Capitolo 18.

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POV THEO.
Sto accarezzando dolcemente il ventre della mia futura moglie e madre dei miei figli, che al momento sta dormendo cautamente con la testa sul mio petto.
Siamo distesi sul divano.
Mentre accarezzo il suo ventre, sento ogni suo respiro calmo e lento.
Dalla faccia tranquilla e rilassata che ha al momento, si può dire che stia facendo dei bei sogni.
Sarebbe bello sapere che sogno stia facendo, forse starà sognando il giorno del parto.
Quel giorno sarà stupendo.
Ovviamente se non stiamo attenti quel giorno non arriverà mai.
Sta notte si è sentita molto male e dovetti stare sveglio per sorvegliarla, avendo anche paura che si sentisse ancora male.
Ha una leggera febbre e siamo andati all'ospedale solo per accertarci che i bimbi non erano in pericolo, per fortuna è tutto a posto.
La mattina del giorno prima eravamo usciti e si era dimenticata il giubbotto, glie l'avevo detto di andarlo a prendere, ma lei testarda com'è non mi ha ascoltato e quindi prese un po' di vento.
Mentre continuo ad accarezzarla, sento dei passi scendere le scale, ed essendo sul divano vedo scendere Derek portando in braccio Angel ancora mezza addormentata.
Ovviamente lei non può camminare a causa del gesso.
Lo saluto con la mano con la mano per non svegliare ne Teylor ne Angel, che sicuramente si è riaddormentata.
Lui ricambia il mio saluto e fa coricare Angel sul divano, facendo attenzione alla frattura che ha avuto.
Non immagino il dolore che ha provato in quel momento.
Per mia fortuna non mi sono mai rotto niente e spero in futuro di non rompermi niente.
Si siede di fronte a me e quando inizia a parlare viene interrotto dal suono di qualcuno che bussa alla porta.
Il mio migliore amico si alza e va ad aprire, il solito turista.
Controllo l'orario, quasi mezzogiorno.
È raro che a quest'ora qualcuno bussi alla nostra porta.
Di solito a bussare sono turisti che chiedono indicazioni per raggiungere il parco di New York.
Viviamo vicino al centro, quindi è facile raggiungere il parco.
Una volta siamo andati a piedi tutti noi.
Mi ricordo ancora quando da ragazzino abitavo in un paesino sperduto, abitato da mio padre, me e alcuni vicini.
Quando volevo andare in centro quando non c'erano i miei, dovevo uscire di casa alle 14:00 per aspettare l'autobus, arrivavo in centro alle 16:45 e lì mi aspettavano sempre Derek e Alex.
Ci siamo conosciuti durante la morte di mia madre.
È stato un momento tragico e spaventoso, avevo solo 15 anni, non lo dimenticherò mai.
FLASHBACK.
Stavo girando a canestro quando un biondino mi fece sbagliare il tiro.
"Ma che ti prende scemo? Vattene a giocare e lasciami solo" dissi.
Ero appena entrato nella squadra di basket della nuova scuola e non volevo far brutta figura, quindi mi allenavo da solo il pomeriggio.
"Perché giochi da solo?" Mi disse sorridendo.
Non sembra cattivo, forse vuole fare amicizia.
"Non ho degli amici sono nuovo in città" dissi tutto d'un fiato, forse mi avrebbe preso in giro ma non lo fece.
"E io chi sono? Un fantasma? Piacere io mi chiamo Alex il tuo nuovo amico." Disse ridendo.
Scoppiai anche io a ridere.
È molto simpatico.
"Che avete da ridere? Anche io voglio giocare Alex!" Disse un ragazzo con i capelli neri raggiungendoci.
"Piacere io mi chiamo Derek" aggiunse sorridendo.
"Io mi chiamo Theo" dissi finalmente il mio nome.
"Giochiamo?" Dissero in coro e io accettai.
Forse protraemmo diventare migliori amici, chi lo sa? Boh. Tutto da vedere.
-
Passammo tutto il pomeriggio a giocare e a parlare, erano simpaticissimi e abbiamo legato subito.
Alex ha 15 anni come a me e viene dalla California, mentre Derek ha 14 anni e de nato qui a New York.
Anche se è più piccolo di un anno sembra avere la nostra età e a noi non ce ne importa.
Mia madre mi chiamò interrompendo la nostra partita, risposi e mi disse che mi sarebbe venuta a prendere.
Aspettai mia madre con Alex e Derek, loro abitavano vicino al parco quindi potevano andarsene quando volevano.
Appena giunse e si fermò, salutai i miei due nuovi amici e mentre mi incamminai vidi quello che non volevo vedere e mi bloccai.
Un uomo aprì lo sportello della macchina di mia madre e dopo averla presa dai capelli gli sparò in testa, uccidendola.
Mi pietrificai, tutto ciò avvenne davanti hai miei occhi.
Hanno ucciso mia madre, davanti a me.
Corsi piangendo da mia madre chiamandola senza una fine.
Non ci potevo credere che mia mamma, la mia unica mamma che mi aveva promesso che ci sarebbe stata per sempre era morta.
Qualcuno chiamò l'ambulanza sentendo il fracasso delle sirene che emettevano.
Appena dei paramedici soccorsero il corpo freddo e pallido di mia madre Derek e Alex mi allontanarono abbracciandomi e lasciandomi urlare e piangere.
Non doveva accadere tutto ciò, non oggi.
FINE FLASHBACK.
"Amore, amore!" Mi scuote Teylor preoccupata.
Mi risveglio dal mio trans e mi accorgo che sto respirando affannosamente e sto piangendo.
Lei non lo sa della morte di mia madre, ma un giorno glie lo dirò.
Non oggi però.
"Amore che hai?" Dice asciugandomi le lacrime.
"Niente principessa ho avuto una crisi di pianto" lo dico come se fosse vero.
"Ok amore, io vado in bagno ora" ci crede e mi bacia a stampo per poi andare in bagno.
Angel ancora dorme, a lei ho accennato qualcosa, gli ho solo detto che non ho una madre, niente di più e niente di meno.
Mettendomi seduto noto che Derek mi guarda come per dirmi che di stare tranquillo e che andrà tutto bene.
Ormai sono passati 8 anni dalla sua morte e ancora mi manca, mi manca come l'aria.
Lei non potrà mai conoscere i miei figli e giocarci con essi, non potrà mai partecipare al mio matrimonio, lei non potrà mai più vivere.
Era tutto per me, l'ammiravo giorno e notte.
La consideravo un Dea.
Ovviamente da quel giorno mio padre divenne più acido e distaccato nei miei confronti, non era più il solito padre affettivo ma un mostro.
Poi però le cose cambiarono appena scappai di casa.
FLASHBACK.
Ero stanco di tutto ciò.
Mi mancava la mamma e papà non voleva più saperne di me.
Mi diceva ogni giorno che io non sono nessuno.
Decisi di scappare di casa.
Preparai un borsone alla svelta e presi il primo autobus che passava.
Non mi avrebbe cercato.
"Non sei nessuno!" Quelle parole così brutte e cattive mi rimbombavano nelle orecchie.
Mi faceva star male quell'uomo.
Era solo passato un mese dalla morte di mia madre e lui era già arrivato a ubriacarsi.
Non avevo bene in mente cosa fare.
Sarei andato sicuramente a dormire da Alex o da Derek, loro mi avrebbero ospitato.
Arrivai in città e mi diressi verso la casa di Alex e bussai alla sua porta rossa, come quelle inglesi molto strane e buffe, mi ricordai che era partito per l'Italia.
Sospirai e mi incamminai per casa di Derek.
Il cielo non era dalla mia parte, ogni passo che facevo, diventava sempre più scuro, fino a che non si decise a mettersi a piovere bagnandomi tutto.
Ci mancava solo la pioggia.
Arrivai a casa di Derek bagnato fradicio, bussai e la madre di Derek mi aprì ospitandomi come fossi suo figlio.
Sempre stata gentile con me.
Dopo che mi feci la doccia io e Derek giocammo alla play.
Era ormai un fratello per me, quello che non ho mai avuto.
-
Un' incessante suono fastidioso mi svegliò.
Mi girai verso il letto di Derek vedendolo seduto su di esso mezzo addormentato.
È la prima volta che non ho il sonno pesante.
Lui invece ha il sonno così leggero che anche una mosca con il silenziatore incorporato lo sveglia.
Era il campanello di casa.
Ero ancora a casa di Derek, erano passate 2 settimane e mio padre non mi chiamò nemmeno.
Ero solo il suo pupazzetto con cui sfogarsi, sul suo unico figlio.
Il suono finì e fu sostituito da delle voci provenienti dal soggiorno.
Io e Derek a quel punto ci alzammo e piano piano andammo a vedere chi sta parlando, fino a quando non lo vidi.
Lui non mi notò inizialmente.
Aveva le occhiaie, sicuramente non dormiva, la sua voce tremava come se anche l'ultima caramella che aveva gli era stata rubata.
Non avevo mai sentito la sua voce tremare.
Mi avvicinai piano, fino a quando non mi notò e finalmente mi abbracciò.
Ricambiai un po' intimorito ma infondo era mio padre.
"Ti prego non farlo mai più son morto dentro" disse.
Lo strinsi di più a quelle parole.
Era tornato da me.
FINE FLASHBACK.
Sbatto gli occhi ripetutamente, troppi ricordi.
"Ben tornato nella realtà" ridacchia Alex.
Non mi sono nemmeno accorto che era sceso in soggiorno.
"Ma sta zitto" rido anche io.
Mi alzo finalmente dal divano e noto che Teylor sta dormendo con la televisione accesa e con il telecomando in mano, si vede che è stanca morta.
Derek sta preparando la colazione per tutti, uova e bacon.
Lui sa cucinare, io invece sono negato, so solo fare un panino.
Angel si sveglia sentendo l'odore del bacon cotto.
Teylor invece non si sveglierà neanche con le bombe atomiche.
"È pronto!" grida dalla cucina Derek.
Dopo aver dato un bacio sulla fronte a Teylor prendo in braccio Angel per non lasciala da sola.
Derek non è geloso di queste azioni, sa che non voglio Angel come fidanzata e poi oltretutto ho chiesto alla mia Principessa di sposarmi quindi perché mai dovrei tradire il mio migliore amico e la mia principessa?
La faccio sedere e mi ringrazia con un tenero bacio sulla guancia.
Io ricambio con una linguaccia facendola ridere.
Tra mille chiacchiere e disagi mentali facciamo colazione.
---
Sto guidando in una strada che è da tanto che non percorro.
Infatti quasi ci perdevamo.
Alla mia destra c'è la mia principessa un po' agitata.
Stiamo andando da mio padre e lei non lo conosce, lui si.
Gli ho parlato che mi ero fidanzato con lei e altro.
Dalla voce sembrava che gli piacesse.
Quando ero ragazzo mi portavo delle ragazze a casa per scoparle e molte di quelle a mio padre non piacevano.
Appena arriviamo notò subito la vecchia auto di mio padre, parcheggio e scendiamo.
La vedo prendere un respiro da quanto è agitata.
Appena mi da il segnale per bussare alla porta lo faccio.
Quello con l'ansia dovrei essere io ma va beh.
Dopo qualche seconda la porta si apre rivelando il corpo ancora in forma di mio padre.
Non è molto vecchio, ha solo 42 anni e va in palestra quando ha tempo.
"Ciao papà" dico sorridendogli.
"Ma guarda chi è resuscitato" ridacchia abbracciandomi.
In effetti è da tanto che non ci incontravamo di persona, quindi mi è mancato.
Dopo qualche secondo di abbracci e pacche presento a mio padre Teylor, dopo di che ci sediamo in soggiorno.
Me lo ricordavo più antico questo soggiorno, invece le pareti sono color nocciola, i mobili sono nuovi e sopra al vecchio camino è appesa una TV al plasma.
Avrà rimodernato la casa.
"Allora, ci sono novità?" Domanda mio padre sistemandosi su una poltrona grigia.
"Si due" dico preparandomi.
Non so come reagirà ma spero bene.
Lui aspetta che io parli mentre Teylor mi tiene la mano per farmi forza.
"Mi sposo e tu diventerai nonno di due gemelli" dico tutto d'un fiato.
Stiamo un minuto netto in silenzio sicuramente non se lo aspettava.
Anche io quando Teylor mi ha detto di essere incinta non me lo aspettavo, pensavo che aveva l'influenza e non voleva dirmelo per mostrarsi forte e invece il destino aveva deciso che sarei diventato padre.
Spero di essere all'altezza.
"Seriamente?" Ci guarda con occhi pieni di felicità.
"Si" dice Teylor sorridendo.
Ci abbraccia felicissimo e iniziamo a parlare dei gemelli, del matrimonio e del futuro, il nostro futuro.

Ciao a tutti❣❣.
È da tanto che non pubblico, colpa dei compiti e del cellulare che sta morendo.
Come avete forse notato, il capito è mooooolto più lungo degli altri, infatti avevo in mente di aumentare i capitoli, prima scrivevo 700 parole ora voglio scriverne più di 1500.
Tra l'altro prima pubblicavo alle 16/17, ora pubblicherò appena potrò quindi anche alle 19.
Ovviamente ci saranno giorni che scriverò più di 2000 parole e giorni che ne scriverò solo 1000.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ciao ciao❤️❤️.

Due cuori Simili ma Diversi. [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now