Capitolo 1

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La prima volta che percepii quella sensazione fu durante la gita di classe di inizio anno al campeggio. Stavo raccogliendo legna per il falò di quella sera quando accusai all'improvviso una stanchezza che mi bloccò. Subito dopo, una ventata d'aria gelida fece fremere le foglie attorno a me e mi avvolse con le sue spire invisibili.

Rabbrividii e posai i legnetti a terra. Poco lontano, Leslie stava raccogliendo altri ramoscelli, ma sembrava non essersi accorta del vento freddo. Era di spalle, chinata sul terreno, e stava canticchiando.

Pensavo di essermela immaginata soltanto, quella sensazione, invece non se n'era ancora andata, costringendomi a sedermi per terra. Feci qualche respiro profondo. La frizzante aria del primo autunno, carica d'ossigeno, affluì fresca nei miei polmoni. Ma la sensazione persisteva.

Forse mi si era abbassata la pressione, pensai. Anzi, sicuramente era così.

Alzai lo sguardo. Erano più o meno le sei del pomeriggio, tuttavia il cielo si era già tinto di crepuscolo. Mi erano sempre piaciute sere come questa, quando l'aroma delle foglie autunnali cavalca sulla groppa dei morbidi venti del sud. I profumi del sottobosco si mischiarono al leggero, altalenante sibilo del vento, ed era in quei momenti che si aveva l'impressione che l'esistenza rallentasse, concedendoti il tempo di cui avevi bisogno anche solo per fermarti, per vederla scorrere piano e senza intoppi.

-Zassy!- La voce della mia migliore amica risuonò argentina tra i rami che ci osservavano. Voltai la testa verso Leslie e la vidi corrermi incontro con una foglia in mano.

-Cosa c'è?- domandai quando fu vicina.

-Autunno- disse soltanto, porgendomi la foglia.

Io la presi e ne studiai le sottili venature giallastre. Era una foglia di pioppo nero, diffusissimo nei nostri boschi.

Anche se eravamo circondate di foglie di pioppo nero, ringraziai.

-Di nulla.- Leslie indugiò ad allontanarsi. Poi si decise a parlare. -Che fai qui seduta? La scansafatiche, per caso?-

Non mi diede il tempo di rispondere, perché aggiunse subito dopo:-Guarda che non sono la serva, qua!- E mi fece la linguaccia.

-Ho avuto un improvviso calo di pressione...- cominciai a spiegare, ma venni interrotta dalla voce del nostro compagno di classe Andrew che ci stava chiamando dall'accampamento. Raccolsi i legnetti e raggiunsi con Leslie i miei compagni.

Dopo la cena a base di barbecue, quella sera, accendemmo il fuoco. Tutt'attorno, i miei compagni di classe. Andrew suonava la chitarra mentre Cynthia gli stava appiccicata. Alfred era come sempre spaparanzato sull'erba con la sua birra per i fatti suoi mentre gli altri chiacchieravano e ascoltavano la musica. Ci eravamo accampati a pochi passi dall'inizio del Brunswick River, il grande fiume vicino alla mia città, Belville. Le sue acque calme e nere assomigliavano a petrolio in questa notte senza luna. Rimasi a fissare le fiammelle che crescevano sempre di più fino a scoppiettare e disperdersi nel buio infinito del cielo di velluto. La loro danza esercitava un'attrazione magnetica ai miei occhi. Gli schiamazzi dei miei amici attorno creavano una familiare atmosfera protettiva.

Leslie venne a sedersi accanto a me, sul tronco di legno che fungeva da panchina. Si sfregò le mani. -Che freddo,eh? E sì che l'autunno è appena cominciato.-

-Già.-

Le fiamme disegnavano scene e personaggi troppo veloci per poterli cogliere, raccontavano storie misteriose, si muovevano sinuose e mi chiamavano.

Ora sto bene, dissi loro. Non preoccupatevi.

-Zassy che fai!- La voce di Leslie mi arrivò violenta ed invadente come una sveglia fa con i sogni. Mi riscossi e solo allora notai che avevo avvicinato il viso al fuoco, troppo. Sentivo bruciare.

Cronache celestiWhere stories live. Discover now