Capitolo 27 - La battaglia di Albion (parte 2)

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Galvano si rialzò confuso, la testa che continuava a girargli. Si guardò attorno e la prima cosa che vide fu Morgana con una tempia sanguinante. La guardò quasi con gioia, anche se la vista del liquido rosso gli fece fare una smorfia: almeno era sconfitta.
Cercò Merlino. Lo aveva guardato mentre si frapponeva tra Morgana ed Artù e l'ultimo ricordo che aveva di lui era una spada che lo trafiggeva. Merlino era il suo migliore amico, non poteva permettersi di perderlo. Doveva trovarlo, aiutarlo e anche curarlo se fosse stato necessario. Nonostante le sue doti curative fossero meno di zero, avrebbe fatto di tutto per il suo migliore amico.
Sentì delle smorfie accanto a lui e Galvano guardò Parsifal mentre si rialzava con ancora dei dolori alla schiena.
La foresta era immersa nel silenzio, solo Kilgarah emanava un leggero verso simile a un ringhio ma più lieve, quasi come se fosse un ringhio di dolore.
Parsifal si guardò attorno e Galvano fu colto da dei suoni di fruscii. Si girò e vide Artù correre nel bosco.
Senza pensarci due volte, Galvano lo rincorse, sicuro che lo avrebbe portato dal mago. Non pensò a Parsifal e credette di averlo lasciato indietro, i suoi pensieri erano tutti su Merlino.
Trovò Artù mentre urlava il nome di Merlino. Il mago era morente tra le sue braccia e non rispondeva ai suoi richiami.
"Combatti testardo che non sei altro!" Urlò il re. Sentì altri richiami, ma Merlino continuava a non rispondere, fino a che...
"Grazie... di tutto." Il mago sollevò il mento per pronunciare le parole, poi lasciò cadere il viso di lato ed Artù alzò la testa al cielo, urlando di dolore.
Galvano si sentì lacerare il petto. Non si era mai sentito così, neanche quando aveva scoperto la vera identità di Cindy.
Merlino lo aveva aiutato così tanto, anche se non aveva mai scoperto che fosse un mago. Si ricordò quando, il giorno che era tornato dalla morte, Merlino aveva fatto qualche incantesimo per far allargare la casa, in modo che ci stessero tutti. Lo aveva scoperto così, il suo dono.
Ora invece, Merlino non stava usando la magia per curarsi la ferita. Era pronto a morire per quella causa, in fondo Albion aveva bisogno di un re, non di un servo. Ma Galvano sapeva bene che non era così. Albion aveva bisogno di un re che fosse felice e che fosse circondato da persone che lo amavano, ma soprattutto che fosse circondato da Merlino.
Galvano sentì lo squarcio aumentare, un peso gli si formò nello stomaco assieme a un nodo alla gola. Sentì le ginocchia cedergli e mentre guardava Artù piangere sul corpo di Merlino, cadde a terra.

Parsifal lo aveva raggiunto, gli era sempre stato accanto, nonostante tutto quell'amichevole bullismo. Voleva bene a Galvano, così come voleva bene a tutti gli altri e nel vedere Merlino morente si sentì perso.
Il ragazzo gli aveva sempre dato come una sorta di motivo per combattere, lo ammirava come, nonostante il ruolo del ragazzo silenzioso, era pronto a intervenire per aiutare gli amici.
Avvolse Galvano attorno alle spalle e lo strinse a se, convinto che sarebbe scoppiato a piangere. Ma non accadde, per lo meno non subito, il cavaliere stava trattenendo ogni lacrima nonostante il dolore a livello fisico.
Parsifal lo strinse comunque a se, aspettando che si sfogasse. Lo conosceva bene, sapeva che aveva bisogno di piangere, non sarebbe stato Galvano altrimenti. Parsifal, infatti, sapeva che non era solo battute e idiozia: aveva un cuore grande quando un continente e si prendeva cura di ogni singola cosa esistente al mondo.
Finalmente Parsifal lo sentì piangere tra la sue braccia. Galvano gli stritolò un polso e urlò, liberandosi dal nodo alla gola.
Sentendo il suo core stringersi fino ad avere l'impressione che stesse soffocando, Parsifal pianse con lui.

Elian si alzò lentamente, la testa confusa. Non si ricordava troppo della battaglia, in effetti erano solo tante scene sfocate, ma una gli ribolliva nella testa: Morgana che infilzava Merlino con la spada di Artù. Il mago gliene aveva parlato, solo a lui, in segreto. Gli aveva detto della visione che aveva avuto poco dopo che fossero tornati, quando gli aveva rivelato il suo museo personale: aveva visto Morgana pugnalare, con la spada di Gwen, Artù.
Per questo, quando Elian aveva visto Morgana lanciare via la sorella e afferrare la sua spada, aveva perso dieci anni di vita. Era corso verso sua sorella, per aiutarla, come sempre, ma anche per fermare Morgana. Artù era in pericolo più che mai in quel momento, ma l'esercito di alberi e pietre gli stava talmente addosso che quasi stavano avendo la meglio su di lui. Quando aveva visto Mordred frapporsi, lanciando via la spada di Morgana... c'è di Ginevra... aveva potuto respirare di nuovo, fin quando il drago non aveva ruggito.
Corse verso sua sorella, andando a sbattere contro qualche albero. La scrollò e per un attimo pensò che fosse morta, ma poi alzò la testa di scatto, iniziando a guardarsi intorno.
Elian si mise un braccio di lei attorno al collo e la fece alzare. La portò da Gaius.

Merlin: una guida nel mondo moderno || MerthurWhere stories live. Discover now