VII

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Iris

Le sue mani sulla mia schiena, le sue labbra che si muovono armoniosamente con le mie, le nostre lingue che danzano e non si stancano mai, lo zoo nello stomaco e l'anima felice.
Ho aspettato anni e anni per questo meraviglioso momento e ora che lo sto provando è ancora più meraviglioso. Sembra un sogno, mi devo ancora svegliare.
Non riesco ancora a credere che stia succedendo davvero e sto provando molte, troppe emozioni insieme.
Il suo tocco sulla mia pelle, mi fa andare letteralmente fuori di testa.
Tutto ciò è indescrivibile. La sua voce melodiosa di qualche istante prima affiora la mia mente e mi sento le mani tremanti.
Ci stacchiamo per riprendere fiato. Labbra gonfie e rosse. Il fiatone. I suoi occhi dal colore freddo, che ti scaldano il cuore. E tutto il resto del corpo, aggiungerei.
L'ho desiderato così tanto che averlo davanti a me, con gli occhi che emanano amore, è terribilmente fantastico.
Ride flebilmente, lo seguo. Le mie mani si ritrovano nei suoi capelli luminosi, senza che io me ne accorgessi.
Ormai la mia mente non comanda più niente.
Ci guardiamo negli occhi per attimi che mi sembrano infiniti. E vorrei lo fossero davvero. Mi lascia un altro tenero bacio a fior di labbra e posso sentire l'odore dolce della sua pelle.
Chiudo gli occhi per assaporare di più il momento, che tanto, forse troppo, ho pensato nella mia testa.
Sento una goccia fredda bagnarmi la punta del naso. Filippo me l'asciuga delicatamente con il pollice.
Dopo qualche istante, una goccia si trasforma in un acquazzone.
-Credo sia il momento di andare.- annuisco, mentre iniziamo a camminare verso la sua macchina. Ci infiliamo dentro per ripararci dalla pioggia. Noto che pende le chiavi della macchina e lo fermo subito -Vorresti guidare con questo tempo? Praticamente ci vuoi uccidere.-
Subito dopo la mia domanda, scoppia in una risata fragorosa che fa sorridere anche me -Non ti fidi della mia guida?- alzo gli occhi al cielo mentre lui sfoggia uno dei suoi bellissimi ma antipatici ghigni maliziosi.
-Non mi fiderei di nessuna guida con questo tempo.-  sospira e si accascia sul sedile. Si porta la mano destra nel suo ciuffo, tirandolo a malapena -E ora?- mi guarda, cercando una soluzione al problema. -Ora semplicemente aspettiamo che finisca il temporale e poi ripartiamo.- per me il problema è inesistente, a dirla tutta. Spalanca gli occhi -Cosa? Come puoi ben vedere il temporale non finirà nè ora nè tra un po' di tempo.- non voglio arrabbiarmi con lui per delle sciocchezze e non voglio concludere così la nostra giornata -Ascolta, Fil. Non è giusto ora che noi ci alteriamo e roviniamo questa nostra fantastica uscita, quindi non c'è bisogno di alzare il tono della voce perché così non si risolve nulla. Ma non voglio neanche rischiare per noi due di guidare lì fuori.- indico il parabrezza -Non sono tre minuti di macchina, Fil. Sono due ore e mezza.-
Lui mi guarda attento, facendo muovere velocemente le sue iridi sul mio viso.
Sospira e annuisce piano -Sì, hai ragione. Non volevo agitarmi, solo non volevo finisse così la giornata. Spero si trovi una soluzione.- sorrido per la sua tenerezza, è normalissimo sbagliare ed essere impulsivi. Gli poggio una mano sulla sua guancia, in modo da fargli girare lo sguardo verso di me -Guarda che il problema non c'è, il problema è il tuo approccio di fronte a qualcosa, perché c'è sempre una soluzione a tutto. E, dato che sono le otto di sera, possiamo vedere se c'è un hotel nei paraggi, mh?- propongo, non sapendo che altro pensare.
Accetta e ci muoviamo con la macchina alla ricerca di un hotel nel quale dormire per una notte.
Dopo venti minuti abbondanti, siamo riusciti a trovare un motel abbastanza carino al centro città. Parcheggiamo l'auto ed entriamo nell'edificio rosso e bianco. L'ingresso è sul bordeaux con divanetti in pelle lucida e un grande bancone da bar, con una grande somma di bottiglie, contenenti bibite alcoliche, dietro di esso.
Ad accoglierci è un ragazzo sulla trentina, molto annoiato. Ci avviciniamo -Parli tu.- ordina scherzosamente il biondo, a bassa voce per non farsi sentire dal ragazzo con la barbetta scura.
Non potendo contrabbattere, essendo già arrivata al bancone con Filippo al mio fianco, mi limito a tirargli uno sguardo fulmineo. Ricevo una sua risatina. -Buonasera, volevamo prendere una stanza per una notte.- sorrido educatamente. Il ragazza mi guarda attento -Solo voi due?- sto per rispondere, ma vengo preceduta da un'altra voce -Vede qualcun'altro?- domanda sarcastico Filippo. Alzo gli occhi in aria a causa della sua arroganza. Dopo averci consegnato le chiavi e detto il piano e la stanza, entriamo in ascensore -Bello qui.- affermo, guardando i piccoli numeri incisi sui bottoni. Ovviamente Filippo ha lasciato pigiare a me il tasto.
-Non far finta di niente.- aggrotto le sopracciglia -Cosa?- non sto capendo sul serio. Si gira verso di me -Hai visto come ti guardava e ti parlava, ci stava provando con te.- la sua espressione seria non fa che aumentare la comicità della scena. Senza trattenermi, scoppio a ridere -Stai dicendo sul serio?- le porte dell'ascensore si aprono davanti a noi ed esco, seguita da Fil. Dopo aver sentito un -Sì.- duro uscire dalle sue labbra, scuoto la testa, lasciando cadere l'argomento. Non vedo l'ora di scoprire tutte le più piccole sfaccettature del suo carattere, che pian piano usciranno fuori.
La stanza è davvero bella e pulita, caratterizzata da un piccolo bagnetto in marmo e ceramica e un lettone ricoperto da cuscini bordeaux. Al fianco due piccoli comodini, con due lampade al di sopra. Ci buttiamo entrambi sul letto, ridendo. Mi prende dalla gamba, facendomi girare, io che cerco di liberarmi dalla sua presa forte ma non fino a farmi male. E ridiamo. E ci facciamo il solletico, come due bambini. E ci baciamo. Poi gli viene la brillante idea di farci portare cibo d'asporto, guardando qualche trasmissione scema sulla mini TV di fronte al letto, che ho notato dopo un po'.
Più o meno alle 23:00, ci laviamo e ci infiliamo sotto le coperte.

Irama

Siamo vicinissimi, nel letto, lei si sta per addormentare, le accarezzo i capelli lunghi, impigliandomeli tra le dita.
Tra sonno veglia, dice -Vorrei tanto diventare una ballerina professionista.-

Nel mare dove non si tocca {IRAMA}Where stories live. Discover now