Capitolo 31.

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Sentii qualcuno aprire la tapparella della finestra facendo entrare la luce del sole in camera.
Stringo gli occhi per l'improvvisa luce che cerca di aprirmi gli occhi.
Ho un sonno terribile, questo letto giorno per giorno diventa sempre più scomodo.
È come dormire su una pietra.
Sento quel qualcuno avvicinarsi e sedersi sul mio letto.
"Buongiorno dormiglione" dice una voce molto famigliare.
Aspetta, non è la voce della mia infermiera.
La persona che ha parlato mi lascia un soffice bacio sulle labbra che scatena un mio sorriso.
Apro finalmente gli occhi e guardo la cosa più bella che ho.
Angel.
"Buongiorno" dico con una voce abbastanza roca.
Un bel risveglio.
Il suo viso viene illuminato dalla luce del sole, i suoi occhi marroni appaiono molto più chiari diventando quasi azzurri.
Nei suoi occhi vedo l'oceano e so, che quando in degli occhi marroni si vede l'oceano si è fottuti, ed è così.
Non avrei mai pensato di innamorarmi, forse mio fratello mi aveva fatto un po' troppe volte il lavaggio del cervello dicendo che l'amore è solo polvere.
Quando ero più giovane immaginavo di sposarmi con qualcuna e creare una famiglia, solo per non restare solo, ma in quel caso sarei stato solo in compagnia di una finta famiglia.
Appoggia delicatamente una mano sulla mia guancia accarezzandola con il pollice, con movimenti circolari.
Il paradiso.
"Sei pronto ad andare a casa?" Mi domanda mentre ancora mi accarezza la guancia.
Annuisco con la testa inebriato dalle carezze che piano piano mi stanno facendo di nuovo addormentare.
Chiudo gli occhi godendomi ancora di più queste carezze.
Quando trovi l'amore, te ne accorgi da piccoli gesti.
Ma, a volte possono pure ingannare e ferire.
Sento che si avvicina di più a me continuando ad accarezzarmi la guancia e schiudo di poco gli occhi.
I suoi occhi saltellano ad osservare le mie labbra ai miei occhi.
Vuole baciarmi?
"Vuoi baciarmi?" Dico con una punta di malizia.
Le sue guancia prendono un colorito rossastro e per l'imbarazzo si morde il labbro.
Dio quanto la amo quando fa così, sembra sempre più piccola e innocente.
Alzo un angolo della mia bocca per poi annullare le distanze.
Le sue labbra leggermente umide di schiudono permettendomi di approfondire il bacio.
Inizialmente è un bacio semplice e passionale poi diventa qualcos'altro, una esigenza.
La avvicino ancora di più a me per aumentare la velocità del bacio.
Al momento sto toccando il cielo con un dito.
Ci stacchiamo di poco solo per riprendere fiato.
Gli lascio un bacio veloce sulle labbra scatenando un suo sorriso.
"Dai... ti aiuto a cambiarti" balbetta imbarazzata staccandosi completamente da me e alzandosi dal letto.
Non si abituerà mai e questa cosa mi piace perché vuol dire che ogni giorno di più il suo amore nei miei confronti aumenta.
Annuisco e scendo dal letto.
Mentre io sto andando in bagno osservo che lei dal suo zainetto sta uscendo dei miei vestiti puliti.
Faccio i miei bisogni con estrema calma, poi mi lavo le mani e i denti.
"Mi dai i vestiti?" Chiedo mentre mi slaccio il camice degenza.
Appena riesco ad slacciarla la lascio cadere per terra rimanendo nudo con solo i boxer, ma improvvisamente la porta si apre.
"Ecc..." dice Angel prima di notarmi e arrossire.
Sembra che mi sta facendo una scansione.
L'ultima volta che mi ha visto nudo/senza maglietta è stato meno di un mese.
Meno di un mese perché un giorno ho insistito così tanto a farmi una doccia che mi ha dovuto spogliare e lavare lei.
È stata una bella cosa ma anche no.
Non ero ancora stato operato e quindi giorno per giorno stavo sempre più male e sudavo sempre di più.
Quando non ho più sopportato il sudore lei mi ha accontento.
"Ti piace ciò che guardi?" Dico malizioso sorridendogli.
Scuote la testa sicuramente per togliersi dalla testa immagini poco caste e rossa in faccia mi lancia i vestiti addosso.
Li prendo e faccio finta che mi ha fatto male.
"Non ci casco Maches" ridacchia tornando in camera.
Mentre mi vesto sento che sta posando le mie cose.
Per la prima volta sta mettendo in ordine...wow.
Tocca il turno delle scarpe da mettermi, dimenticandomi per un micro secondo che devo fare attenzione quando mi piego, appena mi piego una fitta di dolore mi fa gemere sonoramente di dolore facendomi respirare irregolarmente, mi metto seduto con una mano sui punti cioè sul petto.
Angel sentendomi viene e appena mi vede viene in mio aiuto.
Restiamo in silenzio, mi sta rimproverando in silenzio, sa che sono cocciuto e de inutile parlare con me.
Ritorniamo in camera e appena mi corico sul letto la porta si apre.
Entra l'infermiera accompagnata dal medico che mi controllano per l'ultima volta e mi prescrivono cosa devo prendermi per non farmi venire un infezione o qualcos'altro.
L'infermiera mi da i fogli di dimissione, li prendo e gli do una occhiata.
Ma che è un questionario?
Li compilo anche se non ho capito alcune cose e glie li restituisco.
Il medico mi raccomanda di stare a riposo e di non sforzarmi.
Ma non hanno capito che non ho due anni?
So che non mi devo sforzare ma non c'è bisogno che me lo ripeti.
Mi limito a fare un cenno della testa e loro se ne vanno.
Il silenzio.
Non faccio neanche in tempo di alzarmi che la porta si apre.
Basta vi prego...ah no è solo Theo.
"Siete due lumache" borbotta il mio migliore amico venendo verso di me.
Vorrei schiariti la mente, caro mio, ma non lo farò perché sono buono.
"Sai com'è il signorino non riesce a mettersi le scarpe da solo" ridacchia Angel mettendosi in spalla lo zainetto.
Ma mi stanno prendendo per il culo?
Mi sono appena accorto che indossa una mia felpa.
A me piacciono le felpe larghe così non mi fanno fastidio, ma ovviamente non oversize, quindi già a me stanno un po' larghe figuriamoci a lei che è 1.68, la rendono più piccola e nana.
Anche se lei normalmente è un nano.
La guardo male ma non dico niente.
Non meritano la mia bellissima voce.
Mi dicono vanitoso.
Ma vai.
Mi alzo e prendo il mio cellulare che era sul comodino, faccio finta di nulla.
"Andiamo?" Domanda Theo guardandomi.
Ovvio non voglio rimanere ancora un'altro secondo qui.
"Si andiamo ho bisogno di aria" dico per poi uscire dalla stanza con Theo e Angel.
Appena chiudo la porta sento una mano soffice intrecciarsi con la mia e subito io la stringo.
Abbasso lo sguardo e la vedo sorridere.
Ricambio a quel sorriso e ci incamminiamo verso l'ascensore.
Theo ci ha avvertito che prenderà le scale per lasciarci soli.
"Alex se ne va appena arriverai in casa" dice Angel dal nulla.
La guardo confuso.
Di già?
Mi mancherà ma so che era un suo sogno e non posso obbligarlo a stare qui.
Sono felice però che mi abbia aspettato per salutarmi.
"Se lo merita, lo sognava da quando aveva 17 anni" dico sorridendo istintivamente.
L'ascensore si apre e noi entriamo.
Sento che la Bambina si è appoggiata al mio braccio con la testa.
Poverina sta morendo di sonno, sono solo le 7 del mattino.
Sta canticchiando qualcosa, lo fa quando in un ascensore non c'è la musichetta, si quella fastidiosissima.
Ma lei piace.
Gli circondo le spalle con il braccio dove era appoggiata facendola appoggiare al mio petto.
Ora siamo comodi entrambi.
Arriviamo al piano terra e ne usciamo fuori subito per far entrare una vecchietta con una donna che ci hanno guardato male, ma che ha la gente?
"Ho fame" dico appena usciamo dall'ospedale.
L'aria pulita entra subito nei miei polmoni liberando quell'aria di disinfettante che aveva fatto il nido dentro di me.
Il vento subito mi scompiglia i capelli mandandoli tutti sulla fronte.
Il freddo mischiato all'aria calda si insinua sotto la mia felpa mandando una scarica di brividi in tutto il corpo, il che mi fa pensare che mi abbia avvertito Angel.
È una bella sensazione, unica.
È anche brutta perché sei consapevole che ti è successo qualcosa di brutto e quindi sei stato costretto a privarti di quest'aria.
Mi accorgo solo ora che il cielo è strano, è diviso a metà da un cielo limpido e da un cielo minaccioso.
Sta arrivando una tempesta?
Che palle.
In questi giorni volevo uscire almeno dieci minuti di casa.
"Anche io ho fame" ridacchia Angel accompagnandomi verso la macchina.
Ma se hai sempre fame.
"Ma tu hai sempre fame" rido anche io.
Si ferma staccandosi da me e inchiodando i piedi al cemento mettendo il finto broncio.
Quanto è tenera.
Mi avvicino a lei e glie lo bacio.
Era una tentazione a cui non potevo dire di no.
"Sei la mia piccola bambina mangiona" la derido in modo scherzoso.
Ci avviciniamo alla macchina e mi ricordo solo ora che Theo è leggermente spericolato.
Ama la velocità con la macchina.
Entriamo dentro la macchina e le prime due cose che faccio sono: mettermi la cintura e iniziare a pregare.
Io sono seduto dietro con Angel.
Ho sempre avuto paura di andarci a schiantare quando guida lui.
"O ma sei serio?" Ride Theo accendendo il motore.
"Ma tu forse ti sei dimenticato che a San Francisco hai preso 4 multe e fatto quasi un incidente?!" Rido anche io.
Una notte da leoni quella.
"Mmhm si è stato bello...vederti pagare" ride partendo a tutto gas.
Angel accanto a me sta morendo dalle risate.
A lei piace la velocità ma non quella da suicidio.
Apro il finestrino e trattengo l'aria e guardo verso l'aria prima di fare una pazzia
"Gesù non voglio tornare in ospedale" grido a pieni polmoni.
Ok sono pazzo anche io, ma è questo il bello della vita, fare pazzie...tranne quelle che fa il mio migliore amico.

"Derek...Siamo a casa" mi sussurra nell'orecchio qualcuno.
Mugolo girando la testa dall'altra parte del sedile.
Ho sonno.
"Dai non fare lo stronzo svegliati" ridacchia una voce più famigliare.
Apro un occhio e noto che siamo fermi e ho la cintura slacciata.
Siamo già arrivati?
Mi ero addormentato.
Avevo chiesto se poteva rallentare che la pressione della cintura per quanto andava veloce mi stava facendo male, quindi rallentò e se non sbaglio Angel mi aveva pure slacciato la cintura per non rischiare di farmi male.
Dopo essermi stirato i muscoli per pochi secondi esco dalla macchina.
La prima cosa che noto è che il cancello è aperto e fuori da esso ce la macchina di Alex.
Sta veramente partendo.
Entriamo dentro la villa e Teylor viene subito a salutarmi e al darmi il ben tornato.
Di Alex però neanche l'ombra.
Vado verso la cucina e lo vedo lì.
"Ciao Alex" dico.
Nella mia voce c'è un pizzico di tristezza.
"Ben tornato Derek" dice sorridendo e venendo ad abbracciarmi.
Ricambio immediatamente.
Poche volte ci siamo dati un abbraccio.
"Chiama ok?" Dico dopo alcuni minuti dopo che ci siamo staccati.
Lui annuisce e dopo esserci scambiati un ultimo saluto va ad abbracciare gli altri.
Questa casa diventa sempre più grande per noi.
Inizialmente l'avevamo comprata per stare tutti insieme ma poi resteremo solo io e Angel a quanto pare.
Theo e Teylor si stanno per sposare e avranno due gemelli, quindi sicuramente tra poco inizieranno a cercare casa.
Rick è vero che dorme insieme a noi qualche volta ma possiamo comprare una casa un pochino più piccola ma sempre con una camera in più no?
Sono seduto su uno sgabello mentre bevo dell'acqua.
Theo irrompe dentro la cucina e viene verso di me.
"Derek" dice sedendosi accanto a me.
Si sta toccando i capelli segno che è nervoso o mi deve dire una cosa.
Ormai ci conosciamo così tanto che lo considero mio fratello.
"Dimmi"
"Quando inizieremo a cercare casa...vorrei che la nostra casa fosse accanto a te e Angel. Ormai sei come un fratello con me e mi mancheresti troppo" mi rivela.
L'attimo dopo siamo abbracciati.
Non servono parole ma gesti.

Due cuori Simili ma Diversi. [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now