi congratulo." Morgana non era mai stata così ironica nella sua vita. Il trono di Elisabetta era comodo, poteva farci l'abitudine a sedercisi, peccato che non aveva avuto lei l'idea di controllare la regina come aveva fatto Nimue.
Nimue, invece, era di fronte a lei, in piedi e terrorizzata. Anche se aveva avuto un'idea geniale, la strega la spaventava. Non sapeva quale sarebbe stata la sua prossima mossa e aveva paura di scoprire cosa aveva intenzione di fare con lei.
"Peccato che ti ho scoperta!" continuò Morgana, senza ricevere risposta. "Davvero pensavi di passare inosservata? Ti ho scoperta io che vivo nel bel mezzo della foresta, e non ti hanno scoperta i cavalieri! Sono più stupidi di quanto mi ricordassi!"
"Che cosa vuoi?" finalmente aveva trovato il coraggio di rispondere, ora le cose erano interessanti per Morgana. "Perché sei qui?"
"Perché ora puoi di nuovo lavorare per me! E' un onore ricordati lavorare per una come me!"
"Te non stai controllando la regina! Sei proprio sicura di essere così potente?"
"Dovrei prenderla come una minaccia?"
"Può darsi!" Morgana allungò una mano verso Nimue che subito venne trascinata da una forza invisibile e si ritrovò col collo che veniva soffocato dalla strega.
"Ricordati che potrei rispedirti nel buco da cui ti ho presa! Non me ne farei di problemi a rimandarti laggiù!"
"Perché non ti accomodi allora? Forse perché non consoci l'incantesimo che ho usato?!" Morgana la lasciò andare e Nimue si portò una mano al collo, massaggiandolo e tossendo.
"Non mi serve uno stupido incantesimo per controllare un paese. Vorrei ricordati che controllavo un impero intero ai tempi!"
"Si, ma con l'aiuto di tuo zio!" questa volta Morgana si arrabbiò veramente e un movimento secco della mano scaraventò la strega dall'altra parte della stanza, contro il muro.
"Io. non ho bisogno di nessuno! Io sono sempre stata la mente di ogni mia idea, infatti sono qui per dirti cosa fare per attirare quegli idioti!" Nimue si rialzò a fatica, anche lei si stava stufando e avrebbe voluto reagire, ma vedere Morgana convinta di potersela sempre cavare da sole, le dava molte più soddisfazioni.
"Sentiamo!"
"Fai un censimento! Fai venire ogni persona di Londra qui, nel palazzo, a farsi registrare con nome cognome e indirizzo. E una volta che i cavalieri arriveranno, noi li uccideremo!"
"Lo vedi che non riesci a fare le cose da sola!" Morgana non rispose. Si limitò a fare un movimento circolare con la mano; il suo calderone apparve e l'immagine di Ginevra apparve in primo piano.
"Guardala lì, tutta sorridente. Durerà ancora per poco!" commentò Nimue, e in quel momento Morgana avrebbe voluto tirarle un pugno in pieno volto, nessuno toccava Ginevra.
"A lei ci penso io! Tu occupati degli altri! E pensa a emanare prima l'ordine. Lo voglio fatto entro due giorni!" e si diresse verso la porta.
"Dove vai?" chiese Nimue. Morgana fece schioccare due dita e il calderone sparì come era apparso.
"Ho un compito da portare a termine!"

Merlin: una guida nel mondo moderno || MerthurWhere stories live. Discover now