Capitolo 26.

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Sto correndo verso un corridoio.
Sto correndo così tanto velocemente che sembra di star fluttuando.
Dietro di me qualcun altro sta correndo.
Non sono sola.
Mi sta inseguendo.
In questo momento sembro Ettore quando scappa da Achille.
Soltanto che lui poi viene ingannato e ucciso.
Vedo uno spiraglio di luce.
Una opportunità di vedere chi mi sta inseguendo.
Sto ancora correndo.
Lo spiraglio di luce si fa sempre più vicino.
Bene.
Mi giro appena supero lo spiraglio.
Riesco a intravedere due occhi prima di inciampare su qualcosa.
Mi sveglio di scatto respirando affannosamente.
Quei due occhi.
Sono uguale ai miei.
Si sveglia di soprassalto anche mio fratello accendendo la luce dopo essersi alzato.
Si siede sul letto e mettendo una mia ciocca di capelli dietro l'orecchio mi domanda che cosa ho con dolcezza ma preoccupazione.
"Non ho niente tranquillo" mormoro ancora un po' scioccata.
"Vuoi dell'acqua?" Domanda preoccupato.
Mi accarezza la schiena per tranquillizzarmi mentre io scuoto la testa per fargli capire di no.
È così premuroso...
In passato ho avuto un fratello ma c'era sempre qualcosa che mi infastidiva di lui e non lo sentivo mio.
Ma questa volta si.
Lo abbraccio spontaneamente facendolo rimanere di stucco.
Anche io sono sorpresa di questo gesto.
Dopo due secondi lui ricambia stringendomi a se.
"Ti voglio così tanto bene che..." sussurra con voce tremante.
Perché la sua voce trema?
Mi stacco di pochissimo, solo il necessario per vedere il suo volto.
Sta piangendo.
Non lo avevo mai visto piangere.
Questa è la prima volta che lo vedo così.
"Hey, ti voglio anche io un mondo di bene" lo conforto con un sorriso e con i pollici gli asciugo le lacrime.
Ricambia il sorriso e ritorna ad abbracciarmi come se trovasse conforto in questo abbraccio.
È un adulto a tutti gli effetti ma dentro è un bambino, alla ricerca di affetto e di divertimento.
Devo tirarlo su di morale.
Ho una idea!
Non sparare una delle tue solite idee sceme.
Non sono sceme.
E comunque questa volta lo farà vivere come un tempo.
Salto giù dal letto staccandomi ovviamente dall'abbraccio.
"Ho avuto una idea geniale!" Ridacchio saltando in tutta la stanza come una bambina.
"Cioè?" Sorride osservandomi pippante.
Esco dalla stanza mia e di Derek e entro in quella di Rick.
Lui ha una camera per quando sta qua perché ha bisogno di compagnia, oppure con per quando deve rimanere in America per due giorni e poi andarsene.
Apro la luce e vado verso il suo armadio.
"Mi puoi spiegare cosa stai facendo?" Dice Rick facendomi saltare in aria.
Brutto scemo che non sei altro mi hai fatto prendere un colpo.
10 anni di vita ho perso per colpa tua.
Scemo.
Apro il suo armadio e gli prendo dei vestiti lanciandoglieli addosso.
Lui li prende al volo ma ancora non capisce.
"Vestiti, non credo che vuoi uscire con solo i boxer" dico indicandolo.
Anche in pieno inverno dorme in boxer.
È un bell'uomo, più che uomo è un armadio ma va beh.
"E se volessi?" Dice mettendosi i jeans con una facilità estrema ma senza abbottonarli.
Tutti ti farebbero foto ma dettagli.
"Fallo se vuoi" dico mentre mi stiracchio.
Sento due braccia forzute prendermi in braccio facendomi spaventare.
Lui oggi mi vuole morta oggi.
Mi sistemo per bene per non rischiare di cadere, metto anche le mani sulle sue spalle nude e muscolose, quasi mi fa strano essere in braccio a lui.
Alcune volte mi chiedo se veramente siamo fratelli, ma poi ricordo quel giorno.
Un giorno molto importante.
FLASHBACK.
Ci teniamo per mano mentre attraversiamo la strada verso il nostro futuro.
Non sono pronta.
Gli stringo la mano tirandola leggermente indietro per non farlo attraversare.
Ho paura.
Lui si gira e vedendo il mio volto mi abbraccia.
Ricambio l'abbraccio impaurita del futuro e di quello che accadrà.
"Ssshh...ci sono io qui" sussurra dolcemente accarezzandomi la schiena da sopra la maglietta.
Queste parole mi danno un po' di conforto.
Ormai dovrei accettare tutto, ma non ci riesco.
Essendo che io non sciolgo l'abbraccio lui mi prende in braccio e subito mi sento piccolissima, una bambina.
"Ora andiamo" la sua non è una domanda, ma un ordine.
Non rispondo, mi accoccolo a lui e respiro il suo profumo.
Deciderà lui per me.
Chiudo gli occhi e gli faccio capire di entrare stringendogli la maglietta all'altezza del tricipite.
Sento che sta camminando e entra dentro.
Cammina per un po', non c'è nessuno.
Mi fa sedere su una sedia e mi raccomanda di stare buona.
Io annuisco soltanto con la testa.
Noto che va a chiedere informazioni a una donna molto più grande di me.
Secondo me ha fatto altri lavori prima di questo.
Lo capisco dal modo lo osserva.
Poi ritorna con un foglio.
Velocissimo.
Mi prende per mano e ci dirigiamo verso la stanza nel quale dobbiamo andare.
Bussa alla porta.
Qualcuno da dentro ci fa entrare.
Da qua è cominciato tutto.
FINE FLASHBACK.
"Piccola stai bene?" Dice mio fratello riportandomi alla realtà.
Scuoto la testa e mi accorgo che sono seduta sul letto.
"Stavo pensando a quel giorno" dico non mentendogli.
Gli potevo dire che ho pensato alla sparatoria di Derek, ma lui è mio fratello e non gli posso dire le bugie.
Lui si alza sospirando.
Apre un cassetto del suo comodino e prende il foglio.
"Lo leggo ogni volta" dice guardandolo tra le mani.
"Siamo fratelli e ormai l'abbiamo accettato e questo lo dimostra" continua riposando il foglio dov'era.
"Quindi, sorellina metti in atto il tuo piano" dice guardandomi.
Sorrido alle sue parole.
"Vestiti e muoviti" dico di impulso, mi alzo e mi vado a vestire.
Quel foglio era il foglio dove c'è scritto che siamo fratelli di sangue.
L'abbiamo fatto per non cadere in un inganno.
Guardo l'ora e vedo che sono quasi le 4 del mattino.
Si, dovremmo tornare a dormire, ma va beh.
Essendo pure che è notte fonda mi vesto a strati così eventualmente se ho caldo mi tolgo la giacca.
Scendo in soggiorno e vedo Rick dormicchiare sul divano vestito.
Poveraccio.
Già di suo non dorme poi mi ci metto pure io e ha finito di vivere.
Forse è meglio aspettare che si svegli.
Vado in cucina e aprendo il frigo prendo il latte.
Amo il latte freddo.
Prendo una tazza e dentro ci verso il latte.
Lo verso lentamente solo per guardare il fluido bianco-lucido.
Appena ho finito di versare il latte dentro la tazza lo poso dentro il frigo chiuso.
Una volta Theo l'ha lasciato aperto per giorni.
Faceva schifo e non vi dico altro.
Bevo il latte mentre guardo le Instagram story di qualche celebrità.
Ne apro una dove un tizio è in discoteca.
"Cazzo" sussurro chiudendo la storia essendo che fa casino.
Chiudo in cellulare e finendo il latte poso la tazza dentro il lavandino.
Con la coda dell'occhio vedo che non ho chiuso il frigo e lo chiudo.
Sento porcellana cadere e sbuffo.
Sto dormendo al in piedi.
Avevo ancora la tazza in mano prima che la appoggiassi nel lavandino.
"Sei sempre una piccola maldestra" dice una voce roca.
Mi giro in direzione della voce e vedo mio fratello appoggiato allo stirpe della porta osservando il mio disastro con un sorriso divertito.
"Lo so" dico piegandomi e raccogliendo i cocci.
"Ferma che ti sei ferita" dice fermandomi e prendendo dalle mie mani i cocci e buttandomeli.
Dove mi sono ferita?
Mi osservo le mani e le braccia e non noto nessun graffio.
"Scemotta al polpaccio" ridacchia facendomi sedere su uno sgabello.
Guardo il polpaccio e vedo il pantalone graffiato e una ferita ne piccola ne grande, per fortuna è solo un rilievo e non in profondità.
Si potrebbe dire che se fosse stata una ferita profonda si sarebbe creata la cicatrice.
Già ne ho una e mi basta.

Due cuori Simili ma Diversi. [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now