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«Allora oggi non c'era la stronza» sputò fuori Gaia avvicinandosi a me a fine lezioni.

Dovevo ancora capacitarmi di come fossi arrivata a fine giornata tutta intera e non fatta a pezzi.

Arianna aveva pensato bene di starsene a casa e per fortuna per lei perché l'avrei massacrata, forse non fisicamente ma dentro di me si sarebbe scatenato qualcosa di violento che non avrei potuto fermare e non avrei fermato.

La ferita brucia ancora e non vuole smettere, sembra fuoco ardente incapace di spegnersi e di scomparire.

Annuii con un cenno della testa, troppo distratta, troppa voglia di tornare a casa e non sentire il suo sguardo sulla schiena che mi provocava brividi ovunque.

Come avrei fatto a estrarlo dalla mia testa sarebbe stato un mistero.

Non potevo continuare a soffrire, a farmi male, dovevo farci un taglio.

Più facile a dirsi che ha farsi visto che occupava tutti i miei pensieri.

«Avresti potuto approfittarne per attaccare e conquistare la preda» disse in tono diabolico e con un sorrisetto sulle labbra.

Smisi di sistemare lo zaino e buttai pesantemente un libro sul banco provocando un rumore simile a una bomba.

Guardai la copertina e mi accorsi che era il libro di letteratura, pieno zeppo di poesie d'amore, pieno zeppo di cazzate.

Gaia cambiò espressione e mi guardò di sottecchi preoccupata.

«Ho perso» sospirai e mi costò una grande fatica ammetterlo.

Non volevo che finisse, ma non sarebbe mai dovuta iniziare.

«Cosa?» esclamò incredula, facendo girare tutti verso di noi.

Alzai gli occhi al cielo e aggiunsi: «Quello che ho detto, ha fatto la sua scelta e io sono fuori dai giochi»

Le sorrisi nervosa per poi mettere l'ultimo libro nello zaino.

«Ma è una testa di cazzo!» urlò duramente e io sbiancai, la sua faccia faceva paura.

«Lucchi le parole!» la ammonì la prof che non era ancora uscita dalla classe.

«Scusi prof ma è vero, non ci sono altri termini per definirlo» sbottò lei.

«Comunque è tutto già andato, si sono baciati e si sposeranno» dissi in un sussurro.

«Si, auguri e figli maschi, cazzo stai dicendo! Non puoi rinunciare così, non puoi tirarti indietro, sei troppo coinvolta» affermò con tono sicuro inarcando le sopracciglia.

«Sono stufa di farmi male e non ci posso fare niente se lui preferisce lei» scrollai le spalle come per buttare giù tutto quel peso.

«Cretinate, lui è cotto di te, si vede lontano un miglio, ma è troppo coglione e orgoglioso per ammetterlo, e poi dovresti vedere come ti guarda» Gaia si era persa nel mondo dei sogni con gli occhi a forma di cuoricino e io la guardavo confusa.

«Perché come mi guarda?» chiesi.

Lei sbuffò e disse: «Come fai a non notarlo? Ti guarda in modo diverso, riserva solo a te quello sguardo, è fuoco puro e sono sicura che vorrebbe incenerire qualunque essere maschile nelle tue vicinanze. E poi è cotto a puntino, devo solo mangiarlo» concluse maliziosa.

«Non dire cavolate, mi guarda normale e poi una volta mi ha detto che prova solo attrazione fisica per me»

Le parole di Gaia mi avevano fatto battere il cuore a mille, come se volesse uscire e scoppiarmi davanti agli occhi.

Un bacio tra amore e odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora