XVI

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Iris

Muovo le gambe il più in fretta possibile, scendendo le scale ed allontanandomi sempre di più da quell'edificio. Corro via, varcando il cancello. Mi addentro tra le vie sconosciute della capitale, con le persone che mi guardano stranite e mi prendono per pazza. Se solo sapessero...
Se solo sapessero quello che sto passando in questo momento, le orribili emozioni che stanno fluttuando matte nella mia testa e nel mio cuore, rompendo entrambi in mille pezzi irrecuperabili, facendomi perdere la ragione e il sentimento. Corro, corro e corro senza fermarmi mai, senza una meta e senza osservare la strada per paura di non riuscire a tornare indietro. E se io indietro non ci volessi tornare? Se volessi solo guardare dritto? Irama è la mia felicità ma è anche colui che me la strappa via in un batter d'occhio. Si sa che si torna sempre dove si è stati felici. Ma se io volessi fare uno strappo alla regola? Se volessi trovare felicità altrove? So dentro di me che lui mi rende felice, ma non riuscendo a ragionare o forse ragionando troppo, al momento lo vedo solo come odio. Odio puro che scorre nelle mie vene, trasportandosi fluido nel cuore. Ho bisogno di calmarmi. Ma lo sono già da fuori. Non piango, non rido istericamente, non corro, non respiro profondamente. Sono semplicemente ferma, in piedi, al centro di un marciapiede, atona. Completamente atona. Senza sentimenti. Per uno che vede da fuori. Prova a fare un tuffo dentro e poi ne riparliamo. Faccio scivolare nella mia mano il cellulare e compongo il classico numero. Dopo qualche squillo -Ciao Ris, hai parlato con Irama? Com'è andata?- si sente il fruscio del vento, quindi è fuori casa, non vorrei disturbarlo ma ho bisogno di parlargli, ora -Non sono riuscita a parlargli, lo volevo fare ma ho interrotto il suo tenero bacio con Carmen.- spiego ironica, delusa ed annoiata. Non parla per un po', dopo una decina di secondi, sento una voce stridula dall'altra parte del telefono -Cosa? Stai scherzando spero! Dimmi che è un fottuto scherzo Ris!- urla ed io scosto il telefono dall'orecchio -Non urlare che mi sfondi i timpani! E poi, ti sembro una che sta scherzando, mh? Su un fatto così difficile e fragile?- sono esausta. Mi tiro indietro una ciocca sulla fronte. Sento un sospiro stanco uscire dalle piccole labbra di Lori quindi capisco che siamo nella stessa situazione -Lori, credimi. Sono davvero stufa di come mi tratta. Non sono un giocattolo, non sono usa e getta. Non voglio essere superficiale per le persone. Voglio entrare nella loro pelle, voglio che si ricordino di me, chi sono e quello che ho fatto. Ma per lui non valgo niente ed è inutile che scrive tramite messaggio di tenerci a me, che non vuole perdermi e che si dispiace. Ma quattro paroline messe in croce non fanno la differenza. È solo patetico, ridicolo. Non so se l'aggettivo che lo descrive di più sia falso o incoerente. Falso perché io non dimentico ciò che abbiamo passato, le esperienze che abbiamo trascorso assieme, le emozioni che mi ha fatto provare, le farfalle che non andavano via ad ogni suo bacio. E sì, mi manca baciarlo o abbracciarlo. Ma io voglio baciare solo Filippo. Il Filippo che conosciamo entrambi. Non Irama.- mi siedo su un muretto di pietra non troppo alto. Guardo in alto, cercando di trattenere tutto dentro. Non voglio piangere, non voglio arrabbiarmi, non voglio scaricare sugli altri. Non ho voglia di far soffrire gli altri per cose che ho dentro e che è meglio tenere a bada in una gabbia chiusa con un lucchetto. -Ascolta bene, Ris. Sei ad Amici, ti vedranno tutti lì fuori in Tv, sapranno chi sei e tu realizzerai il tuo sogno. Focalizzati su questo perché se vai avanti guardando solo le cose che vanno male, non arrivi da nessuna parte. Perché capitano a tutti, nessuno è perfetto e nessuno ha una vita perfetta. Forse ti sembrano frasi già fatte, già costruite, già scritte da qualcun'altro, ma rispecchiano semplicemente cio che penso e che ho voglia di dirti in faccia, perché ti voglio bene. Quindi goditi questi momenti che non capiteranno mai più nella tua vita e Irama mandalo da Carmen. Tanto è lui che ci perde, non tu.- pazzesco come Lori abbia sempre la risposta pronta e il sangue freddo per affrontare ogni tipo di situazione. -Ma ora dove sei e con chi?- continua -Non lo so, in una via di Roma, ma non so dove mi trovo in specifico. Ho corso tanto e senza rendermene conto. Sono da sola.- cammino avanti e indietro, scendendo dal muretto. Sospira divertito -Ris, sei la solita!-

[...]

È già mezz'ora, se non di più, che sono seduta qui, su questo muretto in pietra, che cerco di chiamare qualcuno, ma ho il credito esaurito e non so da che parte iniziare a muovermi. Ho anche cercato un passaggio da qualcuno, ma non si sono fermati. Non proprio come i vecchi, non tanti lontani, tempi. Brividi freddi percorrono le mie braccia. Meglio non pensarci. Una macchina verde si accosta affianco alla mia figura stanca e distrutta. Il finestrino si abbassa e la chioma folta di Zic ne esce fuori -Iris, salta su!- indica, con la testa, il sedile accanto al suo, facendo svolazzare qualche ciocca bionda. Troppi ricordi. Che inquietudine. Non me lo faccio ripetere due volte ed entro dentro la piccola vettura -Da quando hai l'auto e come mai da queste parti?- domando, senza neanche salutarlo. Non risponde con battutine che Irama sicuramente avrebbe esposto. Non ci pensa su -La macchina è affittata e Lori mi ha chiamato dicendo di venirti a prendere. Mi sono fatto un giro nella zona e ti ho trovata.- sorride e fa spallucce. Dopo una ventina di minuti, arriviamo a scuola e, prima di arrivare in sala relax, gli racconto l'accaduto che sconvolge anche lui. È arrabbiato e vorrebbe picchiarlo, testuali parole. Ma l'ho supplicato di stare calmo e di farla vedere a me. Salutiamo tutti e ci tuffiamo sul divano. Mi giro attorno con lo sguardo e noto che Irama non è presente. Menomale. Niente di strano. La mia attenzione ricade però su Carmen e Filippo che parlano a bassa voce. Presa dalla curiosità, perché so di chi si tratta, mi alzo dal divano e vado a prendere un bicchiere d'acqua. La voce femminile di Carmen entra nelle mie orecchie -L'ho baciato finalmente! È stato bellissimo e lui non si è scostato affatto! Era un po' strano, nel senso, era, come si dice da me, mezzo mezzo. Non so spiegarti bene, Fil. Non era coscentissimo ma forse è solo una mia impressione.-

Nel mare dove non si tocca {IRAMA}Where stories live. Discover now