Capitolo 13

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ZAYN'S POV

                                            

Mi alzo maldestramente della sedia, che stride a contatto con il pavimento. Recupero prontamente le stampelle e con un paio di passi sono davanti alla madre di Valerie.

<< piacere, io sono Zayn. Sono il ... il ragazzo di Valerie e... ero con lei quando abbiamo fatto l'incidente >>

Per la prima volta in vita mia mi sento in imbarazzo con qualcuno. Come se in quella stanza stonasse un po' la mia presenza.                                      

<< io sono la madre. Piacere, Ann >>

Mi stringe caldamente la mano e mi rivolge un sottile sorriso. Meglio di quanto immaginassi.

<< io sono Matt >>

Dice burbero l'uomo. Mi stringe la mano frettolosamente e poi rimane in disparte, senza mai guardarmi negli occhi.

Io e Ann ci sediamo vicini e stiamo in silenzio per un po'. Io mi torturo le maniche della felpa, cerco di coprire i polsi da cui spuntano dei lembi di tatuaggi e mi mordo nervosamente il piercing al labbro. Perché ho paura di essere inadatto.

Chiunque mi guardi capisce che non sono uno di cui ci si puo fidare, data la mia apparenza da duro. Ma non voglio che i suoi genitori mi vedano così. Voglio che mi accettino, come mi ha accettato Valerie.

<< quanti anni hai? >>

Mi chiede ad un certo punto la donna, con uno sguardo indagatore.

<< ho vent'anni, signora >>

<< ah... sei un po' grande >>

Noto un leggero disappunto nella voce.

<< l'età é solo un numero >>

<< beh si... come vi siete conosciuti? >>                                                                

<< sono stato io a notarla quasi un anno fa e... per un mese non ho mai mollato, anche se sembrava che lei mi odiasse >> sorrido al pensiero dei nostri primi incontri << ma poi abbiamo capito di esserci follemente innamorati l'uno dell'altro >>

La nostra storia, racchiusa in poche parole, non rendeva giustizia a ció che era realmente.

<< sai Zayn, sono due anni che non vedo mia figlia, che non so come sta, non si se era felice, se era triste... nulla di nulla. Ma tu l'hai vissuta più di noi, ti prego raccontami qualcosa di lei >>

Appoggia la sua mano delicata sulla mia e si sporge verso di me. Il marito si schiarisce la voce, come infastidito da questo gesto avventato.

Ho gia capito di fronte a chi sono. Una madre che ha capitp solo ora quanto sua figlia sia importante nella sua vita, nonostate fosse arrivata "inaspettatamente". Invece il padre non sembra mostrare una minima sensibilità per la situazione.

Inizio a parlare piano, come se potessi disturbare qualcuno. Racconto un po gli ultimi giorni che Valerie aveva ovviamemte passato con me, le racconto della prima gita al mare... e mi perdo nei ricordi.

Il padre ascolta tutto in silenzio.

Occhi bassi sin dall'inizio.

Mentre Ann é avida delle mie parole e sembra diluirle come se fossero acqua, preziosa per la sua sopravvivenza.

<< ...mi dispiace, é solo colpa mia >>

Dico alla fine indicando il letto.

<< oh no. Poteva capitare a chiunque, e apprezzo che tu abbia insistito per farle indossare il casco... se no... >>

La voce le si spezza e abbassa il capo.

Io me ne resto lì, con le mani in grembo, senza sapere bene cosa fare.

Le appoggio una mano sulle spalle? No, troppo confidenziale.

Le stringo la mano? No, troppo banale.  

<< Valerie si risveglierà >>

Dico con tutta la convinzione di cui sono capace.

<< lo spero >>

Mi risponde la donna, con un brillio di speranza negli occhi.

<< adesso io vado, così vi lascio soli >>

Mi alzo e mi avvicino alla mia ragazza, le lascio un bacio sulla guancia per salutarla.

<< ti amo piccola >>

Le sussurro dolcemente, sicuro che lei abbia sentito.

.

Esco dall'ospedale, cercando di stare a ritmo con le grandi falcate di mio papà. Con un piede ingessato non é molto facile.

Tengo lo sguardo basso e vedo le mattonelle bianche e verdi scorrere sotto i miei piedi, una dopo l'altra.

<< ciao >>

Alzo la testa e Liam é davanti a me.

Non ha il solito sorrisino odioso, sta volta ha un viso tirato e nervoso.

<< ciao >>

Mio padre fa balzare gli occhi da me a Liam ripetutamente.

<< come stà ? >>

<< come sempre. Ah... ci sono su i suoi genitori >>

<< spero tu sia riuscito a giustificarti con loro per la cazzata che hai fatto >>

<< guarda che non é colpa mia >>

Cerco più che altro di convincere me stesso che lui. Perché lo sappiamo entrambi che é colpa mia.

<< fino a prova contraria eri tu a guidare la moto. Io se fossi stato in te non l'avrei portata sul quel'ammasso di rottamo che ti ostini a chiamare moto >>

La sua strafottenza mi sta irritando. Ho l'istinto di tirargli un pungo, tanto al piano di sopra c'é la sala delle medicazioni. Potrei spedircelo direttamente a calci.

Poi faccio un respiro profondo, guardo tutta la gente che cammina tranquilla intorno a noi. Non vale la pena allarmare gli altri per una nostra questione personale.

<< ciao. Ah... vaffanculo Liam >>

Lo sorpasso velocemente dandogli una spallata e me ne vado, seguito da mio padre.

Ascolto il ticchettio delle stampelle sul marmo freddo per calmarmi, ed evitare di tornare indietro e lasciare che l'accesso di rabbia si impossessi di me.

Immagino Valerie accanto a me, che mi accarezza la guancia e mi dice di calmarmi.

Stai tranquillo, non è colpa tua.

Sento la sua voce rimbombare nella mia testa e allora mi calmo definitivamente

- to be continued -

Ray of Light (sequel of Shadows)Where stories live. Discover now