XXVI

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Iris
Mi sveglio tutta intontita a causa del rumore assordante della sveglia rossa accanto a me. Apro leggermente gli occhi offuscati, stropicciandoli per alleviare il dolore causato dalla luce solare. Mi tiro su con la schiena e mi scopro dalle coperte chiare. A malincuore, mi alzo dal letto sentendo la mia pelle rabbrividire a contatto con il freddo inaspettato dell'aria invernale. Guardo fuori dalla finestra vicino al mio letto, osservando come il vento ghiacciato della stagione faccia staccare le foglie dai rami degli alberi ormai quasi del tutto spogli e le nuvole grigie oscurino il cielo. Siamo sotto le vacanze natalizie e, tra qualche giorno, partiremo per ritornare due settimane nelle nostre dimore. Mi strofino le mani sulle braccia coperte dal cotone del pigiama per emanare almeno un po' di calore sul mio corpo, mentre penso ad Irama, come mio solito. Verrà anche lui con me a Milano? Resterà qui, ignorando la sua famiglia e Lori, come dall'inizio di settembre? Se penso che lui non è mai andato a trovare i suoi familiari da quando è qui dentro, mi viene un mal di testa fortissimo. Mi reco in bagno, quando mi accorgo che in camera non c'è più nessuno. Allora mi fiondo sul letto ancora caldo e prendo in mano il mio telefono, accendendolo e notando che ho fatto più di un'ora di ritardo, contando che devo anche prepararmi.
Mentre prendo i miei panni, due quesiti si formano nella mia testa: Perché la mia sveglia ha suonato un'ora dopo? E perché Lauren e Zic non mi hanno svegliata?
Poi glielo chiederò. Mi infilo velocemente i capi di Amici e mi reco al bagno per lavarmi. Entro in fretta e furia e, senza rendermene conto, un rimbombo si forma nella stanza, un dolore atroce alla testa si amplia sempre di più e una sensazione di freddo invade il mio corpo. Apro gli occhi e mi ritrovo per terra, completamente sdraiata e con l'acqua fredda che bagna il mio corpo ed i miei vestiti. Cosa sta succedendo? Mi appoggio al doppio lavandino mettendomi in piedi. Noto che il bagno è totalmente allagato e la testa mi gira, facendomi chiudere gli occhi.
Penso velocemente al fatto che sono totalmente zuppa, compresi i capelli, ma che non ho tempo di cambiarmi perché sono già in ritardo. Mi lavo ed esco frettolosamente dalla camera, sbattendomi la porta alle spalle. Ci voleva solo questa. Se il buongiorno si vede dal mattino allora oggi credo di avere la stessa faccia della regina Elisabetta che scopre del fidanzamento tra il figlio Harry e l'attrice afroamericana Megan o, peggio ancora, il giorno del loro matrimonio. Mentre corro verso la scuola, il mio cellulare inizia a vibrare. Mi sposto alcune ciocche di capelli davanti al viso e rispondo alla chiamata, senza neanche vedere il nome -Pronto?- il mio tono di voce al momento non deve essere molto simpatico -Iris, dove sei? La maestra Celentano ha spostato le tue prove a domani dato che non ti sei presentata.- accidenti! Perché oggi doveva andare proprio così? Tiro un urlo disperato -Sto arrivando, Zic. Sta ancora nella sala?- chiedo, ansimando dal troppo correre. Sospira pesantemente -No, aveva delle faccende urgenti da svolgere. Ora devi venire in sala relax perché Marcello e Stefano devono parlarci.- chiude il telefono. Salgo le scale, raggiungendo la sala relax. Bagnata dalla testa ai piedi, dopo aver corso con il vento, nel bel mezzo della stagione invernale, senza neanche un giubbotto, prendermi una broncopolmonite credo sia il minimo. Entro nella stanza, con tutti gli sguardi puntati su di me, mi vado a sedere sul divanetto rosso in pelle, accanto a Nicole -Ehi, che è successo? Come mai sei tutta bagnata?- senza neanche avere il tempo di rispondere, la voce squillante di Sephora mi precede -E perché sei arrivata solo ora?- mi lego i capelli in una coda alta -Ah boh!- esclamo. Marcello iniziò a parlare, con l'aiuto di Stefano: Da giovedì a domenica, liberi!

Irama
È stato parecchio strana oggi Iris, è arrivata in ritardo e, per di più, completamente bagnata. Poi le chiederò spiegazioni. Ora sono in sala prove con il prof. Rudy Zerbi, mentre canto uno dei miei inediti "Che vuoi che sia". Stranamente non penso a Sveva, per lo meno in parte, ma anche alla conversazione avuta qualche ora fa con il mio amico Biondo.

Eravamo entrambi sdraiati sul letto del biondo finto accanto a me -Te vedo preoccupato, Filì. Ma che c'hai? Che sta a succede aho?- mi scosse leggermente la spalla ed io, invece, la testa. Non potevo parlare. Non potevo perché avrebbero fatto del male alla mia unica ragione di vita, nel vero senso della parola. Mi guardò in cagnesco, sbuffò e si riappoggiò allo schienale del letto -Sei coccia dura però eh.- si fa serio -Bro, sai che te poi fidà de me. Evoglia se lo sai. Quindi sputa er rospo.- le lacrime iniziarono ad uscire freneticamente dai miei occhi, bagnandomi le ciglia e le palpebre. Scesero lungo le guance ed il mento, mentre la mia lingua si muoveva facendo uscire parole su parole, senza essere collegata realmente al cervello. Gli stavo raccontando tutto, stavo facendo riemergere i fatti accaduti, le emozioni provate. Mi guardava scioccato, ma non ci feci tanto caso, non lo stavo pensando realmente. Non stavo pensando a niente in realtà, stavo solo parlando a ruota libera. Finito il mio racconto mi misi a piangere ancora più forte, abbracciando il ragazzo a fianco a me, che inizialmente, prima di ricambiare affettuosamente, rimase rigido. Mi asciugò qualche lacrima, o almeno ci provò -Filì oh guardame.- alzai lo sguardo verso di lui -Te prometto che andrà tutto bene.- annuii incerto, sapevo fosse solo per confortarmi, la leggevo la sua paura negli occhi, la sua tristezza ed il suo sconforto. Ma voleva essere forte per me e lo apprezzai tantissimo. Con le ultime forze rimaste, feci uscire un flebile -Tu che faresti al posto mio?- dalle mie labbra rosso acceso. Fissò il pavimento -Non so Filì. Avrei paura de non proteggerla, allontanandome. Ma, allo stesso tempo, se suo padre ha detto che gli agevoli il lavoro, standole accanto, allora forse è meglio non rischiare. Ma potrebbe esse na trappola.- si strofinó il mento con il pollice e l'indice -Quindi?- domandai speranzoso. Sospirò -Devi fà quello che te dice er core. Fratè, io non te posso proprio aiutà.-

Nel mare dove non si tocca {IRAMA}Where stories live. Discover now