Capitolo 30.

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POV FEDERICO.
"Federico finiscila di guardare!" Mi sgrida per la quarta volta Hailey.
Sta cercando di togliermi quegli affari dal braccio, ma scemo come sono guardo e mi sento male e quindi è obbligata a fermarsi e a tranquillizzarmi.
Siamo in cucina e il grande tavolo è bandito con cose mediche.
Ora che ci faccio caso, non ho mai mangiato a tavola, neanche quando c'era mia madre.
Mi da tristezza mangiare e vedere che negli altri posti non c'è nessuno, mi fa capire che sono solo.
Da una parte mi piace perché è seduta sopra di me essendo che io non mi volevo coricare, probabilmente una scelta sbagliata, ma dall'altra parte no perché mi sta facendo un male cane.
Respiro in modo affannoso perché non c'è la faccio più.
"William tieni ferma la testa di Federico dall'altra parte e l'altro braccio, così sta fermo e finiamo subito" ordina a William come se fosse lei la padrona di casa.
È qui da quasi due mesi e si crede la padrona.
Ci sono stati molti attacchi di Bipolarismo, di cui alcuni non ricordo ne l'inizio ne il durante quindi credo che sia dovuto che lei faccia così, anche se non ho una vera e propria mania che scatena ciò, perché ho solo la mania di guardare le cose che mi fanno star male, oppure la mania di far dormire insieme a me Hailey per tenergli la mano. Prima avevo la ninfomania, ma ora non c'è l'ho più.
Non la amo ma se si può considerare mania, allora ho la mania di dormire insieme a lei sennò non dormo.
Vedo William annuire per poi avvicinarsi a me.
"Non ti azzardare o ti spacco la faccia" grido irritato.
Non voglio che mi tocca.
Ciclato.
William si ferma non sapendo che fare, guarda prima a lei e poi a me, per capire cosa fare.
"William" ordina Hailey.
William alla fine si avvicina e mi blocca testa e il braccio sussurrandomi un 'mi dispiace signorino'.
Fanculo.
All'improvviso sento un dolore lancinante provenire dal braccio e trattengo un urlo.
Maledetta non mi ha avvertito.
"Ci siamo quasi tranquillo" dice cacciando piano quei così e provocandomi più dolore.
Ma lo fai apposta bastarda!
Se te lo toglie con forza ti può lacerare una vena scemo.
Non mi interessa.
So che il dolore può variare da persona a persona ma io ho la soglia del dolore davvero bassa per alcune cose, tipo se mi dai un pizzicotto neanche lo sento ma se mi devi togliere un tubo dal braccio o non so cosa allora lì si che sento dolore ma di quello che me lo ricorderò a vita.
Mi gira tantissimo la testa e vedo offuscato dal dolore.
Sto per svenire?
"Hail..." non riesco a chiamarla per il dolore.
Mi disinfetta la ferita e il bruciore si unisce al dolore che sto provando al momento.
Una combo perfetta.
"Ho finito!" Dice per poi bendarmi il braccio.
Non me lo sento più
Non sento più un cazzo.
È come se avessi le orecchie ovattate.
Vedo solo lei girarsi e cercare di farmi connettere il cervello.
Ma se tu c'è l'hai sempre staccato.
Devi stare zitto.
Chiudo gli occhi e poi buio.

Apro gli occhi di scatto mettendomi seduto.
Che bel risveglio.
Sono tutto sudato...che schifo.
Osservo che sono nella mia stanza e de pomeriggio tardi.
Mi alzo dal letto e mi guardo il braccio senza la fasciatura, dopo quasi più di un mese contraggo il braccio.
Gemo per la sensazione bella, era come se avessi avuto un braccio addormentato per anni.
Ripensando se quel giorno evitavo di avere un attacco di depressione il mio piano era a metà dell'opera, forse anche finito.
Ma son stato tanto coglione a finire in ospedale.
Dopo che ripeto la cosa più volte vado in bagno per fare i miei bisogni e una santa doccia.
Non mi facevo una doccia sempre da più di un mese.
Sto per più di mezz'ora dentro la doccia, di solito ci sto si e no 5 minuti, poi esco e mi asciugo per poi vestirmi con una tenuta sportiva.
Voglio andare un po' in palestra.
Esco dalla stanza e vedo attraverso la porta del soggiorno Hailey leggere un libro sul divano mentre il mio maggiordomo sta pulendo la libreria.
Quella libreria tra poco brilla.
Sempre efficiente.
Mi appoggio allo stirpe e la osservo leggere.
'Uno splendido disastro'... non mi piace quel libro.
Non mi piace proprio il romantico.
La vedo arrossire mentre legge, poi si morde il labbro. Per l'imbarazzo fa per guardarsi in giro per vedere se qualcuno l'ha vista in quello stato.
Si sarà eccitata?
Sorrido al sol pensiero.
Mi becca osservarla e mi guarda male e seria, ma la sua faccia la tradisce essendo che arrossisce di più.
"Terrò il tuo segreto con me" ridacchio mentre vado verso la porta d'ingresso.
Mi riavvio i capelli essendo che sono andate alcune ciocche sulla fronte.
Dovrei tagliarli.
Scommetto che verrà correndo qui per proibirmi di uscire.
È da due mesi che non esco per bene e da solo, vorrei essere libero per delle ore.
Prendo dal svuota tasche le chiavi della macchina e quelle di casa.
Voglio usare la macchina, amo le moto ma uso la macchina.
La moto mi mette adrenalina e questa adrenalina mi piace sentirla la sera, di giorno c'è il rischio che ti investano.
Per non parlare il fatto che mia madre odiava le moto e quindi non potevo usarne una in sua presenza, in quei casi la odiavo anche io.
"Dove stai andando?" Mi chiese la piccolina correndo verso di me rischiando di cadere.
Per poco non mi cadeva addosso per quando è maldestra.
Ridacchio a questa scena.
"Ripeto dove stai andando senza di me?" Chiede ricomponendosi.
Non sei mia madre fattene una ragione, non mi devi seguire come un cagnolino.
Ho 25 anni non 3 posso benissimo badarmi da solo anche se ho questa malattia.
"Senti pulce, hai degli amici? Se si esci con loro fatti una vita e scopa. Se non ne hai, esci e fai a qualche festa, ma non seguirmi perché ho da fare." Detto ciò dopo aver visto la sua faccia diventare rossa paonazza esco fuori di casa mia.
Scendo gli scalini del mio loft con calma e con le mani dentro le tasche dei pantaloni.
"Vedi di non combinare guai...ti prego" grida dal luscio della porta di casa fermandomi.
Mi sta implorando perché se mi succede qualcosa in sua assenza la piccolina perde il lavoro, perché da quello che ho capito è la mia assistente sanitaria.
Bah.
Sospiro chiudendo gli occhi.
Sono stanco di ricevere ordini da tutti.
"Si ok" dico scocciato per poi dirigermi verso il garage.
Aspetto che il garage si apri mentre penso a che fare.
Cambio di piano.
Entro dentro il garage dirigendomi verso la mia Maserati Granturismo nera con i sedili Rossi, qui ci sono un sacco di macchine e moto da quella che amo di meno a quella che amo di più, mentre cammino digito sul cellulare il suo numero.
Mentre squilla entro dentro la macchina e aziono.
Risponde il coglione?
Metto viva voce nella speranza che risponda e lo lancio nel sedile accanto al mio, se non risponde giuro che lo ammazzo questa volta, aziono la macchina e parto.
"Federico?" Domanda una voce roca.
Non dirmi che stava dormendo a quest'ora?
Sono quasi le sette del pomeriggio e invece di lavorare dormiva.
Pezzo di merda.
Esco dal cancello del soft e mi metto sulla strada.
"Bella addormentata nel bosco perché dormi?" Dico guidando verso l'autostrada.
"Perché ho preso l'aereo sta notte, mia zia non che tua madre prima di morire ha fatto bordelli e dovevo sistemarli" lo sento sbadigliare.
Mia madre aveva molti impicci e persone che gli dovevano un mucchio di soldi, lei era nel mondo della mafia, io no.
Mi interessavano solo i soldi.
Poi ho conosciuto mio cugino e abbiamo legato molto scoprendo anche tanto.
Lui ha un lavoro tutto suo, e anche io ne ho uno tutto mio anche se guadagno anche da quello che ha fatto mia madre prima di morire.
Io faccio il modello per privati e non, mi piace tanto farlo.
Non so se sono finito sui giornali quando sono finito in ospedale ma va beh.
Mi fermo ad un semaforo e abbasso i finestrini, fa leggermente caldo qui dentro.
"Ok, hai la posizione di Rick?" Dico mentre guardo ragazze bisbigliare qualcosa tra di loro.
Ti prego no, non voglio foto.
Parto a tutto gas anche se è giallo.
Non mi beccherò una multa.
"Ieri era in ospedale con Angel" dice mentre lo sento digitare qualcosa al computer.
È un piccolo hacker mio cugino anche se abbiamo la stessa età.
"Voglio sapere dov'è adesso cretino" sospiro seccato.
"È in chiesa, ha ricevuto cinque minuti fa da Angel un messaggio dove scriveva che lei era  in pausa lavoro e quindi era al bar vicino al suo lavoro, devi stare attenta c'è pure Theo nei paraggi" mi comunica.
"Non è un problema, devo solo mettere una cimice nel suo cellulare, con mio fratello non è stato difficile, vengo da te appena ho finito" concludo e chiudo la telefonata e arrivo vicino al bar.
È un bar che ha aperto un anno fa approfittando che nella palestra di lei viene un botto di gente.
Entro dentro il bar facendo finta di niente per non dare sospetti.
La vedo seduta ad un tavolo, ha il telefono in mano, forse sta aspettando da un bel po' il suo ordine oppure deve ordinare.
Fatto sta che devo trovare un modo per prenderglielo, mettergli la cimice nel cellulare e tutto il resto e rimetterlo dov'era.
Una cosa semplice da dire.
Potrei o fingermi un turista ammirato dalla sua bellezza ma dirgli che ha una cosa tra i capelli oppure fingermi un ragazzo che vuole iscriversi nella sua palestra.
Opterò per la seconda essendo che sembro uno che deve andare in palestra.
Per fortuna ha una maglietta con il simbolo della sua palestra, quindi non mi devo complicate la vita.
Mi avvicino al suo tavolo con calma.
Lei mi nota appena sono vicino a lei.
"Ciao tu sei una allenatrice della palestra qui di fronte?" Dissi sorridendogli.
Lei ricambia e mi fa sedere al suo tavolo.
Sorellina mia ti fidi un po' troppo delle persone, questo ti si ritorcerà contro.
"Si sono" dice in modo allegro.
Parliamo della sua noiosissima palestra finì a che non arriva il suo ordine.
Lei sposta il suo cellulare più vicino a me per far spazio al suo caffè e la sua mini ciambella.
Meglio per me.
Mi avverte che va in bagno per sciarsi le mani d che arriverà subito.
Tranquilla vai.
Ci impiegherò un secondo.
Lei si alza e va in bagno non curante di aver lasciato il cellulare sul tavolo incustodito.
Mi guardo intorno per vedere se qualcuno mi sta guardando e per fortuna la barista non c'è al momento e non c'è neanche una persona.
Prendo velocemente il cellulare e lo sostituisco con un altro.
Lo apro e faccio ciò che devo fare con una velocità assurda.
Poi rimetto tutto a posto.
La porta del bagno si apre e io in un micro secondo nascondo il cellulare falso.
Appena si siede gli faccio un sorrido a trentadue denti.
"Ti lascio mangiare, io devo andare, passerò a vedere la palestra un'altro giorno" dico e dopo averla saluta vado in macchina.
Missione compiuta.
Chiamo mio cugino e gli comunico tutto mentre aziono la macchina.
Ora manca solo mandarli in trappola e poi.
Beh poi ciao ciao.

Due cuori Simili ma Diversi. [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now