Capitolo 20

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Siamo andati all'ospedale e dopo esserci accettarti che stavo bene ci siamo riavviati verso casa.

«Tae, perché a casa non ci sono foto recenti con la tua famiglia?» chiesi volendo sapere un po' di più sulla vita del mio ragazzo.

Ci stavamo tenendo per mano e lo sentii irrigidirsi un po' alla mia domanda, per poi rilassarsi e rispondermi sul vago.
«Non li vedo da un po'.»

«Da quanto?»

«Da quando avevo tredici anni» disse con freddezza.

«E perché?»

«Perché a tredici anni sono scappato di casa. Ero stufo di stare lì con quella.. Gentaglia.. Così una notte ho preso quei pochi soldi che avevo e un treno per Seoul, e dunque da quella notte non gli ho più visti, né mi hanno mai cercato, credo.» concluse con ribrezzo.

La mia bocca assunse la forma di una 'O' mentre lo guardavo sconvolto. Lui guardava ovunque tranne me, e questa cosa mi dava fastidio. Così lo fermai e gli presi il viso fra le mani, «Tae, voglio che tu sappia che non ti giudico per quello che hai fatto, okay? Non potrei mai farlo.», dissi guardandolo negli occhi pieni di lacrime. Annuì e lo baciai per poi riprendere a camminare verso casa.

Salimmo le scale del suo appartamento e appena aprimmo la porta di casa, un'ondata di inquietante perplessità e paura si impossessò di noi..

My Savior | VkookWhere stories live. Discover now