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Svegliarsi la domenica mattina dopo aver trascorso la notte in bianco, non è un buongiorno.

Dover fare i compiti che non ho fatto ieri pomeriggio è anche peggio.

Sentire mia madre urlare poi, mette a dura prova la mia pazienza, già minima di per sè.

«Alice, sono quasi le undici, non è ora di alzarsi?»

E che cazzo, voglio dormire in santa pace.

Sentii la porta della mia camera aprirsi e apparve sulla soglia mio padre, vestito con dei pantaloni della tuta grigio scuro e una felpa bianca.

«Tesoro alzati, sai che non smetterà di urlare se non ti vede in piedi.»
Mi sorrise e mi diede una carezza, e io annuii.
«Adesso mi alzo papà.»
Gli dissi, anche se non ne avevo la minima voglia e forza.
«Brava la mia principessa.»
E si diresse verso il corridoio, chiudendo la porta alle sue spalle.

Sbuffai, dovevo alzarmi, dovevo liberare la mente da lui, che chissà cosa aveva fatto e con chi ieri sera.
Sicuramente si era divertito più di me, mi aveva sicuramente preso in giro con i suoi amici.
"Alice la credulona e acida ingenua" che crede a ogni cosa uscita dalla sua bocca.

Che poi, io non avevo detto che mi piaceva, quindi poteva fare quel che voleva.

Si certo, raccontalo a qualcun'altra Alice.
Se non te ne fregasse niente avresti dormito beatamente.

Dovevo darmi una mossa e agire, stare ferma mi faceva pensare, e troppo.

Scansai le coperte e recuperai il telefono dal comodino, fare i compito insieme a qualcuno sarebbe stata la mossa migliore per non pensare ad altro, e a una persona in particolare.

"Sono da te alle 15 per fare i compiti. Va bene?"

Arianna rispose quasi subito.
"Va bene amica, a dopo."

***

«Dante è troppo sdolcinato, mi fa venire la nausea.»
Arianna storse il naso per l'ennesima frase romantica che coinvolgeva Paolo e Francesca nel canto dell'inferno.

In risposta mi misi a ridere, era troppo buffa quella smorfia di apparente disgusto.

«Non c'è niente da ridere!»
Si finse offesa e mise il broncio.

«Dai Ari.»

Eravamo già da quasi due ore sul libro della Divina Commedia, io seduta alla scrivania e lei sul suo letto, ma sembrava persa in altri pensieri.

«Direi che per oggi abbiamo fatto abbastanza, spero che quella stronza della prof non interroghi.»
Disse, e buttò il libro chiuso sul cuscino e chiuse gli occhi.

«Ari, stai bene?»
«Si sono solo stanca.»
«Sicura?»
Chiesi, sedendomi suo bordo del letto.

Lei sbuffò e mi guardò.
«Penso di aver fatto una cazzata enorme.»
«Che?»
Chiesi confusa.
«Ho detto qualcosa, che non avrei dovuto dire a una persona.»

Non ci stavo capendo una mazza, a chi si riferiva?

«E ho combinato un casino.»
Aggiunse, prendendosi la testa fra le mani.

«Vuoi parlarne?»
Provai, mettendole la mano sulla spalla.
Non rispose, ma fece segno di no con la testa.

«Se parli con quella persona, risolverai tutto, ne sono sicura.»
Le dissi per rassicurarla.
«Non è vero, sono imperdonabile.»
«Dio Ari, che cazzo hai fatto di male? Tutti commettiamo degli errori, ma c'è sempre un modo per uscirne!»
Il più delle volte almeno.
«Non questa volta, è colpa mia, sono una cazzo di egoista!»
Urlò, e si appoggiò al muro chiudendo gli occhi.
«Non dare la colpa a te.»
«È la verità, sono una stronza.»
«È la fase in cui ti insulti da sola?»
Chiesi, trattenendo un sorriso.
«Credimi, l'altra persona mi direbbe di peggio.»

***

Tornai a casa che erano quasi le sette, ogni tentativo di farmi dire qualche altro indizio da Arianna fu inutile.

Chissà a chi si riferiva, non riuscivo a immaginarla che faceva la stronza e l'egoista per qualcosa, o qualcuno.

Le altre due ore le avevamo passate a fare gli esercizi di matematica, giusto per rincretinirci ancora di più.

Stavo guardando la tv in sala, ammirando Hugh Grant in "Due settimane per innamorarsi", quando ricevetti un messaggio.

"Mi sono dimenticata della festa di Halloween, è sabato!"

Ero stata così presa dai miei problemi che non mi ero neanche accorta che eravamo ormai a fine ottobre.

"Cazzo, domani a scuola me parliamo!"

"Okkey, buonanotte e scusa per oggi."

"Non devi scusarti, un bacio a domani, buonanotte."

Alle undici salutai i miei genitori e salii in camera, sperando di dormire e non passare un'altra notte in bianco.

Un bacio tra amore e odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora