Broken [M.yg, P.jm]

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Nei media:
BTS ー Don't leave me

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Jimin non aveva chiuso occhio tutta la notte, si rigirava nel letto nella disperata ricerca di una posizione confortevole e la sua mente non smetteva di fargli ripassare davanti gli avvenimenti di quella sera.

Aveva baciato Yoongi, erano nel bagno e lui, incoraggiato da quelle due birre che aveva bevuto precedentemente, lo aveva baciato.

E Yoongi non l'aveva respinto.

Sentiva ancora le sue labbra sulle sue, la sua lingua che esplorava la sua bocca e le sue braccia allacciate dietro la sua schiena.

Un brivido gli percorse la spina dorsale. Non riusciva a capacitarsi del coraggio che aveva avuto - anche grazie all'alchol - nel baciarlo.

Si erano scambiati un solo e lungo, appassionato bacio e Jimin era già dipendente da quelle piccole labbra rosee. Ora amava Yoongi ancora di più.

Si chiedeva se Yoongi si ricordasse del loro bacio, da una parte sperò di no, dall'altra pregava di si.
Aveva paura, e se si fosse arrabbiato con lui? Se gli avesse urlato contro di odiarlo, che gli faceva schifo e che non doveva più avvicinarsi a lui?

"Morirei se lo facesse" pensò Jimin con gli occhi velati di lacrime.
Afferrò il cellulare che si trovava sul comodino vicino al letto, aveva ricevuto parecchie chiamate perse e messaggi da tutti i suoi amici.

Li capiva, era scomparso nel bel mezzo della serata, troppo codardo per guardare Yoongi negli occhi dopo quello che aveva fatto.

Si scompigliò i capelli mentre leggeva i messaggi che gli aveva mandato Jungkook, erano pieni di errori grammaticali, Jimin pensò fosse a causa dell'alchol e rise, il moro proprio non sapeva reggerlo.

Jimin si alzò dal letto e sentì la testa girare, si sentì nauseato, si coprì la bocca con la mano e corse in bagno.

Spalancò la porta e si fiondò sul water e vomitò, tossiva e sentiva la gola andare a fuoco.
<<Jimin tutto bene?>> urlò una voce femminile, Hyeoyin si sporse dall'entrata del bagno per vedere cosa stesse succedendo.

Scosse la testa quando vide suo figlio liberarsi dai postumi della serata appena trascorsa. Jimin ancora non accennava a fermarsi.

Si inginocchiò al suo fianco e posizionò le sue mani una sulla sua fronte e l'altra dietro la nuca per aiutarlo.

I colpi di tosse e i singhiozzi di Jimin rieccheggiavano tra le mura della stanza, il biondo venne pervaso da un'improvvisa tristezza. Si faceva pena. Ubriacarsi per colpa del ragazzo che amava fino a vomitare l'anima.
Era in uno stato pietoso, qualche lacrima gli bagnò le guance scavate.