Capitolo 25

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"Cosa..." Mi era così difficile esprimere la mia sofferenza alle sue parole! "Perchè dite questo?"

Il signor Wilkinson chinò il capo, sogghignando sommessamente, e il suo fiato corto accrebbe il suo senso di indegnità. "Parlo perché ho visto."

Oh, così indecoroso si reputava ai miei occhi? Quale felicità avrei desiderato, secondo i suoi pensieri, e che lui non avrebbe potuto donarmi?

"Cosa avete visto?" incalzai, poi decisi di esplicare meglio ciò che credevo. "E' stato solo uno sciocco attimo di commozione e..."

"No," disse, gemendo nell'alzarsi da terra. "non mentite." Lisciò il tessuto del suo frac nero, per scostare la polvere accumulatavi, e si avvicinò non senza aver prima espirato l'ultima manciata di fumo. "Voi desiderate di più. E quello sguardo che nascondete sotto quell'ampia cuffia -che devo dire vi dona molto- cela una mancanza di affetto e di ...amore," S'interruppe, osservando il cielo, come se pronunciare parole simili gli costasse dolore. "che un ragazzo quale me non riuscirà mai a donarvi." Alzò una mano, con il visibile intento di accarezzare la mia guancia, pertanto trattenni il respiro, dannatamente eccitata, ma egli la lasciò sospesa nel vuoto, per poi ritirarla.

Perché nei suoi occhi leggevo una tale ed incurabile tristezza? Ah, come detestavo la sua vulnerabilità! E ancor di più odiavo la maschera che indossava dietro tali parole, sempre e comunque poco trasparenti, data l'impossibilità che incontravo nell'esaminare il suo stato d'animo.

O forse era questo il suo intento? Il segreto, forse? Fingere di rivelarsi per poi lasciare la mia anima dubbiosa e interrogativa?

Pensaci Tu, Padre mio! espirai, riflettendo.

"Il discorso che Sir Wood ha tenuto lì, in quel salone, vi ha palesemente sorpresa, poiché non avete mai udito tali parole uscire dalle labbra di un gentiluomo e," Non riuscì a reggere il mio sguardo afflitto, di conseguenza chinò il volto, nascondendo il candore del suo viso alla luna; poi continuò. "per quanto avete desiderato, il giorno del nostro matrimonio, osservarmi pronunciare simili frasi per convincere voi stessa a perdonare e a provare indulgenza verso la mia inverecondia, io ho taciuto."

Dolente dietro un abisso di seduzione, era Bradley! Con quale perfezione celava il suo cuore tumultuoso, dinanzi al mio sguardo investigatore!

Nessuna replica uscì dalle mie labbra, poiché i miei pensieri galleggiavano in balìa di due sensazioni: gratitudine per i suoi discorsi di sfogo non richiesti, che spesso mi lasciavano pensare potessi essere una guida, per lui, e una grande sorpresa, giacché la sua continua instabilità emotiva non donava una risposta adatta alle mie massacranti domande circa la sua vera essenza.

"Poiché dovete sapere che non ho mai avuto doti circa l'esposizione dei miei pensieri." Tornò a guardarmi negli occhi. "Per inciso -sperando così voi possiate comprendere meglio ciò che intendo- non sono mai stato bravo con le parole."

Eppure la maggior parte delle parole che egli mi aveva rivolto avrebbe potuto darmi un'ulteriore ragione per detestare il suo animo superficiale ma, nonostante ciò, il mio odio nei suoi confronti era svanito. Al posto di quest'ultimo alloggiava solamente una grande quantità di confusione.

Bradley mi osservò intensamente per un istante, così come, senza neppure spiegarmene il vero motivo, io, invece, ero intenta ad ammirare l'eleganza con cui schiuse le labbra, per poi allontanarsi e dirigersi verso i battenti della finestra.

"Non ho mai preteso questo." Ero certa egli fosse ancora sulla terrazza, quindi continuai ad osservare il bosco dinanzi  a me. "Vi ho forse mai costretto a rivolgervi alla mia persona come Romeo a Giulietta?" Poi mi voltai. "Ho solo tentato di pretendere, forse con un'eccedenza di audacia, di conoscere il vostro cuore e posso ammettere di esservi grata riguardo ciò che spesso, inaspettatamente -inoltre-, tenete a precisare." Mi avvicinai alla sua immagine, rigida e quasi sospesa in quell'aria pungente della notte. Bradley poggiava una mano sulla maniglia della portafinestra, tuttavia -molto probabilmente- ero io più desiderosa di lasciare la terrazza, pertanto poggiai le mie dita sulle sue: egli vi lanciò un'occhiata e sembrò trasalire segretamente.

Rifiuto e seduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora