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E come avevo previsto, finii dritta in presidenza, con un biglietto di sola andata.

Forse dovevo prima pensare alle conseguenze che agire come una bambina impazzita.

O forse no, lui ne valeva la pena.

Ma io ero pazza forte, mettere in discussione la mia immacolata carriera scolastica per prendermi lui.

Mi serviva un intervento drastico con asporto di cervello e cuore.

«Allora, che è successo durante l'ora i educazione fisica?»

Chiese il preside, un uomo di mezza età preciso, attento e perfetto in ogni cosa, non tollerava atti di bullismo e violenza nella sua scuola.

Appunto, perfetto proprio.

«Sono solo scivolata, non l'ho fatto apposta.»

Risposi passandomi una mano tra i capelli e mordendomi il labbro nervosa.

«In realtà, mi è corsa addosso di proposito.»

Disse Arianna con tono deciso e sicuro, e storse la bocca in una smorfia.

Porca merda, io la ammazzo di nuovo.

«E per quale motivo signorina Bucci?»

Un'espressione seria in volto che mi fece contorcere lo stomaco.

Riflettei alla velocità della luce per trovare una risposta soddisfacente e plausibile, passai in rassegna il mio repertorio di scuse non trovando però nulla di senso compiuto.

Cristo, che ho fatto di male per meritarmi questo?

Se avessi detto la verità avrei fatto la figura della ragazzina egoista e viziata che non accetta le sconfitte.

Fanculo.

Deglutii a disagio e sparai fuori la prima cosa che mi attraversò la mente:

«Stavo seguendo la palla, non volevo ammazzare la mia compagna di classe.»

Era una scusa del cavolo ma sperai che fosse convincente almeno un minimo.

Scandii chiaramente e lentamente le ultime parole, lei non contava più nulla per me.

«Che cosa?»

Sbraitò lei con tono incredulo, per la scusa che mi ero inventata o più probabilmente per come l'avevo chiamata anonimamente.

Sbuffai e feci una smorfia seccata, ma zitta e buona lei mai eh?

Il preside iniziò a gesticolare in modo insensato e alzò gli occhi al cielo esasperato.

Ci fissò con aria seria e a braccia conserte mi puntò l'indice contro, se avesse avuto una pistola mi avrebbe fatto meno paura.

«Per questa volta passate, ma alla prossima Bucci si becca la sospensione, stia attenta. Ha capito bene? Non la voglio più rivedere nel mio ufficio.»

Tuonò e annuii con la testa.

Manco avessi dato fuoco alla scuola, cazzo.

Con un'occhiata truce ci sbattè fuori dalla porta, nel bel mezzo del corridoio.

Sentivo il fumo uscirmi dalle orecchie.

«Contenta adesso? Hai ottenuto ciò che volevi?»

Dissi tra i denti, cercando di non saltarle ancora addosso come un furia.

Lei deve un sorrisetto furbo e schioccò lo lingua.

«Non ancora, ma ci sono vicina, molto.»

Sottolineò le ultime parole quasi con fare minaccioso.

«Non ti arrendi mai eh?»

Ribattei guardandola fissa.

«Ora che sono a un passo da averlo proprio no.»

Concluse con un ghigno malefico e mi venne voglia di strozzarla.

Dovevo calmarmi, avevo troppi istinti omicidi, mi diedi uno schiaffo in testa giusto per sembrare ancora più fuori controllo.

«Sei una stronza, egocentrica del cazzo.

Ti rendi conto che stiamo mandando a puttane anni di amicizia per un idiota?»

Un idiota bellissimo, attraente, affascinante, avvenente, sexy da paura..

Terra chiama Alice, ormoni a cuccia.

Cazzo.

In tutta risposta lei si mise a ridere, per fortuna non aveva notato la mia piccola gitarella su ormolandia.

«Ma ti senti quando parli? Sei ridicola, mi hai buttato a terra tu prima e indovina un po'? Mi stavi ammazzando per averlo tutto per te vero? Beh col cazzo, io non ci rinuncio, io ci muoio dietro da anni, non ce la faccio più, averlo una volta non mi é bastato e non mi basterà mai.»

E non basterebbe neanche a me.

«Senti, possiamo parlarne in modo razionale? Come due persone civili senza tirarci i capelli? Questa situazione è a dir poco assurda!»

Ribattei ovvia, sperando che lei mi desse ragione almeno questa volta.

«Hai iniziato tu, io non ho fatto un cazzo.»

Alzò le sopracciglia accusandomi.

«Oh andiamo, ti sei vestita da perfetta troia per correre dietro a una palla!»

Sputai acida, benvenuta volgarità.

«E allora? Io ho almeno qualcosa da mostrare.»

Affermò sicura, e io rimasi davanti a lei incredula, con gli occhi e la bocca spalancati, ci sarebbe potuto entrare un intero esercito di mosche.

Masticai un insulto poco casto e mi presi la testa fra le mani, esausta e sfinita da quei discorsi.

«Fottiti Arianna.»

Mormorai a denti stretti, prima che lei mi voltasse le spalle.

È solo lunedì e sono già distrutta, come farò a resistere ancora?

A non avere più un'amica con cui confidarmi?

A sopportare lei che ci provi palesemente con lui senza ritegno?

In amore come in guerra tutto è lecito.

E mi inventerò qualcosa, non farò fare tutto a lei.

La seguirò, qualunque strada prenda.

A costo di fare figure di merda davanti al mondo.

Che guerra sia e ciao dignità femminile.

"Bellissimo, perderti per poi riaverti un attimo e l'incoscienza che ci tiene ancora qui tra passione e lacrime,

Bellissimo scappiamo in fondo solo per rincorrerci, innamorati e solo per arrenderci, solo per difenderci."

ANGOLO AUTRICE

olè, vi aspettavate questo aggiornamento? ahah ammetto che fa abbastanza schifo sto capitolo ma non so più cosa inventarmi ç.ç

se vi va leggete anche ||Lividi nel cuore altra mia storia!

Un bacio tra amore e odioWhere stories live. Discover now