Capitolo 16

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VALERIE'S POV

Una voce maschile rimbomba nella piccola stanza e non fa altro che peggiorare il mio dolore lancinante alla testa.

Da ordini all'infermiera, dice di portarmi da qualche parte, ma non capisco dove. Sento solo in mio letto che si muove, vedo le luci del corridoio scorrere veloci. Ulteriore prova che sono io a muovermi e non é uno scherzo della mia testa.

Mi ritrovo in una sala con un grande macchinario. Chiudo gli occhi e lascio i medici lavorare. Non voglio sapere che mi succede.

Sento che mi fanno fare una tac per vedere se nel mio cervello c'é qualcosa che non va. Tutto con gli occhi chiusi.

Il dolore comincia a scemare, la pressione sulla mia testa si fa sempre minore e finalmente posso respirare regolarmente.

Un medico mi tocca il braccio e io sussulto.

<< segui questa luce >>

Dice e con una pila proietta un fascio di luce davanti ai miei occhi. Poi testa anche tutti i miei altri sensi e mi liquida con un << Riportatela pure in camera >>

E vengo di nuovo scarrozzata per i corridoi, per poi ritornare alla tristezza della camera 34.

<< adesso ti lasciamo riposare >>

L'ultima infermiera esce ed io rimango sola. Io e il mio vuoto.

Comincio ad analizzare gli oggetti attorno a me. So come si chiamano, so tutti i nomi degli oggetti ma per il resto nulla.

Mi guardo sentendomi come un estranea nel mio corpo. Sono magrissima e pallida. Ho i capelli scuri e piuttosto crespi, direi. Indosso una stupida camiciola data dall'ospedale. Sono una ragazza.

Questo é tutto quello che so su di me.

E ho scoperto di chiamarmo Valerie Lewis e di avere ancora sedici anni, quasi diciassette.

Probabilmente conosco quel ragazzo che ho visto quando ho aperto gli occhi per la prima volta.

Ma io chi sono? Che vita avevo prima?

Una lacrima di frustrazione cola fino al mio mento. Beh, almeno mi ricordo come si fa a piangere.

Mi sembra di essere nata ora, pochi minuti fa. Tabula rasa del passato.

Non so nemmeno poi che passato é il mio.

Scruto il mio corpo e comincio a familiarizzare con le mie forme. Poi mi scappa l'occhio sui miei polsi.

Delle linee leggere, bianche ma ancora ruvide intaccano la pelle. Le tocco e sussulto. Sono cicatrici. Cicatrici di un passato che non ricordo.

Sono stata autolesionista quindi. Il motivo mi é oscuro peró. Annoto ordinatamente nella mia testa tutte le informazioni che ho ricavato. Chissà se mi potranno essere utili per scoprjre di più.

Mi asciugo la lacrima solitaria che mi era scesa poco prima e chiudo gli occhi. Mi addormento stremata.

       

ZAYN'S POV

<< siamo arrivati appena abbiamo potuto >>

Dice la madre di Valerie e mi appoggia una mano sulla spalla. Ha gli occhu rossi di pianto  ma cerca di non farlo notare. Ma é a pezzi dentro. Il padre guarda sempre a terra e non parla. Come se sulle scarpe altrui trovasse qualcosa di più interessamte che sui volti.

Ray of Light (sequel of Shadows)Where stories live. Discover now