Capitolo 4

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«Kookie, posso entrare?», chiese dolcemente una voce a me non sconosciuta.

Sentii un brivido percorrermi tutta la schiena mentre mi si rizzarono i peli sulle braccia, avevo sentito quella voce miliardi di volte, e quel tono milioni di volte, e ogni volta non ha mai portato a nulla di buono.

Mio padre entrò, e subito la stanza fu inondata dalla puzza di alcool che sentii anche a metri di distanza. Ogni volta che si trovava in quello stato, ne uscivo sempre con lividi sul corpo, come a testimoniare quanto mi odi quell'uomo.

Succedeva spesso, così tanto spesso che pensavo di esserne ormai abituato. Ma sentivo che quella volta ci sarebbe stato qualcosa di diverso.

In quella giornata ne avevo passate decisamente troppe, e ne ero veramente stufo. Presi il telefono affianco a me e velocemente mandai un unico messaggio alla prima persona a cui pensai.

Aiutami

Che succede Kook?

Sono a casa mia
Aiutami

Mio padre mi strappò il telefono dalle mani per poi lanciarlo in una parte indefinita della stanza «Con chi parli, eh? Hai trovato qualche altro finocchietto come te? Te lo sei fatto mettere nel culo da qualche altro errore della natura uguale a te?», parlava lentamente, intrecciandosi con le sue stesse parole a causa dell'alcool, poi riprese «Sei solo un errore! Io e tua madre ti abbiamo messo un tetto sulla testa, un letto dove dormire, del cibo nel piatto e tu ci ripaghi così? Diventando un fottuto strizza cazzi?!».

Aveva pian piano cominciato a urlare, e le sue parole sembrano ferirmi sempre più a fondo.
Come in fondo avrebbe fatto lui a breve, come fa quasi tutte le sere, punendomi fisicamente.

Infatti la rabbia si impossessò di lui, e cominciò la sua marcia verso di me, pronto a massacrarmi di botte.
Mi tirò un cazzotto sull'occhio sinistro e dopo di che cominciò a lasciarmi calci e schiaffi ovunque.

Finché all'improvviso smise.

Non sapevo cosa stava succedendo, dato che per tutto il tempo tenni gli occhi chiusi, rifiutandomi di piangere.

So solo che appena riaprii gli occhi c'era mio padre dolorante sul pavimento e c'era un Taehyung pronto a portarmi via di lì, a salvarmi.

My Savior | VkookWhere stories live. Discover now