Capitolo 37.

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POV RICK.

Accanto al mio computer viene posto una tazza di caffè fumante, distolgo lo sguardo dal mio computer e lo poso su mio padre che mi sorride, ricambio il sorriso.

"Sempre a lavorare eh?" ridacchia sedendosi accanto a me. Sono al Book Bar di mio padre, non mi andava di lavorare a casa da solo, e poi qua non c'è tanta confusione essendo che non c'è tanta clientela. Anzi, è un posto molto tranquillo, mi piace l'idea che le persone vengano a bere una tazza di caffè o di altro leggendo un libro o chiacchierando con gli amici, è un posto dove tutti possono stare a rilassarsi, soprattutto in inverno.

Prendo la tazza di caffè e ci soffio dentro per raffreddarla, non voglio brucarmi.

"Il mio capo si diverte a far fare tutto agli altri" dico portandomi la tazza alla bocca e bevendo il contenuto, è buono.

"Almeno ti paga bene" dice leggendo su che stavo lavorando, lo lascio fare è pur sempre mio padre e poi non sono cose top secret.

"Questo è vero, ma una volta tanto può andare anche lui alle conferenze" bevo altro caffè.

"Certo, cambiando argomento, avete parlato di Federico?" torna ad osservarmi.

Si abbiamo parlato, ma dovevamo incontrare Dylan al Griffith Park per parlargli, ma se non vengono non faremo nulla.

Tenteremo in tutti i modi per salvare Federico, proveremo a farlo ragionare, se tutto andrà bene vivremo come una famiglia.

Gli rispondo con un semplice si, non posso approfondire l'argomento.

Appena finisco il caffè entrano ridendo Angel e Derek, li riconosco perché sono seduto nella direzione della porta.

Mio padre si alza salutandomi con una pacca sulla spalla portandosi via la mia tazza di caffè vuota, prima di scomparire dietro il bancone saluta mia sorella e il suo ragazzo.

"Scusa del ritardo, ma qualcuno non voleva asciugarsi i capelli" dice Derek passandosi una mano tra i capelli sedendosi seguito da Angel.

"Fa caldo, è una tortura asciugarsi i capelli oggi" dice in sua discolpa Angel.

Sorrido a questa scena, sempre la solita pigrona, scommetto che glie li ha asciugati lui. Una volta a me l'ha fatto fare solo perché gli faceva male il collo.

"Glie l'hai asciugati tu?" domando sorridendo ancora, mentre Angel continua a fare la finta offesa.

"E chi sennò?" la deride Derek.

"Ok basta, abbiamo qualcosa di più importante adesso" dice Angel concludendo il discorso.

Dobbiamo parlare di e con Dylan, ci nasconde qualcosa. Come faceva a conoscere Federico se aveva affari solo con Hanna?

"Ieri sera gli ho scritto e mi ha risposto che ci vedevamo oggi a mezzogiorno meno venti a Griffith Park, ma ancora non si è fatto sentire" dico vedendo se mi ha scritto, ma nulla.

Può essere impegnato, ma una persona impegnata risponderebbe al cellulare per comunicarlo, ma lui no.

Ricevo però un messaggio da Benedetta, lo ignoro, al momento non ho tempo per lei.

Poi se non sbaglio è in Svizzera ad una inaugurazione, l'ultima volta che l'ho vista è stato in Germania tre settimane fa per un colloquio con una banca.

Io poi ero andato a Londra e poi successivamente a Manhattan e poi sono tornato a New York e ora sono qui a Los Angeles, ma per la prima volta non per lavoro.

"Allora andiamo lì essendo è quasi orario" dice Angel, io e Derek annuiamo e ci alziamo dal tavolo.

Prendo il mio computer e con un cenno della mano saluto mio padre che ricambia.

Due cuori Simili ma Diversi. [IN REVISIONE]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora