Capitolo 11

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Oggi è lunedì, il giorno dell'allenamento. Ma prima di cominciarlo, Diana informò me e Gwen che era necessario fare un salto nel Regno Azzurro per eliminare un Seme del Male particolarmente pericoloso.

Così tornai sopra le nuvole e, appena scesi dall'Internubia, rimasi a bocca aperta di fronte a quello che si presentava davanti al mio sguardo: nientemeno che il castello della regina. Era un groviglio ordinato di alte torri dalle cupole azzurre, che si infittivano attorno a quella più alta e sottile, al centro del complesso. Lunghe passerelle collegavano le torri più periferiche all'agglomerato centrale, dove si scorgevano viuzze pendenti e contorte. Una vera e propria città nella città.

-Ehi Zassy!- Mi voltai e individuai Gwen poco lontano. La raggiunsi. Pareva contenta di vedermi.

-È sempre un piacere scoprire di non essere da sole- furono le parole che usò per salutarmi. Le apprezzai molto.

-Lo stesso vale per me. Allora, facciamo vedere a Diana quanto in fretta distruggiamo questo Seme del Male?-

-Ci puoi scommettere- rispose la mia compagna d'avventure con già lo sguardo acceso di sfida. Dopo aver distrutto il Seme del Male più pericoloso, decidemmo che avremmo potuto eliminarne anche altri che si trovavano in zona. L'ultimo che distruggemmo si trovava nei pressi del castello della regina.

Mi asciugai il sudore dalla fronte, guardandomi intorno con il timore che ci fosse un elfo in giro. Notai che anche Gwen era più circospetta del solito ma per fortuna questo non si ritorse contro l'efficienza dei nostri attacchi.

-Sai- dissi guardando verso il castello che si ergeva imponente a circa trecento metri da noi -vorrei tanto entrare in quel castello, ficcare il naso nelle miriadi di stanze e fare la conoscenza della regina...-

Gwen fece un sorrisetto malizioso. -Sì...anche a me!-

Io rimasi stupita. Non credevo che Gwendolyn, che fino a quel momento era rimasta seria e determinata solo sul compimento della sua missione come Sky Warden, potesse mettersi a scherzare.

-Pensa- continuò Gwen con gli occhi che le luccicavano -gli enormi quadri alle pareti, i preziosi abiti dei consiglieri della regina, le lussuose stanze ammobiliate secondo canoni sconosciuti sulla Terra, le nuove pietanze da ricchi che non abbiamo mai provato!-

Io non avevo ancora immaginato tutte quelle robe. -Fico!- esclamai -e pensa, potremmo travestirci da cameriere e intanto girovagare per il castello per vedere che cosa combinano nelle cucine e nei bagni e...-

-...e nelle camere da letto!- mi precedette Gwen e allora cominciammo a sghignazzare come galline nel pollaio.

-Gente allegra il ciel l'aiuta- tuonò una voce gracchiante alle mie spalle. Smettemmo subito di ridere e ci voltammo di scatto in direzione di quelle parole.

Di fronte a noi c'era una vecchietta minuta che ci stava guardando attraverso dei rotondissimi occhialetti dalla montatura dorata. Non avevo mai visto una vecchia che sembrasse così...vecchia: il suo volto era un'unica, fitta ragnatela di rughe, intessuta su una pelle incartapecorita e color pergamena sulla quale si potevano notare praticamente tutte le vene violacee. Indossava un semplice vestito diritto azzurrino con ricami dorati da cui si intravedevano le caviglie rinsecchite. I capelli, bianchissimi come le nuvole sotto ai nostri piedi, erano raccolti a scoprire un bel paio di orecchie a punta con tanto di anellino d'oro. Inoltre, aveva un paio di ali talmente trasparenti che all'inizio non le vidi neppure.

-Non siete d'accordo con me?- fece la vecchia, accennando a noi con il lungo bastone che stringeva in una mano.

-Ehm...come dice?- Gwen mi lanciò un'occhiata imbarazzata. Insomma, un'abitante del Regno Azzurro ci aveva appena sorpreso a parlare di camere da letto regali! Mi sentii arrossire.

Cronache celestiWhere stories live. Discover now