Capitolo 41

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VALERIE'S POV

Mi sveglio ancora piú stanca di quando sono andata a letto.

Sono sola perché Zayn é andato al lavoro.

Sono sola in una casa non mia, ma che conosco alla perfezione.

Scendo dal letto e cerco le cose che avevo addosso ieri. Sono a terra, piegate in malo modo, ma non ho tempo di preoccuparmene perché sono le sette e secondo i miei soliti orari sono terribilmente in ritardo.

Vado in bagno e mi lavo alla velocità della luce.

Spulcio tra i ripiani del frigorifero e bevo un sorso di succo all'arancia.

Basta cosí come colazione.

Mi maledico mentalmente perché ho a casa la borsa di scuola.

Sono le sette e dieci e ho poco meno di mezz'ora per arrivare a casa mia, prendere tutto e tornare a scuola.

All'ultimo secondo noto un post-it sul tavolo.

"Buongiorno piccola. Sono al lavoro, passo a prenderti alla fine delle lezioni.

Ti amo"

La sua scrittura assomiglia di piú ad uno scarabocchio.

Infilo in tasca il biglietto e parto scheggiando, verso casa mia.

.

Arrivo a scuola due minuti prima che suoni la campanella.

Sento le guance calde e presumo siano arrossate. Ho i capelli spettinati dal vento e il fiato corto.

Mi siedo al solito posto in prima fila.

Per fortuna c'é matematica alla prima ora.

Almeno posso rilassarmi con qualcosa che so fare bene.

Non mi soffermo nemmeno a guardare che fanno i miei compagni, tanto lo so che probabilmente stanno facendo una guerra di palline di carta o pensando a quanto sono sfigata.

Manca un quarto d'ora al suono della campanella della prima ora, quando la bidella bussa ed entra nell'aula.

Si fa subito spazio uno strano silenzio.

Non di rispetto. Oh no,                          assolutamente.

Piú di curiosità per quella inaspettata interruzione della spiegazione del professore.

<< Lewis? Valerie Lewis é in questa classe? >>

Chiede con voce gracchiante la anziana signora.

Ha i capelli venati di grigio, raccolti sulla nuca e un paio di occhiali spessi che le pendono dal collo.

<< si, sono io >>

Mi alzo e tutto si girano a guardarmi, compreso il professore, con ancora in gessetto a mezz'aria nel tentativo di completare una disequazione.

<< Può seguirmi dal preside, prego >>

Dice invitandomi ad uscire dall'aula.

Il professore annuisce e cosí esco dalla classe.

Appena esco, sento il brusio di chiacchiere che torna ad invadere l'aula.

Non immagino nemmeno che tipo di congetture si stiano facendo ora i miei compagni. Ma io ho una vaga idea di quello che mi dovrà comunicare.

Seguo la bidella fino ad una porta marroncina con scritto "Preside" su una targhetta dorata.

Ray of Light (sequel of Shadows)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora