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ARIANNA

"Con gli occhi da matti graffi sulle nocche

Io non sono meglio ho già fatto a botte

Ho lasciato il mio segno fuori dalla tana questo è il mio regno

Lei mi può nominare ma non mi può domare difendo il trono reale

Prendo pure lui non mi faccio dominare almeno che non sono io a farglielo fare"

Era martedì e tutto procedeva nei migliori dei modi.

Ero sempre nello stesso banco di fianco ad Alice, che ogni tanto mi lanciava occhiate cariche di odio, ma facevo finta di non vederla.

Non mi importava cosa pensava lei, io avrei proseguito per la mia strada.

Non mi sarei arresa.

Non volevo rinunciare a lui, non dopo quello che era successo tra noi.

Non poteva far finta di niente, che non mi importasse nulla.

Io volevo farlo ancora, sentire le sue mani su di me, avere il suo profumo addosso, il suo corpo sul mio, i suoi sospiri, i suoi ansiti..

Mi stavo perdendo in ricordi dolorosi e stavo per perdere l'occasione di mettere in atto ciò che mi ero prefissata.

Era suonata da poco la campana dell'intervallo e in classe non c'era nessuno, un punto a mio favore.

Mi avvicinai alla mia sedia e iniziai a frugare nello zaino di Alice: era così stupida che lasciava il telefono incustodito.

Per mia fortuna quel giorno non fece eccezione.

Maneggiai per trovare ciò che mi interessava e mandai un messaggio:

"Devo parlarti, è urgente. Alle 3 al castello."

Rilessi ciò che avevo scritto con un sorriso malefico stampato in faccia e inviai.

Dopo aver avuto la conferma della consegna lo cancellai.

Conoscendolo non avrebbe risposto ma si sarebbe riempito la testa di punti interrogativi.

Misi tutto a posto come lo avevo trovato e uscii dall'aula soddisfatta.

È divertente essere stronzi.

Il giorno prima mi ero data alla pazza gioia da ti a tutti, ridendo dentro di me degli sguardi e delle espressioni sorprese che tutti avevano in faccia.

Presentarmi alla lezione di ginnastica con una tuta striminzita aveva avuto l'effetto sperato, infatti Nico mi aveva guardata abbastanza a lungo da ritenermi soddisfatta.

Mi ero pure impegnata ad andargli a sbattere addosso quasi di proposito mentre stavamo giocando, un po' per mio vantaggio personale un po' per far capire ad Alice chi comandava.

Non avevo messo in conto la sua reazione, abbastanza violenta di buttarmi a terra come un sacco, ma per fortuna non mi ero rotta niente.

La parte più difficile era uscire illesi dal preside, ma io ero innocente, era lei che mi era arrivata addosso con l'intento di mettermi fuori gioco.

Mi ero scaldata quando mi aveva chiamata anonimamente come sua compagna di classe, ma come darle torto, ero diventata da migliore amica a peggiore nemica in cinque minuti.

E poi mi veniva a dire di fare la persona razionale, a me.

Dopo aver fatto tutto quel casino voleva che mi ritirassi, che facessi un passo indietro.

Col cavolo, se lo poteva scordare.

Avevo il mio obiettivo e volevo raggiungerlo, ad ogni costo e pericolo.

E non potevo certo tirarmi indietro perché lei non voleva combattere.

In quel caso avrei vinto io.

Le lezioni stavano per ricominciare così mi risedetti al mio posto annoiata e desiderosa più che mai dell'arrivo del pomeriggio.

Vidi entrare Nico con il telefono in mano e un'espressione sorpresa in volto.

Non sapeva cosa gli aspettava quel giorno.

Con nonchalance gli andai vicino e mi sporsi verso di lui.

«Mi presteresti il tuo telefono? Devo mandare un messaggio e non ho più soldi.»

Dissi in tono civettuolo cercando di essere più convincente possibile.

«Che?Scordatelo!»

E mi guardò truce attraverso quei due occhi azzurri.

«Dai, solo per cinque minuti.»

Feci la faccia da cucciolo abbandonato e lui sbuffò.

«Non puoi chiederlo alla tua amica?»

Disse seccato guardandomi negli occhi.

«Abbiamo litigato e Muoviti a darmi il telefono prima che arrivi il prof!»

Mi affrettai a dire decisa.

«Che palle.»

Sospirò e mi passò il suo palmare.

Gli sorrisi compiaciuta e mi allontanai quel tanto che bastava per non farmi vedere.

Andai sulla conversazione con Alice e scrissi velocemente:

"Ho bisogno di parlarti, vediamoci oggi alle 3 al castello. Non accetto un no come risposta. Ci incontriamo là."

Inviai il messaggio e ne scrissi un altro a un mio vecchio numero per reggermi il gioco.

Cancellai quello mandato alla mia nemica e gli riposi il cellulare nella tasca davanti dei jeans, facendolo sobbalzare sulla sedia sorpreso.

«Grazie.»

Dissi e gli lasciai un bacio sulla guancia.

Tornai al mio posto e proprio in quel momento entrò il professore di matematica, che iniziò a spiegare a manetta non so quale argomento perché con la testa ero già alla mia vittoria.

ANGOLO AUTRICE

ecco il capitolo successivo dal punto di vista di ARIANNA amica-nemica, contente?ahaha cosa succederà adesso?

alla prossima, baci

Alice

Un bacio tra amore e odioWhere stories live. Discover now