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Iris

È già qualche giorno che Filippo mi viene a prendere e mi porta da qualche parte. Ogni volta da una parte diversa. Non aspettavo altro, a dir la verità. È un ragazzo molto semplice, divertente, alla portata di mano. Bello. Bello è dir poco per gli occhi quasi trasparenti, contornati da folte ciglia lunghe e nere, per i suoi capelli biondo cenere con un ciuffo ondulato, per le sue labbra screpolate per il troppo morderle, per i suoi serpenti tatuati ed i suoi anelli di acciaio, per il suo sorriso bizzarro, per il suo ghigno malizioso, per le sue mani intrecciate nelle mie, il solo ricordo mi fa salire dei brividi lungo la schiena, e le varie piume che scendono fluide dai suoi lobi.
Sospiro. Una chioma rossa mi si avvicina. Micaela ha in mano un pacco di sigarette ed un accendino giallo fluo -Vuoi una?- chiede, avvicinandomi il pacchetto al viso. -No, lo sai che non fumo.- rilascia un sospiro divertito e continua a parlare -Ma allora, con Filippo? Come vanno le cose?- chiede realmente incuriosita. Lei è l'unica a sapere la mia storia. Ed io la sua. -Bene, cioè non so, come dovrebbe andare?- sono abbastanza confusa e Micaela lo nota. -Se non lo sai tu.- sorride e aspira del fumo dalla sigaretta che tiene stretta tra indice e medio. -È bello che  ti porti a fare delle passeggiate o a mangiare del gelato o, ancora, a visitare il Duomo. Alla fine, è quello che hai sempre sperato accadesse e adesso goditelo. Ma ti consiglio di dirgli la verità il più presto possibile, fidati che non la prenderà male.- annuisco attenta alle sue parole. So benissimo che ha il diritto di sapere la verità e che non la prenderà male. Alla fine non è niente di che. Una parte...il resto poi si vedrà.
-Ciccia, io vado. Il signore lì mi sta chiamando.- il suo tono è molto stanco e lo sono anche i suoi movimenti mentre butta per terra la sigaretta e la schiaccia con la punta del tacco bianco.
È una brava ragazza e fa tutto ciò solo per i suoi cinque figli. Lei ha venticinque anni ed è sposata da quando ne aveva quindici, come prevede la sua religione. Il mese scorso mi ha fatto conoscere le sue tre femminucce e i suoi due maschietti. Sono davvero adorabili, ma la cosa buffa è che iniziano tutti con la lettera "M", proprio come Micaela: Miranda, Marileen, Monique, Michael e Móriz.
La vedo entrare in macchina e mi sale un senso di nausea al fatto che lei abbia scelto di fare questa vita.
Mentre la macchina grigia si allontana, una nera si ferma a qualche metro da me. Il finestrino oscurato si abbassa -Ehi bella mora, salti su?- al suono della voce di Filippo, il mio sorriso si espande e corro verso la sua macchina, infilandomici rapidamente, assieme al mio zainetto rosa pastello. Ormai mi porto sempre il cambio dietro, non si sa mai. Un sospiro di sollievo fuoriesce dalle mie labbra rosee, appena chiudo lo sportello della macchina.
È come vedere un'isola, dopo essere stata un'ora a galleggiare nel mare aperto. È un po' così quando vedo Filippo che mi porta via da quell'ambiente terribile. Ridacchia -Non vedevi l'ora eh..- un sopracciglio gli si alza sulla fronte e le labbra si corrucciano, cercando di trattenere una risata, ma invano.
Annuisco. Perché mentire? È così. -Dove stiamo andando?- lo guardo, attenta ai movimenti che fa quando guida.
-Hai fame?- ha il vizio di rispondere con un'altra domanda, cosa che mi da assolutamente fastidio. Solo se non fatta da lui. -Sì, un po'. Perché?- sorride -Ti sto portando al Mc Donald's. E, dopo aver mangiato, andremo in un posto che ancora non posso rivelarti.- mistero. Ecco cosa lo caratterizza maggiormente. Il che mi fa impazzire. -Perché mai?- rispondo corrugando le sopracciglia e un sorriso contorna le mie labbra. -Perché è un posto a cui tengo tantissimo e voglio vedere la tua reazione quando lo vedrai per la prima volta.- si morde il labbro. -Cosa ti dice che è la prima volta? Se ci fossi già stata?- aspetto una sua risposta che non tarda ad arrivare, dopo qualche tentennamento, -Impossibile.-
Il viaggio dura altri dieci minuti circa, che noi passiamo cantando le canzoni della radio. Anzi, Filippo le canta e, devo dire, anche alla perfezione, non stecca mai. Io, invece, negatissima nel canto, sembro un tricheco asmatico. E Filippo non perde occasione per farmelo notare, ridendo. Io che sono poco credibile, facendo finta di offendermi ed il momento successivo rido con lui.
I miei occhi brillano vedendo i suoi occhi brillare.

Irama

Vederla lì, di fronte a me, mentre morde un panino, sgranocchia una patatina o sorseggia un po' d'acqua naturale, è una sensazione fantastica, ma ogni volta che la lascio da dove l'ho presa, è un colpo al cuore, una pugnalata al petto e un conato di vomito.
Siamo di nuovo in viaggio per andare a Genova. È il posto migliore per raccontarle tutto e sfogarmi con lei. Ho bisogno che lei sappia, ho bisogno di liberarmi e Iris è la persona giusta. Oggi le parlerò e, se lei vorrà, potrà liberarsi con me.

Lorenzo

Sono passati all'incirca cinque o sei giorni da quando io e Fil abbiamo litigato e mi è dispiaciuto molto dirgli quelle parole e so di aver esagerato. Ma in quel momento mi sembrava giusto tirar fuori ciò che avevo dentro. Sono le 19:37 precise e stamattina avevo deciso di andare a parlargli per chiarire. Avevo davvero intenzione di chiarire. Ma, quando ho percorso la strada per andare a casa sua, l'ho visto nella sua macchina. Ma la cosa che mi ha sconvolto è quello che ha fatto dopo.
Fil si è accostato e ha fatto entrare una prostituta nella sua macchina.
Da quando Filippo frequenta queste persone? Da quando Filippo fa certe cose? È normale che Filippo faccia questo genere di cose? No, non lo è assolutamente. Ed io andrò in fondo a questa questione, costi quel che costi. Lo faccio solo per lui, perché si sta perdendo sempre di più nel suo bianco.

Nel mare dove non si tocca {IRAMA}Where stories live. Discover now