Capitolo 3

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Era tutto il pomeriggio che mi rigiravo fra le dita l'oggetto. O il ciondolo. O il portafortuna. O qualsiasi altra cosa fosse.

Lo osservai meglio. I sottili nastri di seta rosa terminavano con un aggancio.

-Forse è davvero un ciondolo- riflettei a voce alta. Mi alzai dal letto e mi appostai davanti allo specchio. L'idea di indossarlo non mi convinceva. In realtà mi spaventava. Ok, mi terrorizzava.

Non mi terrorizzava tanto l'idea in sé di indossarlo quanto il contesto che lo aveva circondato. Il bosco, la voce che mi chiamava, la luce che emanava... per non parlare dei materiali preziosi che lo compongono e il mio strano svenimento! Infatti credevo che ci fosse un collegamento tra questo misterioso ciondolo e "l'inconveniente" avuto ieri.

Ok, ora me lo metto.

Chissà che succede...

Ora me lo metto.

Magari ha poteri speciali e divento invisibile...

Quindi mettitelo. Mi è sempre piaciuto diventare invisibile. Così posso copiare il testo della prossima verifica...

Quindi, con movimenti decisi, mi allacciai il pendente al collo.

Nell'immediato non parve succedere nulla. E allora mi guardai riflessa. Il piccolo sole sembrava esser fatto apposta per me: mi donava, e molto. Nonostante avessi sempre creduto che il rosa facesse a pugni con i miei capelli rossi, rimasi meravigliata di come un semplice ciondolo potesse valorizzarmi così tanto. Sbattei le palpebre, con fare seducente, e dissi alla mia immagine riflessa:-Wow, lo sai che sei proprio una gran bella ragazza, Zassy?-

Ridacchiai come un'idiota. Certo, non potevo dire di essere la ragazza più bella del mondo, ma non ero nemmeno male. Avevo grandi occhi color nocciola e tante minuscole lentiggini bionde. I miei capelli erano biondi con una forte tendenza al rossiccio, lunghi fino al petto e mossi. Di solito li lasciavo sciolti, con le onde che mi ricoprivano le spalle, ma altre volte mi applicavo il balsamo per capelli ricci che mi rendeva la chioma riccioluta e voluminosa.

Per finire, ero orgogliosa del mio fisico: più alta della media - quasi un metro e settantacinque - pesavo cinquantadue chili e di reggiseno portavo la terza. Le mie compagne di classe Cynthia, Sarah e Anne dicevano più volte che ero troppo magra, ma Leslie mi assicurava che era tutta invidia.

Stavo giusto per aggiungere al mio riflesso un provocante "ehi, baby", quando qualcuno bussò alla porta.

Mia sorella minore comparve sulla soglia e mi guardò con i suoi grandi occhi castani. Tempo due secondi e si precipitò tra le mie braccia. La strinsi forte, inspirando il profumo dei suoi capelli – un misto di camomilla, miele e casa. Jenny aveva nove anni ed era molto affettuosa con me. Mi considerava la sua "super sorellona" che la proteggeva, la aiutava e la faceva ridere, e di questo andavo orgogliosa.

Le diedi un buffetto sul naso. -Ehi, Jen, problemi con lo studio?-

-No- disse e assunse un'espressione fiera. -I compiti per oggi li ho già finiti.-

Strabuzzai gli occhi, esagerando la reazione:-Dici davvero? Ma sono solo le quattro del pomeriggio! Che brava.-

Sorrise altezzosa e mi misi a ridere. -Cos'è questo?- domandò di punto in bianco, ora totalmente interessata al mio ciondolo.

Caspita! Mi ero dimenticata di toglierlo.

-Ehm... è un regalo di Leslie- buttai là.

-Che bello!- Jen lo tastò. -Posso indossarlo anch'io? Mi piace tantissimo.-

Cronache celestiWhere stories live. Discover now