Capitolo 19

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La fiamma nei suoi occhi non cessò di brillare, talmente era viva e lucida la rabbia che vi era accasciata dentro.

Reggendo in mano una lettera della quale non conoscevo né il mittente e né il contenuto, egli avanzò con movimenti macabri verso la mia figura e quelle movenze quasi spietate provocarono in me una scintilla di timore che mi fece cadere sulle lenzuola dell'enorme letto alle mie spalle.

"Piccola furfante." sibilò tra i denti, mentre serrava arrogantemente la mascella.

Arretrai sul letto con il prezioso ausilio delle mani, fino a che non percepii il materiale duro della testiera di quest'ultimo premere sulle mie scapole. Bradley avanzò ulteriormente e quando trovai il suo volto dinanzi al mio, chinai il capo, fortemente avvilita ed imbarazza, tuttavia egli non badò al mio stato d'animo e afferrò il mio polso con violenza, tantoché la sua stretta bastò per farmi alzare dal letto e stringermi a sé.

Le nostre guance si sfiorarono e nonostante quel tocco provocasse in me una nube di sensazioni contrastanti, mi era impossibile fissare il fuoco ardente nei suoi occhi, pertanto mi limitai ad osservare le mie scarpe di broccato bianco, ma il signor Wilkinson afferrò il mio volto e lo diresse verso il suo.

Una mano stringeva avidamente il mio mento, quindi fui obbligata ad osservare quelle perle verdi che - notai- erano ormai tinte di un rosso sangue pronto a macchiare il mio cuore già colmo di confusione.

"Che significa questa?" Mi strattonò con ira e pose davanti ai miei occhi la carta che reggeva in mano, poi, improvvisamente, allentò la presa attorno al mio posto e si allontanò, con la mia incapacità di pronunciare una sola parola. " "Onorevole signor Wilkinson," osservò il contenuto della lettera, riportandone a voce lo scritto. "non riusciamo veramente a capire di cosa voi stiate parlando. Da molti giorni, oramai, non abbiamo avuto il piacere di conversare con nostra figlia, inoltre, credo voi ricordiate perfettamente come si è concluso spiacevolmente il nostro incontro"" Alzò lo sguardo verso i miei occhi e giurai di aver intravisto del fumo fuoriuscire dalle sue narici, tanta era la sua rabbia nell'aver scoperto la mia menzogna. "Avrei dovuto capirlo prima! Una fanciulla che si dirige dai suoi amati genitori non tarda in maniera così evidente."

Povera me! Quali pene ero costretta a patire!

Non avrei mai immaginato che la sua diffidenza nei miei confronti lo avesse spinto a trovare una conferma - inutile- alle mie parole bugiarde.

In quell'istante, dedussi che l'unica persona che poteva umilmente chiedere perdono, giacché in torto, ero io, ma i miei timori erano così intensi che non riuscivo a compiere altro movimento se non quello degli occhi, che si spostavano terrorizzati lungo il suo corpo in tensione.

Bradley portò le mani in vita, chinò il capo, espirò e chiuse gli occhi, come se tentasse di contenere la sua rabbia. "Chi è costui?"

Inclinai il capo, confusa. "Di cosa..." balbettai. "state parlando?"

Egli aprì nuovamente gli occhi, piccato e visibilmente offeso. "Avete pure il coraggio di negare?" urlò, tantoché constatai di non aver mai udito una voce così autoritaria. "Un altro uomo vi ha rapito il cuore, ora tutto si spiega, finalmente."

Oh, come poteva pensare che avessi un amante segreto? Evidentemente il mio comportamento ancora non giustificato lo aveva -giustamente- portato a formulare tali supposizioni, a mio avviso infondate.

Ah, se solo avesse compreso che l'unico uomo che avrei voluto amare sinceramente, una volta aver scovato la vera indole del suo cuore, era lui!

Pertanto scossi lievemente il capo, ma il suo sguardo offuscato dalla rabbia non osservò il mio movimento.

Rifiuto e seduzioneWhere stories live. Discover now