Capitolo 9

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Guardai fuori dal finestrino mentre la Mercedes avanzava silenziosa lungo la strada a tornanti che portava alla villa di Diana. Oggi avrei incontrato Gwendolyn sul Regno Azzurro e da sole avremmo dovuto eliminare il nostro primo Seme del Male. Non ero sicura che sarei stata in grado di farlo. Mi ripetei con forza che se avessi continuato a demotivarmi in quel modo non sarei arrivata da nessuna parte. Quindi strinsi i pugni e riuscii pure ad immaginarmi nei panni di una eroica Fata del Sole.

Ma il mio entusiasmo era piuttosto altalenante e non aumentò nemmeno dopo che riuscii a sbucare nel Regno Azzurro da sola, per la prima volta. Diana mi avrebbe aspettato con Gwendolyn nei pressi del Seme del Male più vicino alla zona del regno sopra Belville. Mi aveva assicurato che sarei riuscita a trovarle subito, dato che i Semi del Male si notavano da chilometri di distanza come grandi macchie d'inchiostro su una tovaglia candida.

Mi guardai affannosamente intorno sperando di individuarle subito, ma non le vidi.

Deglutii, nervosa. Se non le avessi trovate, Diana avrebbe potuto darmi della tonta per il fatto che non ero riuscita a raggiungerle.

E questa era solo la parte più semplice di questa prima missione.

Ma dal momento che se fossi rimasta ferma non avrei cavato un ragno dal buco, cominciai a volare per qualche centinaio di metri alla mia destra, senza meta, e fortunatamente dopo qualche minuto individuai Gwendolyn e Diana che mi stavano aspettando nei pressi di un Seme del Male.


Osservai incantata la Fata della Luna con l'armatura della trasformazione, costituita da piastre color avorio che rifulgevano di riflessi. Sulla parte superiore del corpo la corazza era divisa in due sezioni: quella più in alto proteggeva il petto, l'altra il ventre e mentre la prima era segnata da strisce di rinforzo argentate che scorrevano orizzontalmente, la seconda invece le aveva verticali. Il diamante a forma di falce di luna dell'Ampolla Celeste pendeva da sopra il colletto dell'armatura, sorretto da due grossi nastri blu intarsiati di fili d'argento. Lo stesso colore e decorazione dei nastri veniva ripreso nei bordi degli spallacci, costituiti da due strati di piastre, uno sopra l'altro, che terminavano a punta verso l'esterno come due ali; nei bracciali e nei gambali, disegnando delle spirali attorno alle braccia e alle gambe. Due ulteriori piastre color avorio a forma di petalo, che partivano da una grossa cintura che si incurvava nel suo centro in una punta verso il basso, lambivano i fianchi come i due lembi di una gonna.

Le ali, di una forma diversa dalle mie perché presentavano un taglio più deciso e segmentato, erano percorse da venature argentee che pulsavano come se all'interno ci scorresse della linfa.

Anche a Gwendolyn la trasformazione aveva allungato notevolmente i capelli, che ora, stretti in una coda altissima, fluivano all'aria lunghi fino alle ginocchia.

Era abominevole come il Seme del Male stesse pian piano logorando il territorio circostante. Appena atterrai lì vicino, mi accorsi infatti che il terreno era nero come il carbone e come farinoso, oltre ad essere disseminato di strane venuzze nere che dal seme, un nucleo scuro impiantato in profondità tra le nuvole, si propagavano dappertutto come radici malate.

-È orribile- commentai scossa.

-È meglio che ti stacchi da terra, non vorrei che crepasse qualche pezzo di nuvola- mi avvertì Diana.

Obbedii all'istante appena prima che, proprio sul punto dove stavo, si sgretolasse un pezzo di nuvola.

Guardai giù attraverso il buco appena venutosi a creare.

Gulp!

Sarei volata giù e in un microsecondo mi sarei trovata spiaccicata sul tetto della casa di Diana.

Cronache celestiWhere stories live. Discover now