Capitolo 2

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«Provaci un'altra volta e giuro che se non muori, ti ammazzo con le mie mani!», disse quella voce a me non sconosciuta.

«T-taehy-yung?» mi voltai lentamente, avendo paura che quello fosse il nome giusto.

«Mi spieghi che cazzo avevi intenzione di fare, eh?!» mi urlò addosso quest'ultimo. In un primo momento non capii, ma appena mi resi conto dell'atto che stavo per commettere, scoppiai in un pianto isterico e mi raggomitolai su me stesso.
Sentii delle braccia stringermi in un abbraccio da dietro facendo così aderire la mia schiena al suo petto, mentre la sua voce calda e profonda mi sussurrava che andava tutto bene, che sarebbe passato tutto.

Mi sentivo veramente stordito da quella situazione.
Avevo appena provato a suicidarmi e Kim Taehyung, il ragazzo di cui sono fottutamente innamorato da anni, compare e mi salva come nelle favole. È troppo per me, troppe cose tutte insieme. Mi stacco da suo abbraccio provando ad alzarmi, ma la testa comincia a girare e all'improvviso c'è solo il buio.


Mi svegliai su un lettino, e appena aprii gli occhi fui accecato dalla luce bianca al neon che dominava sulla stanza. Mi tirai su lentamente guardandomi intorno, cercando di capire cosa avessi fatto per ritrovarmi nell'infermeria della scuola, e fu in quel momento che i ricordi mi tornarono tutti in mente all'improvviso come un colpo al cuore.
Stavo per suicidarmi, Kim Taehyung mi ha salvato e consolato, dopodiché sono svenuto.

Sono proprio un coglione.

Guardai in giro cercando una qualche traccia di Taehyung, ma sembrava non esser mai passato di lì. Gli occhi mi cominciarono a bruciare al pensiero che a lui in realtà non importasse di me, ma che mi avesse salvato solo perché era una brava persona.
Magari sarebbe stato meglio se non mi avesse salvato, avrei dovuto semplicemente fare un passo e a quest'ora io sarei felicemente morto, mentre tutti quelli che conosco sarebbero contenti di essersi liberati di un problema come me.

Mi portai le ginocchia al petto abbracciandole lasciandomi andare in un pianto disperatamente silenzioso, pensando a tutto e a niente, facendo passare i minuti così.

«Perché piangi?»

Alzai lo sguardo trovando Taehyung sulla soglia della porta con gli occhi leggermente spalancati e varie merendine prese dalle macchinette della scuola fra le mani.
Cercai di asciugarmi velocemente le lacrime con la manica della felpa nonostante sapessi che era inutile dato che mi aveva già visto piangere, ma volevo conservare quel poco di dignità che pensavo mi fosse rimasta.

Non risposi e lo guardai come se fosse chissà quale belva famelica pronta a sbranarmi. Mi alzai e feci per andarmene da lì, per evitare di dargli delle risposte, ma a quanto pare non gli stava bene, così, mentre stavo per sorpassarlo per uscire, mi bloccò stringendomi per un polso. Appena lo fece non riuscii a non trattenere un urlo di dolore, cercai di liberarmi il polso ma la sua presa sembrava ferrea.

Mi guardò improvvisamente serio, stava per tirarmi su la manica ma non potevo permetterlo, così strattonai con forza il mio polso dalle sue grinfie riuscendo a liberarmi.

Ma purtroppo per me, riuscì a intravedere le bende che mi fasciavano i polsi.

«Jeon Jungkook mi spieghi che cazz-», non gli lasciai il tempo di finire che stavo già correndo per i corridoi alla ricerca dell'uscita, per poter fuggire da quell'inferno.

My Savior | VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora