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Ero entrata in classe in religioso silenzio seguita da Arianna, non volevo riprendere quel discorso imbarazzante su di lui.

Lui, che era praticamente corso in classe, non mi aveva neanche guardata, non mi aveva considerata neanche di striscio, neanche un misero sorriso dei suoi.
Nulla.

Mi sentivo strana, ferita, volevo che mi guardasse, che mostrasse il suo solito ghigno che ormai avevo imparato a sopportare e ad amare.

Sì, perché io Alice Bucci avevo preso una cotta, e bella grande.
Ma che cotta, ne ero innamorata perdutamente, l'avevo capito perché non riuscivo a non guardarlo ogni qual volta che ne avevo occasione e volevo strangolare ogni ragazza che gli si avvicinava.

Forse provavo troppi istinti omicidi in quel momento perché nel girare una pagina del libro di letteratura rischiai quasi di strapparla e di trovarmela tra le mani.

Avevo qualche problema, quello era sicuro, cuore a mille, mani sudaticce e testa da un'altra parte, decisamente non concentrata sulla lezione.

Alzai la mano di scatto facendo illuminare gli occhi del prof., probabilmente pensava che dovessi fare una qualche intelligente domanda.
Bella mossa Alice, che figura del cavolo.

«Si, Bucci? Ha qualche domanda?»
Mi dispiaceva smontare le sue teorie ma avevo bisogno urgente di prendere una boccata d'aria.

«Ehm no, mi scusi, potrei andare in bagno?»
Seguirono le risate divertite dei miei compagni e l'occhiataccia del prof., che però mi lasciò uscire dall'aula.
Sia benedetto quell'uomo.

Uscii dalla classe e mi incamminai lungo il corridoio per raggiungere il bagno.
Mi lavai la faccia con l'acqua gelata mandando a quel paese il fondotinta e il fard, diventando di un colore cadaverico.

I film mi avevano illuso che appena avessi alzato gli occhi avrei visto un ragazzo riflesso nello specchio, ovviamente era una stronzata bella e buona.

Perché mai Nico avrebbe dovuto seguirmi?
Senza contare che il prof. non avrebbe fatto uscire nessun altro dalla classe.

Sarebbe stato troppo bello se fosse successo e sarei rimasta impalata a guardarlo.

Il suono della campana mi risvegliò facendomi saltare in piedi come una molla e prendendo coscienza del fatto che ero stata fuori quasi dieci minuti.


NICCOLO'

Era uscita per andare in bagno e non era ancora rientrata.
Stava per caso male?

Per la prima volta l'aveva guardata alzarsi dal suo banco e andare alla porta, un attimo di debolezza mi aveva colpito nel fianco.

Le sue gambe lunghe fasciate dai jeans stretti, il corpo sinuoso, la sua pelle pallida, le sue labbra carnose..
Dio le sue labbra!

Lei stava diventando peggio della droga, ne ero quasi dipendente e non mi era mai successo con nessuna ragazza.

Suonò la campanella e mi ripresi dal mio stato di trans, decidendo di andare fuori a fumare una sigaretta.

«Vado a fumare.»
Dissi velocemente a Chris, lui mi guardò e annuì.
«Vengo anche io.»

Stavo uscendo dall'aula e per poco non mi scontrai con qualcuno.
Lei, era li davanti a me e non sapevo cosa fare.

Mi guardava, forse aspettandosi un saluto o un bacio, la mente delle donne è troppo contorta cazzo, peggio di un rebus.

Mi passai distrattamente una mano tra i capelli mentre lei seguiva il movimento della mia mano senza staccarmi gli occhi di dosso.

Un bacio tra amore e odioDär berättelser lever. Upptäck nu