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Non parlammo più dell'accaduto anche perché, detto tra noi, poteva capitare a chiunque di inciampare in Nico ubriaco e su di giri e non potergli resistere, anche a me.

I giorni seguenti passarono noiosamente lenti ma non ci fu nulla di eclatante, a parte qualche sguardo tra Arianna e Nico che, appena uno dei due beccava l'altro, si giravano dalla parte opposta.

Dopo una settimana di scuola, si sa, inizia il vero inferno con spiegazioni a manetta e senza sosta, anche in chimica.
Speravo vivamente che la prof. si fosse dimenticata o l'alzaheimer l'avesse colpita prima del previsto, invece mi sbagliavo di grosso.
Come aveva predetto riuscivo a stare al passo con la materia insieme a pochi altri e ovviamente lui non era tra questi.

Lo faceva apposta?

Non si impegnava minimamente, non ascoltava la lezione e giocava tutto il tempo col telefono.
Inutile dire che avrei dovuto dargli lezioni e oltretutto gratis.
L'avrei ucciso!

«Signorino se non le interessa la lezione esca da questa aula!»
L'urlo della prof. fece sobbalzare tutta la classe, compresa me.
«Era ora!»
Bofonchiò Nico, e si alzò per uscire.
«Oggi ti fermerai con la tua compagna a recuperare tutto quello che ho spiegato, non hai scuse!»
Mi andò di traverso la caramella e lui si bloccò sulla porta guardandomi con quella sua faccia da schiaffi.
«Devo proprio?»
«Vuoi avere per caso il debito a fine anno?»
Sbuffò e uscì dalla classe.
Ma perché tutte a me?

A fine giornata me lo ritrovai davanti, coi suoi occhi blu e il solito ghigno.
«Alllora casa tua o casa mia?»
Ci misi un attimo a collegare cervello e bocca.
Non poteva uscire con queste frasi ambigue!

«A scuola idiota!»
Sbuffò. «Che cosa triste!»
«Qui alle 3, non si discute!»
«Va bene meraviglia, a dopo!»
Lanciò un occhiata ad Arianna e se ne andò.
«Che palle!»
«Dai poteva andarti peggio!»
Mi consolò la mia amica e io la guardai alzando le sopracciglia.
«Non vedo cosa peggiore che dare lezione a uno scemo nato!»
«Poteva capitarti Sara, non capisce neanche l'italiano!»
Sara era una nostra compagna di classe, simpatica e divertente, ma dura di comprendonio, molto.

Ci salutammo e mi avviai verso casa.
Decisi per un pane e nutella poco salutare ma che mi risollevò dalla depressione futura del pomeriggio.
Andai in bagno per sistemarmi e fui tentata di mettere un filo di trucco in più ma poi dovetti desistere.
Poi quello pensa che mi sono fatta bella per lui, non sia mai.

Misi il libro nella borsa e mi incamminai.
Fui tentata almeno cinque volte di tornare indietro, ma continuai per la mia strada anche per smaltire le diecimila calorie della nutella.

Entrai in classe e aspettai, sperando che almeno lui avesse avuto la bella e allettante idea di darmi buca.
Mi sbagliavo.

Due secondi dopo varcò la soglia col fiatone: aveva corso?

«Scusa il ritardo!»
E si sedette di fianco a me.
La situazione non prometteva nulla di buono, soprattutto a quella poca distanza.

Dannazione.

«Speravo non venissi.»
Dalla sua sorpresa capii che era sorpreso.
«Non è mia abitudine dare buca alle ragazze.»
Alzai gli occhi al cielo.
Io non ero una di quelle sue solite ragazze.

«Dai iniziamo, così finiamo prima.»
«Che cosa?»
Capitan ovvio.
«Chimica!» Sbuffai.
Sono passati neanche cinque minuti e ho già voglia di prenderlo a schiaffi.

«Dobbiamo proprio?»
«Senti io me ne sarei stata volentieri a dormire, invece sono qua a scassarmi le ovaie!» Sbottai.
«Posso venire con te.»
Disse, mostrando il suo sorriso malizioso.
«Dove?»
Alzai un sopracciglio interrogativa.
Mi ero persa qualcosa.
«A letto.»
Rise con il suo solito sorrisino sghembo.
«Sei davvero un coglione!»
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo.
«Dai era per scherzare!»

Un bacio tra amore e odioWhere stories live. Discover now