Capitolo 47

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 Un bacio lieve ma estremamente dolce fu il mio sulle sue labbra.

Con le dita carezzavo la sua mascella, sulla quale una flebile scia di barba ne andava puntellando la pelle.

Egli rimase interdetto, tentennava -forse- dinanzi al mio gesto improvviso, e oh! come biasimarlo?

Le sue labbra erano calde, umide, riuscivo ad avvertirne il sapore di avventura, viaggio e pericolo, quelle complicazioni della vita che sulle sue labbra si frantumavano, scivolavano in un vortice di amore.

Sembrava non terminare, quel tocco! Chiusi gli occhi, e lasciai che fossero la mia pelle, il mio cuore e la mia anima a vivere l'intensitá di quello che fu per me il primo tocco, il mio primo approccio con il sesso opposto.

E come gioii ad una simile deduzione! Il giovane dinanzi a me era mio marito.

Ringraziai anche me stessa, inoltre, per i continui ed incessanti rifiuti che avevo espresso sulla sua persona, poiché sarebbe stato assai sofferente donarsi ad un uomo verso il quale non si nutriva neppure una scheggia di affetto, mentre ora! oh, ora! la consapevolezza di posare le mie labbra sulla bocca del diciottenne da me amato bastò per riempire il mio cuore di tumulti allegri.

Bradley non mi sfiorò, giacché -molto probabilmente- lo stupore del mio gesto era così ardente da renderlo tergiversante, quindi si limitò a ricevere quello sfogo delicato del mio amore.

Aprii gli occhi, e la vista del suo volto così vicino al mio mi fece piacevolmente trasalire.

Un flebile schiocco riverberò fra le pareti quando mi staccai, le mani tuttavia ancora posate sulle sue guance.

La pelle gelida delle mie dita contrastava con il calore del suo viso, angelo e demone in un unico volto divino.

Bradley aprì gli occhi: le sue iridi erano screziate di un'intensa ma deliziata incredulitá, una miscela di stupore e letizia, e mi osservó, spostando repentinamente lo sguardo prima sulle mie labbra e poi sui miei occhi, socchiudendo leggermente le palpebre, in un piglio perplesso e allegramente confuso.

Deglutii e lasciai che fossero le mie orecchie, ora, a deliziarsi della scena.

Egli espirava velocemente, tuttavia, solo il mio frenetico respirare poteva addirsi al ritmo convulso del galoppo del mio cuore.

Ed un tratto ansia, panico, quel timore di aver compiuto un gesto tanto indesiderato dal ricevente quanto affrettato, pertanto feci scivolare le mie dita sul suo collo, poi sulla sua camicia.

Potevo ben dire di avvertire il sudore della sua pelle graffiare le mie dita, ma le parole erano -evidentemente- posate sull'ultimo gradino della scala dei bisogni necessari.

Poiché, in quel momento, erano i sensi ad entrare nel campo di battaglia.

Bradley non riusciva proprio a spostare lo sguardo altrove dal mio viso!

E non seppi se le sue pupille riflettevano domande inespresse o una fervida ammirazione per la mia audacia.

Ma era stato più forte della mia razionalitá, mio Dio! Quella razionalitá che avevo gentilmente mandato al diavolo per riversare ciò che il mio inconscio bramava.

Lui.

E fui travolta da un improvviso senso di onta quando notai la sua rigiditá, che forse avrei potuto denominare come impassibilitá, dunque chinai lo sguardo.

Giacché non riuscivo a reggere l'intensitá del suo.

Udii le sue labbra schiudersi nuovamente, ma dannazione! cosa voleva dirmi, santo Cielo? Per quale sciocca ragione il suo stalliere aveva fatto irruzione nella sala in un simile momento di intimitá, confessione, amore?

Rifiuto e seduzioneحيث تعيش القصص. اكتشف الآن