Capitolo 22

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Ah, quante volte, dinanzi ai nostri occhi, l'apparenza diviene come una maschera in grado di separare la nostra anima dal mondo circostante!

E oh! è sempre così semplice, forse, comprendere chi la sta indossando?

La mia anima aveva incontrato molteplici difficoltà nel separare le sembianze dalla vera natura di Bradley, poiché quest'ultimo, se non la parvenza, di quale altro modo di conoscerlo mi faceva disporre?

Egli si era confidato e aveva esposto chiaramente il suo passato, con mio grande stupore, pertanto -in qualche modo- compresi come egli, seppur lontanamente, si fidasse di me e tenesse particolarmente al mio giudizio, così come io, da qualche tempo, tenevo incondizionatamente al suo, nonostante avessi avuto modo di provare disprezzo nei suoi confronti.

Eppure, se ero così desiderosa di amare la sua persona, simili sentimenti negativi avrebbero dovuto, senza alcuna forma di appello, dissiparsi.

Pregai la Provvidenza affinché un simile rispetto reciproco non svanisse, tuttavia restando dell'idea che non avrei, ora, potuto lanciarmi tra le sue forti braccia, poiché il mio amore per lui doveva ancora svilupparsi, crescere e maturare, giacché la vera amorevolezza -pensai- deve oltrepassare i gradini di una lunga scala, chiamata conoscenza, prima di giungere al culmine del calore.

Quanto tempo vi avrei impiegato? Oh, solo il mio debole cuore poteva conoscere ciò!

Nel frattempo, potevo trascorrere le giornate riflettendo su quanto il signor Wilkinson aveva rivelato, poiché non mi era concesso di far altro, se non di passeggiare limpidamente tra il dedalo erboso dei giardini antistanti la dimora, con esplicito ordine di non allontanarmi, giacché Bradley mi aveva intimato di voler osservare le mie movenze dalla finestra del suo studio.

Ma, buon Dio, nutriva ancora quello sciocco timore costituito dal terrore che io potessi abbandonarlo? Giammai! esclamai.

Perfida ed esecranda sarei risultata agli occhi altrui se, dopo aver ricevuto una simile fiducia, avessi lasciato la casa dove mio marito mi aveva benevolmente ospitata!

Tuttavia, per quale ignota ragione il giovane si credeva fermamente responsabile della natura esiziale del suo passato? Come poteva un povero fanciullo di nove anni essere stato la causa di un simile destino avverso? Ma oh! la sofferenza inculcava così tanti pensieri negativi nei cuori angosciati!

Eppure -ebbi la bontà di notare- Bradley faceva di simili vicessitudini avverse uno scudo con cui proteggere la propria immagine e, finalmente capii, era lampante come era quest'ultimo ad aver donato lui l'apparenza di un essere tanto forte quanto invincibile.

Ma quanto si può resistere nascondendo il proprio dolore?

"Buongiorno, mia cara signora Wilkinson!" Una voce ebbe l'ardito compito di riportarmi alla realtà.

Stretta in un abito bianco in mussola con inserti di merletto, la giovane Phoebe -della quale non rammentavo il lungo soggiorno alla villa- iniziò a correre maldestramente nella mia direzione, talvolta incespicando chiaramente, per poi celare imbarazzata la sua goffaggine.

Oh, povera me! Quali creature pettegole ero destinata ad incontrare!

Nonostante ciò, gioii per il semplice fatto ella non fosse accompagnata dalla nobile Caroline, di conseguenza ricambiai il saluto, seppur ricordando l'accaduto di pochi giorni addietro.

"Che giornata splendida è questa! Non trovate anche voi?" La donna esclamò probabilmente con un tono di voce troppo intenso, poiché fui costretta ad arretrare di un poco.

Ah, come ebbi l'innato desiderio di replicare spiegando come la mattinata si era prospettata positiva prima del suo intervento!

Quante domande indiscrete sarebbe stata prossima a pormi?

"Sapete, Allyson," Phoebe mi affiancò. "io e la buona Catherine non riusciamo davvero a comprendere cosa vi spinga a porvi in simili toni a vostro marito."

Oh, sfacciata!

"Non sta a voi comprendere ciò che accade nel nostro matrimonio." M'irrigidii e il mio tono di voce apparì visibilmente aspro e deciso, pertanto la giovane sembrò ritirare le sue sciocche ma indirette accuse.

Ella alzò le mani, gesticolando. "Oh, no! Non intendevo ciò, mia bella signora." si scusò così velocemente, che mi fu quasi impossibile comprendere le sue parole. "Ma, sapete, conosciamo il signor Wilkinson da così tanto tempo!"

Trassi un sospiro, infastidita."Sì, ho avuto modo di capirlo."

"Oh, come era ricercato dalle dame londinesi! Eppure..." disse. "per quanto io e Catherine abbiamo tentato, in passato, di corteggiare il suo cuore perverso, egli ci ha..." Schiuse le labbra e aggrottò la fronte. "rifiutate."

Ghignai, e non seppi se per la consapevolezza che mi aveva imminentemente avvolto o per gioia inespressa alle sue parole. Mi fermai, congiunsi le mani in grembo e sorrisi, in maniera quasi beffarda, poi mi voltai. "Vi sono veramente grata per aver deciso di intrattenere la vostra mattinata in mia compagnia," iniziai. "tuttavia potete tranquillamente evitare di ripetere le parole del signor Wilkinson. Non sentitevi in colpa di ammettere come voi stiate ligiamente  seguendo i suoi ordini."

Ah, come tentennò la dama! Ella, inclinò il capo, arricciò perplessa le labbra e roteò gli occhi, giacché -sicuramente- le era impossibile riuscire a reggere il mio sguardo. "Non capisco a cosa vi stiate riferendo."

"Oh, mia cara, come capite e fingete di non comprendere!"

Piccata da simili atteggiamenti, mi voltai e intrapresi con grandi passi il tragitto verso la dimora, sperando di non ricevere infantili maledizioni alle spalle, vista la prontezza con cui avevo replicato.

Era così vivido il timore di Bradley, che egli provava -senza dubbio- la sciocca costrizione di donarmi ulteriori conferme riguardo il suo amore, seppur quest'ultimo fosse immaginario.

Quanto sarebbe durata l'agonia?

Come brillava l'atrio, coperto dalla luce fervente del sole di mezzogiorno! Pertanto alzai il capo, desiderando essere abbagliata da un simile barlume, allargai le braccia ed iniziai a roteare su me stessa, provando inaspettatamente un'immensa gioia, tuttavia m'impietrii quando udii una voce acuta risuonare per le scale.

"Amica mia!" Bethan scendeva velocemente, alzando i lembi del suo lungo abito rosso e nella foga, il suo cappello volteggiò nell'aria, per poi addormentarsi sui gradini.

Oh, come avrei reagito? La sua presenza mi era indesiderata, dopo il racconto di Bradley della notte precedente, giacché non la credevo artefice di tali comportamenti maligni.

Ella giunse dinanzi a me e raccolse tra le mani le mie dita e sperai non si accorgesse di quanto quest'ultime fossero irrigidite. "Domani è il grande giorno, ah!" Rivolse uno sguardo al cielo, assai provata sentimentalmente e sfoderò il suo solito sorriso gaio.

Scossi il capo. "Domani?"

"Sì, mia dolce fanciulla!" Bethan annuì calorosamente, poi avvolse il mio braccio sotto il suo, acquistando quel poco di serietà che aveva perso. "Ma oh, Allyson, dimmi: cosa si prova dinanzi all'altare?"

Fatidica domanda! In quale difficoltà ero stata spedita!

Se inizialmente tergiversai nel rispondere, dopo qualche secondo mi fu nettamente impossibile: il signor Wilkinson sostava criptico sulle scale, un braccio poggiato sul corrimano.

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I sentimenti di Allyson stanno mutando? Quale gesto inaspettato compirà Bradley al matrimonio di Bethan?

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Rifiuto e seduzioneWhere stories live. Discover now