Capitolo 27

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"A cosa vi state riferendo?" domandai con tono diffidente e distaccato, celante tuttavia una viva curiosità.

 Bradley sorrise, quasi orgoglioso di qualcosa cui non avevo trovato nome e congiunse le mani, visibilmente pronto ad affrontare un lungo discorso. "Oh, giusto, non lo sapete..."

 La pazienza lasciò il mio corpo, pertanto poggiai le mani sui fianchi e chiusi gli occhi.

 Ah, animo mio, non adirarti! pensai.

 "Immagino di no, poiché -oh!- quante novità siete intento a nascondermi!" ironizzai.

 Egli increspò le labbra, come se fosse fiero del mio dissenso, giacché il mio comportamento iroso ai suoi occhi appariva come un insolito divertimento di cui non si era mai beato prima; ciò mi era evidente, oramai, e questa era la ragione per cui intendevo obbligare me stessa a restare impassibile alle sue espressioni dannatamente affascinanti.

 Avevo perso ogni forza dal momento in cui avevo incrociato il suo sguardo ardente per la prima volta.

 Bradley sfoderò un piglio fiero ed egocentrico. "Sin da bambino ho sempre brillato nell'arte della caccia, poiché sono stato abituato ad essere all'apice degli impeghi maschili, di conseguenza io..."

 "Voi andate a caccia?" I miei occhi brillarono di un'intensa gioia che, finalmente, avevo avuto occasione di esprimere, e il mio animo si ristabilì positivamente.

 "Oh, certo! Amo la caccia." disse, come se una tale informazione fosse scontata e facilmente deducibile.

 Da troppo tempo ormai non mi ero donata il piacere di una buona battuta di caccia, pertanto il mio cuore mi costrinse ad annuire ed ad abbandonare quel velo di orgoglio che covavo dentro di me, seppur mantenendo una certa compostezza. "Io..."

 I suoi occhi si spalancarono.

 "Verrò." conclusi, alzando il capo, le mani giunte in grembo.

 Istintivamente, Bradley sorrise, sollevato e deliziato dal mio consenso, poiché molto probabilmente reputava quest'ultimo come una sorta di vittoria sulla mia determinazione.

 Se era pronto a rendermi felice, avrei abbandonato le mie supposizioni e i miei pensieri, poiché mi accorsi di non desiderare altro se non una felicità da egli donatami.

 "Ne sono contento." Si avvicinò inclinando il capo e, quando si voltò verso l'androne, credetti egli volesse osservare dove sostasse Dana, ma schiuse le labbra per gridare ad un suo servo: "Taylor! Fai preparare due fucili e un cavallo."

 "Due cavalli." urlai, con il chiaro intento di correggerlo.

 "Uno, ho detto." Il suo sguardo divenne una fiamma autoritaria.

 "E perché mai?"

 Egli sospirò, fingendo disinvoltura e amarezza, quando -invece- aveva ben chiari i suoi scopi. "Sapete, essendo un appassionato di equitazione, non vorrei che i miei destrieri si affaticassero..."

 "Oh, quante passioni coltivate, signor Wilkinson! Dovrei anche aggiungere quella di belle donne?" lo schernii, desiderosa di osservare e -ahimè!- ammirare un suo sorriso.

 Il quale non tardò ad arrivare.

 "Vi ho già detto che questa vostra determinazione è dannatamente intrigante?" sussurrò, alzando un dito e accarezzando delicatamente una mia clavicola.

 Non avrei mai permesso che la mia fragilità potesse essere visibile, quindi arretrai e scostai il capo, allontanandomi. "Immagino che vi incontrerò alle scuderie, allora."

Rifiuto e seduzioneWhere stories live. Discover now