Capitolo 7

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Uscimmo in veranda. La giornata era calda e un venticello fresco accarezzava i prati attorno a noi.

-Per accedere al Regno Azzurro dovrai trasformarti- mi informò Diana. –Sei pronta?-

Sapevamo entrambe che doveva essere una domanda retorica, così subito non aprii bocca. Quando però vidi che l'elfa stava attendendo un'effettiva risposta, mi affrettai ad annuire.

Portai lentamente la mano all'Ampolla Celeste che avevo legata attorno al collo. Diana continuava a guardarmi, la sua aspettativa quasi palpabile.

Nervosa, stappai l'ampolla e, come la prima volta, fui nuovamente travolta da un'impetuosa massa di energia che si insinuò violentemente all'interno del mio corpo mentre tutto ciò che mi circondava spariva dietro un'atmosfera surreale e dorata.

Durò solo pochi secondi. Poco dopo, quando riaprii gli occhi, mi ritrovai sullo stesso punto di prima, con Diana che ancora mi guardava.

Provai una punta d'imbarazzo. -Allora, andiamo?- feci, mostrando un coraggio e una determinazione che non avevo.

-Certo.- Diana si toccò la pietra preziosa che aveva sulla fronte e magicamente le spuntarono due enormi ali dietro la schiena, in una pioggia di faville. Saltai all'indietro, impressionata. Le ali erano bellissime, diafane e dalle nervature azzurrine che riflettevano la luce.

-Essendo membro della famiglia reale, anch'io sono un'elfa-fata come Calliope, e ho le ali- mi spiegò Diana. –Ora potremo volare fino al mio regno. Forza, seguimi.-

Appena riuscii – dopo parecchi tentativi – ad avere la concezione delle ali che avevo dietro e riuscii a muoverle, mi ci volle ancora un po' di tempo per staccare i piedi da terra.

-Oh, mio Dio!- strillai mentre notavo il terreno staccarsi dalla pianta dei piedi. -È fichissimo! Posso volare!-

-Non guardare giù mentre raggiungiamo le nuvole dell'atmosfera: non vorrei che ti venissero le vertigini- si raccomandò l'elfa, spiccando leggiadra il volo.

Ora toccava a me. Dannazione, mi piaceva l'idea di volare, ma nello stesso tempo mi terrorizzava pensare che dovevo andare a metri e metri d'altezza con sotto ai piedi soltanto il vuoto! Ma era necessario che affrontassi e vincessi le mie paure.

Così, d'improvviso animata da un esaltante spirito eroico, mi concentrai sulle ali che portavo sulla schiena e, non appena queste presero a vibrare freneticamente, venni catapultata in aria. Avrei voluto gridare qualcosa tipo "yuhuuuu" ma, prima che potessi impedirlo, dalla mia bocca proruppe un

bell' "AIUTOOO" strillato ai quattro venti.

Un secondo prima ero con i piedi ben piantati a terra e quello dopo mi ritrovai a qualche decina di metri d'altezza con gli occhi fuori dalle orbite.

Quasi quasi rischiai anche di precipitare miseramente come un aereo da guerra appena bombardato, ma riuscii a far tornare l'attenzione sulle mie ali e rimasi, come per magia, sospesa in aria.

Notai Diana vicino a me che mi sorrideva estasiata, gli occhi viola accesi da una luce nuova. Io la interpretai come sete d'avventura.

-So che fino a poco fa ti ho detto di non guardare giù, ma è mio dovere informarti che la vista da qua è bellissima.-

Io, cercando di soffocare il panico che minacciava di attanagliarmi tutta, guardai sotto e rimasi sbalordita dal panorama mozzafiato. Il fiume brillava di una luce sfavillante sotto i raggi del sole e tutta Belville sembrava un presepe realizzato da Dio.

Cronache celestiWhere stories live. Discover now