Capitolo 33

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Quando scesi velocemente le lunghe scale della dimora, in preda ad un'euforica curiosità circa l'affermazione di Dorothy, non avevo riflettuto riguardo quanto potesse attendermi nell'androne.

E oh, infatti, l'improvvisa presenza di Jasper Rayman mi fece trasalire!

Potevo forse tornare nelle mie stanze? Oh, no! Sarebbe sicuramente apparso come un incivile segno di maleducazione, poiché oramai egli mi aveva intravista.

"Buon pomeriggio, signora Wilkinson." L'uomo si profuse in un breve inchino deferente, lasciando spazio, sul suo volto, ad un sorriso quasi soddisfatto, avrei potuto dire.

Egli indossava un alto cappello a cilindro, in tinta con il suo scuro frac terminante rigorosamente con due falde, il quale lasciava scoprire, invece, il gilet sottostante in toni più chiari.

Guai a voi, vi dico -e non con cattiveria, ma poiché credo oramai che voi abbiate avuto l'occasione di conoscere il mio animo estremamente geloso- se vi dovessi trovare ancora in compagnia di un qualsiasi altro uomo che non sia io o il vostro buon padre.

La mia pelle rabbrividì convulsamente, rammentando tali ordini, ma fui costretta a porgere lui la mia mano, nonostante fossi consapevole dell'esplicito divieto che mi era stato imposto da Bradley.

Tuttavia, mio Dio, come dovevo comportarmi in una simile situazione? Non conoscevo chi vi fosse alla porta, pertanto ero scesa, e declinare l'invito sarebbe stato assai scortese e di gran lunga degradante per la casata Wilkinson, qualora il signor Rayman avesse messo in giro la voce che la moglie dell'uomo più desiderato d'Inghilterra era una sciocca zotica incivile. Per giunta, Bradley non era in casa quindi, con il dovuto silenzio da parte della servitù, non avrebbe mai scoperto chi aveva fatto irruzione nella sua lussuosa casa per conversare con una moglie alla quale egli stesso imponeva una rigida protezione.

Ma, forse, una speranza ancora potevo coltivare! E se egli non fosse accorso a Eversholt per intrattenersi in mia compagnia, ma per un colloquio con mio marito? Oh, che bella gioia sarebbe stata, informarlo dell'assenza di Bradley, in tal caso!

"Ho pensato di farvi visita, signora, poiché ho molto apprezzato la vostra arte letteraria, la scorsa settimana." Egli chinò il capo per avvicinarsi alla mia mano, sulla quale -con mia grande gioia- non lasciò l'impronta delle sue labbra tumide.

Quale disgrazia! Tuttavia, sperai che egli non avesse intenzione di trattenersi a lungo, giacché il crepuscolo era pronto a tingere la volta celeste, e una buona signora avrebbe sicuramente invitato a restare a cena il proprio ospite, ma non io, mio Signore! Poiché il signor Wilkinson aveva molta più autorità di quanto l'avessi io, or ora!

"Ah, davvero?"

"Oh, sì! E' sempre un piacere discutere con voi!" Egli giunse al mio fianco, con il chiaro proposito di passeggiare in giardino.

Non avrei potuto fare altrimenti, quindi lo invitai ad uscire all'aria aperta, benché bramassi le mie precedenti letture di Richardson.

"Ma, perdonatemi, vi ho interrotta in qualche vostra faccenda, signora?" Jasper arricciò le labbra, dopo aver congiunto le mani dietro la schiena, e si sporse verso di me, quasi con un'espressione apprensiva.

Oh, sì, signor Rayman! pensai.

"Non vi preoccupate, ero solamente immersa nelle mie usuali letture. Piuttosto, potrei dire che non mi aspettavo affatto una vostra visita." risposi, sostituendo velocemente non speravo in una vostra visita con una frase molto più educata e formale.

Jasper iniziò ad accarezzarsi il mento, il quale era puntellato da un velo di barba incolta e dorata, con movenze riflessive, quasi volesse allungarlo. "Mi piace rendere la mia presenza una sorpresa." disse. "Sperando che essa sia risultata piacevole."

Rifiuto e seduzioneWhere stories live. Discover now