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Ma cosa pretendevo?
Che mi saltasse addosso e mi dichiarasse amore eterno?
Forse, la mia vena romantica puntava a quello, ma è chiedere troppo che un essere maschile si accorga di te, ti faccia sentire unica e speciale.

Si sa che i maschi hanno meno intelligenza e neuroni delle ragazze, giurerei che ne abbiano solo una che impiegano per giocare alla Play o guadare le partire di calcio alla tv, vivono sono per queste cose che non servono a nulla nella vita, se non a fotterti il cervello.

Ovviamente io dovevo andarmene a prender uno così, sbruffone e arrogante fino al midollo, neanche me l'avessero spedito per posta sarebbe stato così perfetto.

E poi, chi me lo fa fare di stare con uno così?
Perché non posso vivere un'avventura come quelle dei film?
Dove l'uomo dei tuoi sogni spunta dietro l'angolo, nella libreria, seduto al bar, che ti guarda e ti vuole sposare senza nemmeno conoscerti?
Perché cazzo devo soffrire per poi trovarmi sempre al punto di partenza?

E mi ritrovo sempre a piangere come una bambina viziata che non ha ottenuto il giocattolino che voleva e quindi mette il broncio per tre giorni, sente di un groppo in gola che non ne vuole sapere di andarsene.

Perché non basta più il bigliettino "Ti vuoi mettere con me? Si o no", non c'è più la tua migliore amica che fa da tramite e si fa in quattro per convincere il bambinetto come se non ci fosse un domani.
No, non c'è più un emerito cazzo di questo teatrino.

Mi sento come se mi stessero strozzando, mi manca l'aria per respirare ma nessuno mi sta tenendo per il collo.
Mi sento vuota dentro, come se ci avessero scavato una buca e buttato a mare tutto ciò che conteneva.
Mi sento morire, col cuore che palpita impazzito e il respiro mozzo, ma non succede niente, sarebbe troppo facile, e scappare dai problemi non è mai la cosa migliore, bisogna affrontarli con coraggio altrimenti te li ritrovi sempre davanti al naso e perdi la testa.

Non so veramente che fare, se mandarlo a quel paese o baciarlo, si perché anche se in questo momento lo prenderei a pugni nello stomaco fino a fargli vomitare l'anima, lo voglio stringere a me è tenerlo stretto.

Eppure è giusto anche che lui si faccia la sua vita, non posso impedirglielo nonostante si sia dichiarato, perché io me ne sono stata zitta mentre i miei ormoni facevano le capriole e organizzavano già il matrimonio.

Mi prenderei a pugni se non fosse per una buona causa, per un'amica si fa questo e altro, anche a rinunciare alla ragione del tuo sorriso.

Alla fine avevo cambiato idea e mi ero rintanata a casa mia, nella mia stanza buia e silenziosa, a farmi compagnia solo le lacrime e il cuore spezzato.

Arianna mi aveva tenuto il braccio per tutto il tragitto, probabilmente temeva che svenissi e mi accasciassi al suolo da un momento all'altro.

Sabato pomeriggio in casa a piangere e a disperarmi tutto il giorno, manco fossi in depressione, meno male che a salvarmi c'erano Homer e le sue ciambelle rosa glassate.

Avevo bisogna di una serata all'insegna del divertimento e di alcool, senza dubbio, e c'erano solo due persone che potevano aiutarmi e tirarmi fuori di casa.

Recuperai il cellulare dallo zaino rosa eastpack che ormai sembrava quasi nero, e scrissi il messaggio:

"Stasera?Dimmi di si, ne ho bisogno!"

Premetti invia e attesi la risposta che non tardò ad arrivare.

"A chi devo spaccare le palle? Comunque affare fatto, ti veniamo a prendere per le 9!"

Ecco, lei si che mi capiva, a Beatrice non si poteva nascondere nulla, capiva tutto al volo, aveva una specie di sesto senso a cui non si poteva fuggire.

***

Il pub dove Bea e Andre mi portarono era pieno zeppo di liceali mezzi sbronzi, un buon esempio da seguire a ruota.

«Allora, chi è questo rincitrullito?»
Ecco che partiva il terzo grado di Bea, con braccia incrociate al petto e occhi socchiusi, pronti a non farei sfuggire neanche un particolare.

«Mh, uno che sta in classe con me.»
Soffiai, lasciandomi andare in un sospiro abbattuto.

«Non deve essere molto intelligente se non si è accorto di te.»
Infierì Andre facendomi l'occhiolino e prendendosi una gomitata da Bea.

«Ma che ho detto?!»

«È risaputo che gli uomini hanno dei neuroni in meno, non c'è da stupirsi.»
Scrollò le spalle, beccandosi un'occhiataccia da Andre.

«Non è quello il problema.»
Confessai e mi interruppi, avevo i loro occhi addosso, attenti e indagatori allo stesso tempo.

Mi morsi il labbro indecisa, in imbarazzo.
«Lui, ha detto che gli piaccio.»

Bea si mise le mani nei capelli e ringraziò tutti i santi del paradiso mentre ad Andre andò di traverso la birra.

«Allora dove cazzo sta il problema?»
Aggiunse lui quando finì di tossire come un pazzo.

«Piace alla mia migliore amica.»

«Cazzo.»
Irruppero all'unisono e mi lasciai sfuggire un sorriso.

«Insomma, voglio dire, è un casino.»

«Ali, ascolta me.»
Iniziò Andre, e Bea alzò gli occhi al cielo incrociando le dita sarcastica.

«Vi piacete, lui ha scelto te non lei, lui vuole te.
Perché perdere quest'occasione?
A te piace, si vede da come ne parli e stai soffrendo, quindi, prenditelo e basta.
Lei capirà.»

Lei capirà.

Non ci giurerei, anche lei soffre, non lo fa vedere perché ha seppellito il dolore, ma è sempre lì pronto a uscire e a provocare maremoti.

Come me, un vulcano sul punto di esplodere.

***

Tornai a casa ancora più confusa di prima ma con la pancia piena di birra.

Salii in camera cercando di non fare rumore, erano quasi le due di notte e i miei genitori erano a letto già da ore.

Mi buttai sul materasso e mi presi la testa fra le mani.

Potrei dire tante cose: potrei dire che va tutto bene, che sto una meraviglia, che mi sento realizzata, ma sarei una lurida bugiarda.

Potrei dire che non mi sveglio nel bel mezzo della notte pensando a te, che non mi incanto durante le lezioni, che non mi viene un colpo quando ti vedo e mi sorridi, che non mi manchi, ma sarebbe come prendere in giro me stessa e il mio cuore che batte all'impazzata.

E non so cosa provo, sento solo che l'odio che provavo si è solidificato, bloccato, non c'è più traccia di quel sentimento.

Ha lasciato spazio a qualcosa altro, così forte da farmi male le costole, da far fatica a respirare, anche solo pensare mi diventa difficile, e mi prenderai per pazza perché non riesco a toglierlo dalla mia testa, ci sei conficcato, chiuso a chiave con il lucchetto buttato nell'oceano.

E vederti con un'altra mi fa andare fuori di testa, mi fa perdere il controllo, mi fa cadere a terra perché vorrei che tu desiderassi solo me, che amassi solo me, che abbracciassi solo me, che baciassi solo me e nessun'altra, perché non lo sopporterei.

Siamo sentimenti nascosti e bugie infinite.
Siamo rimpianti, parole mai dette, lacrime che strappano il cuore e ricordi che fanno sanguinare.

Un bacio tra amore e odioWhere stories live. Discover now